"Voglio aiutarti" m'incita a parlare, il tono di voce dolce.

"Ho preso la mia decisione" rispondo in un sussurro, alludendo al discorso dell'altro giorno "Però, così come hai detto tu, sarò costretta a sacrificare qualcosa e..." deglutisco, nella speranza di ricacciare le lacrime "Fa così male"

"Ti prometto che un giorno tutto questo sarà solo un ricordo lontano" mi parla con delicatezza, come se temesse che le sue parole possano rompermi più di quanto già non lo sia "Un giorno la ferita si rimarginerà, il dolore si attutirà e sarai ancora felice" la sua mano mi carezza i capelli come se fossi una bambina che ha solo bisogno di essere rassicurata "Te lo prometto" un piccolo sorriso fa la sua comparsa nonostante le lacrime abbiano ripreso a scorrere.

"Adesso dormi un po', ci sono io con te" mi abbraccia forte ed io, con il volto ancora rigato dalle lacrime, riesco finalmente a prendere sonno.

"Adesso dormi un po', ci sono io con te" mi abbraccia forte ed io, con il volto ancora rigato dalle lacrime, riesco finalmente a prendere sonno

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Stamattina mi sono svegliata presto, stanca di tutti quegli uomini in camice bianco desiderosi di uccidermi che hanno popolato il mio sonno. Mi sono alzata dal letto mentre il sole sorgeva e mi sono fatta una lunga doccia rilassante, sicura che di lì a poco la paura di aver preso la decisione sbagliata mi avrebbe invasa con veemenza.

Invece, contro ogni mia previsione, non è successo. Non ho pianto, dubitato della mia scelta, né mi sono torturata nell'immaginare la conversazione che avrei tenuto di lì a poco con il dottor Clyde. Mi sembra di essere stata avvolta in una bolla in cui non riesco a sentire nulla, ad eccezione di un immenso senso di vuoto. È come se ogni tipo di emozione fosse scivolata via assieme alle lacrime ieri notte. 

Ho indossato un paio di jeans a vita alta ed un maglioncino rosa pastello in modo meccanico e mi sono fissata negli occhi attraverso lo specchio alla ricerca di qualsiasi traccia di debollezza o ripensamento, ma nelle mie iridi non ho trovato altro che vuoto.

Ho preso un post it con il logo dell'albergo dalla scrivania ed ho lasciato un messaggio per Cole, in modo da non farlo preoccupare e soprattutto per impedirgli di iniziare a cercarmi e tempestarmi di telefonate e messaggi.

Scusami per non averti avvisato, però avevo davvero bisogno di una boccata d'aria e sono uscita a fare due passi. Ho la necessità di trascorrere un po' di tempo da sola con i miei pensieri, perciò ho impostato il non disturbare al telefono. Non preoccuparti per me, sto bene. Krystal.

Prima di raggiungere un risultato abbastanza credibile, ho scritto e riscritto quelle poche righe un'infinità di volte. Ho buttato nel piccolo cestino sotto la scrivania una mostruosa quantità di post-it che non mi convincevano in quanto, almeno riletti da me, mi sembrava che urlassero, dalla calligrafia al contenuto, quanto stessi male in quel momento.

Infine, dopo aver posato il biglietto sul comodino di Cole, mi sono presa qualche momento per osservare il suo viso tranquillo e beato mentre dormiva. Stranamente non mi sono sentita in colpa, però mi sono ritrovata ad invidiarlo un po'. Ignaro di tutto e con la facoltà di scegliere se e quando allontanarsi da questa realtà, da quella che ormai è la mia realtà.

Perfectly WrongWhere stories live. Discover now