VII - Game of Thrones.

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EURIDICE'S POV.

Dopo il loro scontro, Robb aveva riaccompagnato personalmente Euridice nella sua tenda. Durante il tragitto, la ragazza aveva notato una strana tensione nel Re del Nord.
Provò ad immaginarne le ragioni, e non le venne in mente nulla di meglio della rovente sconfitta appena ricevuta da una donna... o del timore che probabilmente il Lupacchiotto stava provando all'idea di imbattersi in quell'arpia della madre. Euridice lo trovò divertente, e per questo ridacchiò cercando di non farsi notare né da lui, che l'avrebbe riempita di domande, né dalle guardie.
Una volta raggiunta la tenda, Robb provò a congedarsi, mentre Euridice si accingeva a stendersi annoiata sul letto.
Stava per iniziare a pensare che quella sarebbe stata un'altra monotona delle tante giornate che aveva passato in quel dannato accampamento, ma almeno sarebbe stata l'ultima, quando Robb tornò sui suoi passi.
Nonostante non potesse osservarlo con i suoi occhi, Euridice percepì la sua presenza.
Tirò su la schiena scocciata.
-Che c'è ancora?- domandò.
Robb la osservò qualche istante senza dire niente, e Euridice lo trovò particolarmente inquietante.
-Come trattate mia sorella ad Approdo del Re?- le parole scivolarono fuori dalla bocca di Robb Stark come se quasi non gli appartenessero. Distrattamente.
Euridice schiuse leggermente le labbra, mentre si accingeva a pensare che quelle erano le ultime parole che avrebbe immaginato di udire in quel momento.
-Cosa?- domandò, flebile. Quel tono di voce non le apparteneva affatto.
-Sansa- disse Robb, mentre avanzava di qualche passo verso Euridice.
-Prima di andarmene voglio sapere come sta, se riceve ciò di cui ha bisogno, se è rispettata-
Il motivo per cui la ragazza non voleva sentire quelle parole era perché non le piaceva la risposta.
Il Giovane Lupo corrugò la fronte in un' espressione ancora più seria; gli occhi si fecero severi.
-Le fa del male continuamente, vero?- domandò.
Non era necessario pronunciare il suo nome a voce alta. Era evidente che si stesse riferendo a suo fratello Joffrey.
Euridice tenne alto lo sguardo e notò crescere l'agitazione del ragazzo.
-Non da quando io e mio zio la proteggiamo.-
Il Re del Nord sembrò tirare un sospiro di sollievo.
Ancora però non si sentiva sicuro, e questo agli occhi della ragazza era evidente .
-Ma tu ora non sei più là con lei-
Euridice piegò le braccia e rivolse i palmi verso l' alto.
-Beh, ringraziati-
Robb si morse un labbro.
-Intendo dire che ora c'è solo tuo zio a proteggerla.. un..-
-Nano?-
Euridice lo guardò muovendo leggermente la testa ed accennando un sorriso.
-La portata del suo braccio non ha nulla a che vedere con quella del suo cervello-  continuò
  -Credimi, è più potente di quanto tu possa immaginare.-
Euridice pensò di essersela cavata bene, e che, per il momento, era riuscita ad evitare il peggio.
Tuttavia, la conversazione non era ancora giunta al termine, e non sembrava in procinto di farlo.
-Che cosa le ha fatto?- pronunciò, sempre con tono severo.
Euridice lo osservò, poi si fece più vicino.
-Nulla che tu voglia sapere.-
-Si che voglio saperlo-  tuonò il ragazzo.
-Te l' ho appena chiesto.-
Un pesante silenzio, cupo quanto la notte, calò all' interno della tenda.
Euridice sospirò profondamente e, nel farlo, mosse le spalle.
Robb stava diventando davvero insistente, e non avrebbe potuto evitare le sue domande per sempre. Tanto valeva dirgli la verità. Che, in fondo al cuore, già conosceva.
Euridice era certa che le condizioni pessime in cui Joffrey costringeva a stare Sansa non avrebbero interferito con il trattamento di Robb nei suoi confronti. Di un'altra cosa era certa, nonostante facesse fatica ad ammetterlo: Robb era meglio di tutti loro e, probabilmente, anche di lei stessa.
Si fece coraggio, e riprese a parlare.
-La maltrattava ed umiliava continuamente. Una volta l'ho sorpreso mentre le puntava un coltello ad una coscia minacciandola.-
Le sue pupille si dilatarono.
-Subito gli ho intimato di mettere giù quell' affare, ma lui mi ha ignorata. Allora gli ho tirato uno schiaffo così forte che non solo gli ho fatto cadere il coltello, ma addirittura è stato costretto a portare una benda sull' occhio per un paio di giorni-
Euridice rise Ed ebbe la sensazione di trovarsi di fronte ad un fuoco caldo. Poi si fece schifo per averlo solo pensato e torno in sè.
-L' ho protetta da quando mi sono resa conto che da sola non ce l' avrebbe fatta.-
Nessuno dei due seppe che cosa dire per degli attimi che alla ragazza sembrarono lunghi quanto una vita terrena.
Poi il Re del Nord ruppe il silenzio con una frase tagliente quanto una lama.
-Io lo ucciderò, lo sai questo, vero?- il tono di Robb pareva, come al solito, deciso e sicuro.
Euridice alzò la testa lentamente, mantenendo sempre quell' atteggiamento fiero tipico di lei e che il Re del Nord ammirava silenziosamente.
-Certamente.-
Robb la osservò, persa nei suoi pensieri.
-Ho detto qualcosa che ti ha turbata?- domandò il Giovane Lupo.
-No- Euridice rispose prontamente, senza neanche dare il tempo a Robb di aggiungere altro.
-Se questo è il tuo modo di mentire, allora, Euridice Baratheon, sei davvero una pessima bugiarda-
Per la prima volta Robb le si era rivolto senza fare allusioni al suo stato di bastarda, e non riuscì a mentire a se stessa: il suo rispetto le fece piacere.
La ragazza emise un verso di scherno, per poi assumere un ghigno beffardo.
-Non sfidarmi, Robb Stark, ho capacità di cui ti stupiresti-
Il Giovane Lupo la guardò estasiato.
-Forse.-
Euridice sorrise, poi sviò l' argomento.
-Approdo del Re è crudele. Sopravvivere non è cosa da tutti, non è semplice-  fece una breve pausa nella quale sospirò.
-Specialemente per chi viene da fuori ed è puro di cuore come Sansa-
Robb puntò lo sguardo verso il letto dietro la ragazza.
-Tu lo fai da sempre-
-E' differente-  rispose rapidamente  -Io sono nata ad Approdo del Re, mi hanno insegnato a giocare al gioco dei troni prima ancora di insegnarmi a parlare-
Egli alzò gli occhi e li immerse in quelli della ragazza.
-Il Gioco dei Troni?- domandò, inclinando la testa con fare ironico.
Euridice sorrise come se stesse provando compassione per lui.
Fece qualche passo e si avvicinò al ragazzo, è per un attimo giurò di averlo visto arrossire.
-Hai capito bene, il Gioco dei Troni-  fece scorrere lentamente lo sguardo sul volto di Robb, che, incuriosito, l' ascoltava.
-Si gioca solo a quello, ad Approdo del Re; è il passatempo preferito di tutti i nobili. Uomini corrotti ed avidi di potere prima si abbracciano e poi si accoltellano alle spalle, persone spariscono, segreti vengono rivelati. A volte viene anche tirata in mezzo qualche puttana, e poi sì, il gioco è fatto. Le pedine sono pronte.
Ognuna viene utilizzata da differenti personaggi, ma tutte vengono mosse da un enorme burattinaio che regge le fila del loro destino, perchè lo sai anche tu che il più forte vince. Sempre. Lo scopo è uno solo, nonostante tutto, nonostante tutti: il Trono.  E nessuno si fermerà fino a quando non lo avrà ottenuto. A qualsiasi costo. -
Robb continuò ad ascoltare, paralizzato sia dalle parole di Euridice che dal suo tono di voce più sottile di un filo di seta, ma deciso come quello di un guerriero.
-Mia madre una volta mi disse che non ci sono vie di mezzo, o si vince o si muore, ma io penso esista una cosa ben peggiore, addirittura peggiore di tutti i giocatori: diventare come loro per sopravvivere.-

The Young Wolf and The Lion Princess. Where stories live. Discover now