Capitolo 1: What?

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Hello, hell-oh I am your Daughter

Capitolo 1: What?

Schivò il colpo ma era troppo stanca per continuare la battaglia, non avrebbe retto molto ancora. Non voleva piangere, sapeva che stava per morire ma sapeva anche che Crystal, la sua meravigliosa bambina, era nelle mani di Alexis, che l'avrebbe difesa dai demoni a costo della vita. Urlò quando il mostro le tirò i lunghi capelli bordeaux e gli occhi verdi le si riempirono di lacrime

-Ti arrendi Annalise? -chiese il mostro ridendo

-"Io sono la luce e del bene sono la gioia che riluce, io..." -iniziò a recitare lei ma il mostro la colpì ancora- Vladimir, tu morirai

-Non sei nelle condizioni di ribattere Annalise- rise il mostro nero come il carbone dagli occhi rossi- chi mi ucciderà? Tu?

Lei sorrise- io sono mortale e muoio in questa battaglia, ma la mia piccola ti farà piangere lacrime di sangue Vladimir, perché se io sono la migliore, lei è la migliore delle migliori- e prima che lui potesse leggerle la mente e vedere dove si trovassero le basi della sua organizzazione lei ruppe il dente che conteneva il veleno ponendo fine alla sua vita

-Stupida mortale! -urlò lui buttandola a terra- una figlia eh? Bene...hai firmato la sua condanna Annalise, hai firmato la sua morte

*****

"Aaron" gemette ancora la bruna che aveva rimorchiato in quel bar. Non c'era legame con nessuna donna, una botta e via. Questo era il suo stile. Lo stile di Aaron BlackDiamond, il milionario a capo di moltissime aziende di informatica che lui stesso aveva fondato e tirato su, il milionario dai capelli neri e occhi ghiaccio più desiderato e invidiato al mondo, il "cattivo" senza cuore che non faceva relazioni e non ne voleva. Appena finito si rivesti e tornò a casa sua, nell'ultimo piano di uno dei suoi grattacieli, non portava donne in casa, non le richiamava e non ne voleva sapere di loro. Stava sempre attento a non metterle incinta e si assicurava che in caso la donna abortisse, anche se era più che attento a usare protezioni su protezioni. Si fece una doccia e come solito si addormentò sul suo letto matrimoniale senza pensieri. Tutto di lui era estremamente costoso, abiti, taglio di capelli, orologi, gemelli, scarpe, auto, moto, case, appartamenti...tutto ciò che era di sua proprietà era il meglio del meglio e alla veneranda età di 38 anni non aveva ancora fidanzata o moglie da cui avere eredi, cosa ne sarebbe stato dei suoi soldi era una bella domanda. I suoi colori erano le tonalità più scure possibili e quelle più fredde come l'argento o il grigio.

Quella mattina si svegliò come il solito alle dodici, essere il capo di se stessi implicava anche non doversene fregare di che orario facevi la sera o se il giorno dopo ci andavi a lavoro. Si guardò intorno cercando di mettere a fuoco dove si trovava. Era nella sua camera da letto, pavimento di marmo nero, muri sul grigio scuro, cabina armadio in vetro con sistema computerizzato per scegliere gli abiti tra i centinaia di completi di marca che possedeva, mobili sull'argento, lampadario di cristallo al centro della stanza, letto moderno color pece e una TV a schermo piatto al soffitto. Si alzò dal letto e accese il tg mentre si infilava nel bagno di lusso dai toni scuri che aveva nella camera. Dopo una breve doccia fredda per svegliarsi si vestì, come solito con uno dei suoi completi scuri, prese le chiavi della sua Lamborghini nera e si diresse verso il locale dove di solito faceva colazione

-Iris chiama Stephan, Derek e Simon- disse alla sua AI

-Buongiorno -disse Stephan mattiniero com'era era a lavoro da più di tre ore

-G...Giorno- sbagliò Derek appena svegliatosi anche lui, probabilmente l'aveva svegliato il cellulare che suonava

-Buondì ragazzi- disse allegro Simon, probabilmente era al solito a fare shopping

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