Capitolo 2 (capitolo 26)

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"La stanza è la 206" mi dice porgendomi la tessera magnetica. "Tu non vieni?". Scuote la testa "Ti raggiungo dopo. Tu, intanto, fatti una doccia. O meglio: riscalda l'acqua!".

Mi strizza l'occhio e sparisce nella hall.

Mi avvio verso le scale, imprecando mentalmente per lo stato dei miei capelli. Un cespuglio di rovi è più presentabile.

Entrando nella doccia, ripenso alla telefonata di Alessandro. Non l'avevo mai sentito così cupo. Chiunque fosse al telefono, l'ha turbato parecchio. Lascio sul pavimento i vestiti, e stendo un asciugamano per non scivolare.

L'acqua che scorre sembra portarsi via tutti i pensieri negativi della giornata. La guardo mentre scorre, così limpida, sul mio seno. Le gocce si fermano sui capezzoli, per poi cadere giù. Massaggio la testa, assaporando il profumo buonissimo dello shampoo di Alessandro. Faccio scorrere le mani su tutto il mio corpo, desiderando che Alessandro arrivi presto, per poter toccare il suo.

La porta del bagno si apre. Riconosco la figura che avanza dal portamento.

Viene verso di me, in silenzio. Si toglie la camicia, già sbottonata, ed i pantaloni. I boxer li toglie ancora più velocemente. Apre le porte della doccia e mi raggiunge.

Mi prende il viso e mi bacia. Così ardente di passione, ma senza perdere quel pizzico di romanticismo che lo caratterizza.

"Ma che...". Il suo petto, completamente bagnato, è appoggiato al mio. Abbasso lo sguardo e noto la sua erezione. Sorrido soddisfatta nel sapere che gli faccio questo effetto.

"Shh! Non rovinare il momento, piccola!".

Mentre continuo a baciarlo, le mie mani afferrano il suo pene ed iniziano a strofinarlo. L'acqua della doccia continua a scorrere sui nostri corpi, calda e rilassante. Mi abbasso fino ad avere il viso al livello del suo bacino.

"Che vuoi fare?" mi chiede, curvando l'angolo della bocca verso l'alto. Rimango in silenzio, sperando che abbia capito le mie intenzioni. Mi sto accingendo a fare qualcosa che non ho mai fatto prima, e non sono sicura che a lui piacerà.

Lo prendo tra le labbra, e con la lingua comincio a leccarlo. Molto lentamente, partendo dal basso fino ad arrivare alla punta, ripetutamente. Alessandro chiude gli occhi, lasciandosi trasportare dalle sensazioni di piacere che gli sto procurando.

"Sei sicura?". I suoi occhi marroni fissano per un attimo i miei. Annuisco e lui sorride, soddisfatto. Con una mano mi tiene fermi i capelli, mentre con l'altra è appoggiato alla parete della doccia. Inizia a muoversi su è giù nella mia bocca.

Sento che sta per venire, ma non voglio che lo faccia all'interno della mia bocca. Non ancora almeno. Mi allontano lentamente. Mi alzo, portando nuovamente il viso di fronte al suo. "Sulla schiena" sussurro al suo orecchio.

Mentre mi giro, emette un gemito e del liquido caldo bagna il mio fondoschiena. Esausto, si lascia massaggiare dalle mie mani, che lo insaponano dalla testa ai piedi.

"Sei stata bravissima, Marta. Sicura che fosse la prima volta?". Sorride. Lo guardo con ammirazione e scoppio a ridere. "Sei bellissimo pieno di sapone. Comunque, sì, è la prima volta. Davvero sono andata così bene?". Mi bacia con passione.

Usciamo dalla doccia e mi avvolge nel morbido asciugamano dell'hotel. È così bello avere il suo profumo sulla mia pelle. Lo osservo lì, nudo, immobile. Con lui ho perso la mia verginità. Sono diventata donna. Sono diventata sua. Quello che ho appena fatto con lui sotto la doccia, è stata una novità per me. A scuola, sentivo spesso i miei compagni parlare di ciò, come qualcosa da fare in bagno, velocemente e senza amore. Solo per soddisfare le voglie loro e della puttana di turno.


Mi faceva schifo sentirne parlare. Non lo reputavo come una cosa bella da fare. Ma farlo con la persona che si ama, è un'altra cosa. Si prova quel senso di appartenenza, quell'euforia di essere solo tu e lui. Un gesto così intimo, così personale.

"Ehi, non ti devi vestire?". Mi lancia il vestito. "Sì, scusa. Stavo riflettendo". Sparisce oltre la cabina armadio, per poi tornare subito dopo indossando una camicia bianca, dei pantaloni neri abbinati alla giacca ed una cravatta blu intenso.

Cerco di lisciare i capelli con la piastra da viaggio. "Credo che questo ti starà bene". Mi raggiunge porgendomi un diadema con una pietra verde al centro. Mi commuovo. "Ora non piangere, che ti cola tutto il trucco!". Tiro su con il naso e mi asciugo gli occhi con il dorso della mano. "E chi piange?".

Dopo esserci scattati qualche foto, scendiamo per la cena. Come sempre, racconto ad Alessandro di tutto e di più. Dalla mia vita scolastica, alle avventure con Paola e Michela. Ad un certo punto, però, mi interrompe. Si schiarisce la gola. "Marta, io...". Si passa la mano sulla fronte. Posso percepire il suo battito accelerato. "Non so che mi sia successo. Io so solo che mi sono innamorato di te. Ti amo Marta. Per me è un amore nuovo, un sentimento talmente forte che non mi fa dormire di notte. Per questo io...". Deglutisco.

"Tu...cosa?". L'ansia mi assale. Si alza in piedi, tirando fuori dalla tasca della giacca una piccola scatolina di velluto blu. La apre. Dentro, un bellissimo anello con un piccolo diamante al centro. Le lacrime iniziano a scorrere senza freni sulle mie guance.

"Non ti chiedo di sposarmi, Marta. È troppo presto. Ma accetta questo anello come segno del mio amore incondizionato per te".

Rimango senza parole. "Sì...lo accetto!" dico finalmente, buttandomi tra le sue braccia. Lasciata da parte la commozione ed i sentimenti, finiamo la cena per poi allontanarci dall'hotel. Il cellulare di Alessandro squilla nuovamente.

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