Capitolo 3 (capitolo 30/31)

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"Il fatto che hai ceduto al suo volere...". Non finisce la frase.

"Al diavolo" dico a me stessa.

Mi avvicino e prendo la sua mano, intrecciando le mie dita con le sue. Mi siedo sulle sue ginocchia e avvicino il mio viso al suo. Le sue grandi mani avvolgono immediatamente le mie guance, attirandomi a lui. Le nostre lingue giocano insieme, creando un'esplosione di sensazioni dentro di me.

Alcune lacrime, calde, iniziano a bagnarmi il viso. "Perché piangi?". Si ferma, staccando le sue labbra dalle mie. "Non lo so. Forse per le troppe emozioni della serata". Prendo un fazzoletto per asciugarmi.

Mi guarda con gli occhi pieni d'amore. Forse mi sono innamorata del suo sguardo, prima che di lui. Sorride dolcemente e riprende a baciarmi. Sorrido anche io tra le sue labbra.

Dei tuoni annunciano l'avvicinarsi di un temporale. Sobbalzo leggermente, attirando Alessandro verso di me. Molto lentamente, si stende sopra di me, continuando a baciarmi. "È così che io e te risolviamo i problemi?" gli chiedo mentre lo guardo nuovamente negli occhi.

Annuisce e sorride.

Qualcosa scatta dentro di me. La pelle, al contatto con le sue dita, brucia. Il suo tocco sotto la camicetta lascia una scia di brividi. Le sue dita passano sul mio seno, giocando con i capezzoli, per poi passare alla schiena.

Le mie mani fanno altrettanto sul suo petto, attraversando la camicia bianca e aderente. Gioco con i peli del suo petto, fino ad arrivare ai capezzoli, che pizzico, ridendo.

Un suo gemito, mezzo soffocato, mi fa capire che lo sta eccitando parecchio. E la sua erezione che preme per uscire ne è la prova.

"Non ancora" dico, accarezzandolo proprio lì. Dalle labbra, passa a baciarmi sul collo, per poi scendere lungo tutto il corpo. Bacia il ventre, fino ad arrivare all'elastico degli slip. Le sue dita indugiano ad oltrepassarli.

Li sfila lentamente, come se avesse paura di rompere qualcosa. Come se fossero uno scrigno contenente un tesoro, che non vedi l'ora di aprire, ma che maneggi con cautela per paura di rompere qualcosa al suo interno.

La sua lingua si fa strada nella mia intimità, procurandomi delle brevi ma intense scosse di piacere.

"Questo non è corretto, però..." dico ansimando. "Perché?" risponde, alzando lo sguardo. "Voglio che tu metta fine alla mia sofferenza. E anche alla tua". Indico la sua erezione, ormai impossibile da contenere.

Slaccio la cintura dei suo pantaloni e li abbasso tirandoli velocemente. Passo ripetutamente la lingua sulle mie labbra, inumidendole.

"Ti piace quello che vedi?" mi chiede, portando le sue mani sull'elastico dei boxer. Annuisco e con la mano accarezzo il suo petto. Quanto mi è mancato tutto questo. Chiudo gli occhi per un attimo, pensando a quello che stava per accadere qualche ora fa.

Io mi fido di lui.

Alessandro è il mio salvatore.

Avvicino il mio corpo al suo. Il suo calore, il suo odore...Tutto mi sta mandando in estasi.

Entra dentro di me, facendomi provare attimi intensi di puro piacere. Sentirlo muoversi dentro di me, lentamente e con delicatezza, è una sensazione indescrivibile. Avvicina il suo viso al mio, cercando le mie labbra, che preme contro le sue.

Lascio che la sua lingua entri nella mia bocca, che tengo socchiusa. Inarco la schiena, per permettere ad Alessandro di agevolare le spinte. Il suo respiro affannoso mi fa capire che è quasi al culmine.

Estrae il suo membro appena in tempo, e lo appoggia sul mio ventre. Del liquido bianco e caldo inizia a bagnare il mio corpo, per poi depositarsi all'interno dell'ombelico. Mi bacia nuovamente. "Mi sei mancata, Marta!".

Fuori, il temporale echeggia nell'oscurità. Dentro di me, si fa strada un sentimento che mi lega ad Alessandro ancora di più, per sempre. Sento di appartenergli.

Ha smesso di piovere, ma l'aria è ancora fresca ed umida. Siamo a bordo piscina, seduti sulla sdraio. Gioco con la sua collana d'oro, intrecciandola ripetutamente tra le mie dita. Mi scosta per alzarsi e raggiungere la piscina, illuminata dai fari.

"Cosa ha significato per te questa sera, Ale?" gli chiedo, rubandogli la sigaretta per fare un tiro. Alza i suoi occhi nocciola verso di me.

"Che cosa ha significato? Come se non fosse mai successo nulla, Marta. Come se le ultime settimane si fossero cancellate. Sentirti così, così mia, così vicina..." accarezzo il suo petto, sorridendo per il fatto che sia senza maglia con questa aria fresca.

"Che vogliamo fare?" sospiro. Si alza, porgendomi la mano. Con l'altra butta il mozzicone, centrando il cestino alle sue spalle.

" Merito di meglio? Andiamo, Marta. Tu non lo pensi veramente. Chi potrebbe essere meglio di te? Quello pieno di paura dovrei essere io. Ho paura che ti stanchi di me, che mentre io sarò troppo vecchio, tu sarai ancora piena di vita e bella come un fiore. Ti stancherai presto di me, e cercherai qualcuno di più giovane, con cui divertirti...".

Abbasso lo sguardo. Quanta verità in queste sue parole. "Ale, niente sarà più bello che invecchiare al tuo fianco!" dico, tra le lacrime.

Le sue labbra morbide incontrano le mie, in un dolce bacio.

ASPETTAMI UNCENSOREDWhere stories live. Discover now