*Due - l'audizione della mia vita

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«Anna Luminati» le sfuggì una nota di preoccupazione. Forse avevasbagliato qualcosa.

«Luminati....Luminati...signora ma sua figlia doveva essere qui un'ora fa»

«Ah.Mi dispiace, è che c'ha invitati un amico di famiglia e quindi...»

«Si ho capito.» Fece un segno sul nome di Anna. «Aspetti un attimo» e dentrò nel buio del teatro di posa, illuminato da riflettori a luce blu. Passò qualche momento, e intanto Anna stava per mettersi a piangere. Il ragazzo tornò leggermente agitato, con un'aria molto stanca, e sempre con quell'aria stanca e poco paziente disse a Federica di entrare; eccezionalmente l'avrebbero fatta esibire anche se fuori dal suo turno.

L'aria era fresca grazie all'impianto di aria condizionata molto più efficente della cubo di sua madre. Anna sentiva quasi freddo, anche per colpa del sudore sceso a mo' di cascata dalla fronte. Si sarebbe ammalata, ma poco importava, lei in quel momento era lì e non voleva starci. L'agitazione quasi febbrile le pungeva ogni parte del corpo come un maglione molto fastidioso. Mancava poco, troppo poco.

La invitarono a rimanere in un angolo buio, vicino ad una grande macchina da presa puntata sul bancone dei giudici, con la scritta in grande LE STELLE D'ITALIA, mentre un tipo la puliva dopo che,a quanto si stava dicendo dalle quinte, un ragazzo non aveva preso affatto bene il loro rifiuto e aveva gettato dell'acqua contro i giudici.

Ora tutti mi odiano. Non sono stata rispettosa nei loro confronti presentandomi a quest'ora.

Uno ad uno i giudici riapparvero dalle quinte. Lo spazio occupato dallo show era veramente piccolo rispetto al teatro di posa, probabilmente perchè quasi tutto lo spazio era usato dai camerini per trucco e parrucco dei concorrenti. Non per Anna, lei sarebbe andata con solo una piccola base di fondo tinta e niente più.

«Pronto...Macchina 2 partito...luce palco...»

Appare dal lato opposto un signore pelato molto sudato, frizzante con i suoi modi giocosi imparati in qualche accademia dello spettacolo da quattro soldi. Anna si fermò ad osservarlo; era proprio il tipo fuori alla porta. Probabilmente parlavano di lei; quanto non voleva trovarsi lì.

Devo andare al bagno. Fu il suo ultimo pensiero. Fu spinta dalla madre, mentre guardava con fierezza il presentatore che faceva segno ad Anna di entrare in scena. Neanche il tempo di accorgersene ed era lì; sotto gli occhi di due, tre,quattro telecamere puntate su di lei, come bestie feroci che osservano una preda succulenta da colpire in gruppo. Da sbranare lì,di fronte a tutti. Snuff Movie.

Piangere forse sarebbe servito, ma ora era tardi.

«Ciao...Io mi chiamo Anna» Le parole erano maledetti macigni. Facevano male anche solo pensarle, e bruciavano come l'inferno anche a causa delle lacrime trattenute.

Difronte a se vi erano tre giudici; il più serio si chiamava Francesco Del monte, produttore e regista italiano di fama internazionale;c'era Antonella Ravanelli, cantante lirica di alta società e quasi sconosciuta alle nuove generazioni; poi c'era Bruno Guazzetti, uno tra i più rinomati cantautori non che vincitore al festival di Sanremo dell'edizione 2016/2017. Ma per Anna erano tutti volti anonimi,tranne per Bruno, il suo idolo.

«Mi piace cantare. Da quando ho sei anni canto tutti i giorni.»

«Ti ha accompagnato tua madre?» Le chiese Bruno,agitando una matita trale sue dita.

«Si. E' lei che mi ha spinto a venire qui. »

ci furono delle risate generali, molto spettacolari...quasi false, come emesse da un apparecchio acustico per le risate preimpostate. Riseforzatamente; doveva piacere alla telecamera e al pubblico. Magari anche allo stesso Bruno chi sa.

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