<<Ma posso dirti una cosa>> con lo sguardo serio e gli occhi ridotti a due fessure,Lesbia si avvicinò verso la ragazzina,che adesso indietreggiava istintivamente.
<<Non devi aver paura..>> continuò <<so che adesso vivi nel terrore di te stessa,che hai paura di diventare qualcosa che non puoi essere. Ma non ne hai motivo. È vero,tua madre era malata,ma la sua malattia non ha mai ucciso nessuno. Suo marito la amava,sua figlia la amava... la sua vita era perfetta,e anche la tua lo è,oppure lo sarà>>
<<Come puoi dire così dopo quello che è successo?! Quella malattia ha ucciso più di dieci persone,mio padre e infine lei stessa! Si è suicidata!>> Saffo alzò la mano per colpirla ma fu interrotta da un suono argenteo e cristallino: la risata di Dazai.
Chuuya si girò verso il moro che gli stava affianco,il quale si teneva una mano davanti alla bocca ma aveva il volto attraversato da un ghigno.
<<Dazai..?>> lo chiamò il rosso,non comprendendo la natura della sua reazione.
<<Saffo..>> Dazai indicò Lesbia con fare accusatorio <<..secondo me ti stai sbagliando. Guardala negli occhi>>
La piccola greca volse lo sguardo al moro e poi nuovamente alla donna con cui stava parlando e poi lo vide: i suoi occhi brillavano di una luce quasi invisibile,ma che era la stessa che si specchiava negli occhi del bendato.
E Chuuya la conosceva,significava "non è così,quel che dici è sbagliato e io lo so per certo".

Lesbia si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e assunse uno sguardo compassionevole.
<<Sei sveglio come sempre,Osamu..>> poi si rivolse a Saffo <<è così. Non devi temere,perchè tua madre non è impazzita quel giorno,non ha compiuto una strage e non si è suicidata>>
Con gli occhi sgranati,la ragazzina davanti a lei assimilava ogni parola che le veniva detta,con aria incredula.
<<Vuoi dire che è viva..?>> sembrava stesse per scoppiare a piangere.
Lesbia scosse la testa,con sguardo basso.
<<No. Purtroppo è morta sul serio...>> si fermò per un secondo <<è stata...>>
<<...assassinata>> finì per lei Dazai <<mi sbaglio?>> sfoggiò il suo solito sorrisetto.
La donna dai capelli rossi abbassò lo sguardo e non disse nulla. Significava che aveva ragione.
<<...eh?>> fu tutto ciò che uscì dalla bocca della più bassa,che fissava la sua interlocutrice con lo sguardo vacuo.
<<Non è possibile... Stai mentendo..>>
<<Non sta mentendo>> asserì Dazai,con le mani nelle tasche <<in fondo pensaci,se fosse stato un semplice incidente perchè sarebbe scappata via in quel modo? Invece,se fosse l'unica sopravvissuta ad un massacro operato da qualcun altro..>>
<<...la starebbero sicuramente cercando,quindi la cosa più logica da fare era fuggire>> completò Chuuya,il quale concordava con la tesi del moro.

<<Uccisa..>> Saffo strinse i pugni così forte da farle sbiancare completamente le nocche  <<da chi? chi l'ha uccisa? Dimmelo subito!>> ringhiò furiosamente.
Ma non ci fu nessuna risposta,Lesbia continuava a fissare il pavimento ligneo della stanza in silenzio.
Questa cosa la innervosì ancora di più.
<<Allora?! Volevi parlare fino ad ora e adesso fai scena muta?!>> le gridò contro.
Nei momenti di silenzio si sentiva solo il suono dei grilli e del vento che sbatteva contro le finestre di vetro nella notte.
<<Non lo sa>> constatò infine Dazai,con un ghigno sul volto <<non lo sa,e questa cosa la frustra e non poco.. Ecco perchè è scappata come una codarda>>
Non aveva nemmeno finito di parlare che una folta chioma verde gli passò affianco uscendo repentinamente dalla porta d'ingresso.
Saffo se n'era andata.

Dazai alzò lo sguardo verso Lesbia,ma non in grado di incrociare i suoi occhi,che erano fissi sul pavimento.
<<Ci hai attirati tutti qui solo per poterle dire la verità? Una verità che non le serve a niente! Lo hai fatto solo per liberarti del senso di colpa,vero?!>> le ringhiò contro Chuuya,ma la donna dal lungo vestito bianco gli aveva già voltato le spalle,tornandosene nelle sue stanze.

[...]

Il giorno dopo,la colazione fu servita all'orario prestabilito,ma Lesbia non si presentò e nemmeno le altre due donne. Al tavolo c'erano Chuuya e Dazai insieme ai membri della D.A.N.T.E.
L'assenza delle padrone di casa aveva reso l'atmosfera tesa come una corda,e tutti mangiavano in silenzio (alcuni chiedendosi il motivo di quella tensione,alcuni semplicemente godendosi il pasto).
Anche Saffo,per la prima volta,si servì del cibo di cui era imbandita la tavola,in un silenzio contemplativo.

Quando ebbero finito di mangiare,fu proprio la greca ad interrompere quel silenzio.
<<Capo>> chiamò,rivolgendosi a Dante.
Lei alzò lo sguardo,curiosa,inclinando la testa come a chiederle cosa volesse. Raramente la chiamavano così,ma se Saffo lo aveva fatto significava che voleva dirle qualcosa in qualità di leader.
<<Mh?>> mugulò con la bocca piena e aria nervosa.
<<Devo chiederle di poter lasciare temporaneamente la D.A.N.T.E>> sussurrò quella in risposta,sollevando un coro di "Eh?!" e parole di disappunto.
Dante sembrava paralizzata,come in tutte le situazioni in cui avrebbe dovuto comportarsi da capo e non da ragazzina scapestrata.
Saffo si affrettò a spiegare.
<<La verità è che ho scoperto che c'è una verità,sulla morte dei miei genitori,che io non conosco..>> abbassò lo sguardo,unendo le mani nervosamente <<e voglio scoprirla. Non so quanto mi ci vorrá,ma se tutto quello su cui ho fondato la mia vita fosse sbagliato.. devo saperlo>>
L'ultima parte la disse con aria decisa.

Dante sembrò sbloccarsi,mandò giù il boccone e sorrise.
<<Non c'è problema,mocciosetta>>
Quella sospirò di sollievo.
<<Allora,quando cominciamo?>> chiese parlando nuovamente il capo dell'organizzazione.
Tutti la guardarono confusi.
Dante rise.
<<Credete davvero che lasceremmo uno dei nostri fare tutto da solo in un momento di difficoltà come questo? La missione sulle circostanze della morte tuoi genitori diventerà di giurisdizione della D.A.N.T.E a partire da ora!>>
Subito il consenso si diffuse tra gli altri membri,e anche se inizialmente aveva rifiutato fermamente l'aiuto,alla fine alla giovane greca non rimase scelta che sorridere e ringraziare di cuore.

<<CHUU,BAKAZAI!>> Dante mise un braccio intorno alle spalle dei due,ridacchiando <<siete dei nostri,vero?>> li fissò negli occhi come se non gli fosse concesso rifiutare.
<<Certo~>>
<<Eh?!>>
Risposero rispettivamente Dazai e Chuuya.
E nel vociare collettivo,tra l'entusiasmo e la positività,qualcuno li guardava.

Stava per iniziare lo spettacolo.
E tutto era esattamente come doveva essere.

‧͙⁺˚*・༓☾ Gli Immortali II (Croce e Delizia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora