𝘾𝙚𝙣𝙚𝙧𝙚 𝙣𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙩𝙖𝙨𝙘𝙝𝙚

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❀*̥˚ 𝘒𝘪𝘳𝘪𝘣𝘢𝘬𝘶 ˚*̥❀

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❀*̥˚ 𝘒𝘪𝘳𝘪𝘣𝘢𝘬𝘶 ˚*̥❀

Warning:

•uso di droghe a scopo
ricreativo.


-Non mi sopporto più.
Non riesco più a vivere con me stesso, sono l'unica persona che vorrei prendere a pugni, con così tanta forza da spaccargli la faccia.-

Dice Kirishima, più che altro sussurra, in quella stanza dalle serrande abbassate.
Sono nei dormitori maschili, nella camera di Bakugo che oggi sta marinando la scuola, mentre Kirishima sta deliberatamente saltando la lezione di chimica.
Non c'è un motivo per cui si trovano in quel bugigattolo dalle pareti spoglie, non c'è nemmeno niente da raccontare: il biondo aveva l'erba, Kirishima lo sapeva e quindi ne stava approfittando, senza nemmeno aver finto di chiedere il permesso.
Perciò ora Eijirou è sdraiato su un letto sfatto, con il piumone mezzo riverso a terra insieme al lenzuolo a righe azzurre sotto di esso.
Il coprimaterasso è invece piegato in numerose dune acuminate sotto la sua schiena, coperta da una maglietta di cotone leggero e lisa al punto da presentare piccoli buchi sulle maniche.
Ha il capo poggiato sul cuscino storto, la cui federa è messa al contrario, e su di esso si spargono i suoi capelli sciolti.
Spine e sangue lo rendono santo in quella penombra di borbottii e silenzio.
Bakugo invece è al suolo, seduto accanto a quelle coperte che non vuole mettere in ordine, con i gomiti poggiati sulle ginocchia ed il capo reclinato sul materasso scaldato dal corpo dell'altro, non troppo vicino al volto del compagno ma abbastanza da poter osservare di sottecchi la linea morbida delle sue labbra corrucciate.
Tra l'indice ed il pollice della mano sinistra tiene una canna, la guarda distratto e con gli occhi che faticano appena a mettere a fuoco, se la rigira tra le dita saggiando la consistenza liscia della cartina candida come lo zucchero, guardando il motivo a zigzag del filtro arrangiato, fatto con un vecchio biglietto della metro, che fino ad un attimo prima era tra le labbra di Eijirou.
Si porta lo spinello alla bocca aspirando, sentendo il fiato mozzarglisi e la gola chiudersi in procinto di tossire, ma lui non si scompone e semplicemente butta giù il fumo bianco e fresco per poi soffiarlo via, in una scia di grigio che pian piano va a spegnersi nell'ardente sospensione scaturita dalle frasi dell'altro:

-Alla mia età ho il mondo in mano, ho tutta la vita per realizzarmi, allora perché voglio morire domani?
Spiegami perché desidero addormentarmi e non svegliarmi più.-

Ridacchia il giovane sdraiato, si accarezza le ali quell'Icaro che il sole non lo vuole vedere, lasciando che le sue appiccicose ed opache ali di cera vengano sciolte dal tempo.
Ridacchia ancora, con gli occhi socchiusi ed arrossati, con le ciglia lucide ed il palato asciutto.
Forse lo fa per via della droga o forse perché il pianto richiede un'eccessiva energia che stonerebbe con il suo flemmatico discorso.
La cartina brucia, il suo crepitio acuto e freddo penetra nelle ossa dei due e Bakugo soffia nuovamente via il fumo:

― 𝐒𝐜𝐫𝐢𝐛𝐛𝐥𝐞𝐬 *̥˚ 𝐛𝐧𝐡𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora