Capitolo IV

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Capitolo 4

Louis ed Harry erano distesi su un fianco sul letto del più grande.

In mezzo al loro, la bambina dormiente, a pancia in giù con il respiro regolare.

Louis gli accarezzava con la punta delle dita il viso da ore, sorridendo continuamente nel vedere la sorellina così rilassata e tranquilla. Di certo, anche Harry non poteva fare altro che sorridere, un po' perché amava i bambini e lui, da quando aveva visto quell'angioletto, proprio non riusciva a smettere di coccolarla dolcemente. Un po' perché vedere Louis così dolce con un bambino gli scioglieva il cuore.

E no, non si sarebbe mai chiesto il perché.

"Spiegami, Louis" sussurrò Harry, ad un certo punto. "Ti prego, sono leggermente confuso."

Louis sospirò, perdendo leggermente il suo sorriso. "E' complicato" rispose, la voce molto bassa per non svegliare Charlotte.

"Provaci, però" lo spronò Harry.

Il più grande si morse un labbro. "Mia madre è rimasta in cinta, a quanto pare. Ma anche in questo caso, non è rimasta contenta della situazione" raccontò. "E—mi ha chiamato per aiutarla a trovare una sistemazione per lei."

Harry aggrottò le sopracciglia. "Nel senso che non la vuole?"

Louis scosse la testa. "Dice che vuole cambiare" sorrise amaramente. "Vuole smettere di fare la puttana, vuole disintossicarsi e quelle stronzate varie. Ma non vuole che le tolgano l'affido di sua figlia. Vuole poter tornare a stare con lei un giorno. Solo con lei, ha specificato, ovviamente."

"Quindi l'ha scaricata a te? In questo modo?" chiese sconcertato.

"Beh—non proprio" borbottò.

"Che intendi?" domandò confuso.

"Ecco—lei voleva che, insomma, l'aiutassi a cercare il suo vero padre in modo da poter dare il via libera al suo cambiamento" spiegò.

"E?" sbatté le palpebre.

Louis si schiarì la voce. "I-io me la sono portata con me" balbettò.

"Non capisco" scosse la testa.

"L'ho portata via di mia spontanea volontà" si spiegò meglio.

Harry sgranò gli occhi. "L'hai rapita?!" esclamò.

"Se dici così suona malissimo!" protestò.

"Louis hai rapito tua sorella!" lo sgridò.

"Non poteva lasciarla lì!" si difese. "Mia madre non è ancora cambiata! Continua a scopare in continuazione, a fumare in casa! Ad impasticcarsi in continuazione! Non è un buon ambiente in cui crescere! Nessun bambino dovrebbe crescerci! E io ne so qualcosa, credimi."

Harry chiuse le labbra, zittendosi. Aveva completamente ragione, nessun bambino avrebbe dovuto crescere in quella situazione, Louis in special modo.

Non voleva nemmeno immaginare cosa poteva aver passato in tutti quegli anni, da solo, con una madre del genere e piena di problemi.

Aspetta... da solo?

"Mark le permetteva di comportarsi in quella maniera davanti a te?" domandò ad un certo punto perplesso.

"Mark è arrivato dopo" rispose semplicemente.

"Tuo padre è arrivato dopo?" aggrottò le sopracciglia.

"Esattamente" alzò le spalle. "I primi anni eravamo solo io e lei. E cento uomini al giorno. Se solo psicologicamente toccato, dai la colpa a lei" ridacchiò.

You drive me crazyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora