Qualche minuto dopo erano mano nella mano nella ferrovia, il solo rumore che si sentiva era il tacchetto di Ester che batteva contro il legno del binario in quella mattinata perfetta, il sole era coperto da delle nuvole passeggere e il paesaggio era spruzzato di qualche cumulo di neve che resisteva ancora al tempo che mutava.

-Comunque mi manca ancora correre da città a città, a tal proposito ho una proposta.- annunciò Wilm d'improvviso.

Ester si girò verso di lui interrogativa. -Vuoi andartene cosi su due piedi? -

-Oh, di meglio.- Frugò in tasca e uscì una mazzetta di soldi.

-Dove li hai presi?!- esclamò Ester sorpresa.

-Karl ha una cassaforte nel retro del magazzino, dove contengono le scorte di cibo.-

-Come l'hai scoperto?- quel lato dell'edificio era praticamente l'unico posto dove solo Karl poteva entrare, Ester aveva visto quel luogo soltanto un paio di volte per aiutare il suddetto ma non aveva notato nessuna cassaforte.

-Krista mi ha fatto una soffiatina a proposito.- a quel nome Ester sciolse l'intreccio che avevano formato involontariamente le loro dita.

-Indovino, è bastata una carezza nell'interno coscia e si è sciolta subito? Oppure le hai promesso che sarete scappati insieme? - la rabbia montò il cuore della ragazza, ne aveva abbastanza di quei giochetti, proprio ora che aveva bisogno di supporto non voleva più sentirla nominare.

-Ma cosa... smettila di dire stronzate Ester, perché devi pensare sempre il peggio? Io non devo chiederti il permesso se voglio provarci con una ragazza.-

-Allora dovresti evitare di fare lo stesso con me, perché a quanto pare il piccolo Lord vuole essere libero dagli obblighi, ma qui l'unica che ci rimette sono io!- si sfogò Ester non pentendosi di una sola parola pronunciata.

Wilm rimase di sasso. -Eh? -

-Mi hai sentito, visto che ti piace fare il Don Giovanni potresti almeno prenderti le tue cavolo di responsabilità!- urlò diventando tutta rossa, per poi avanzare davanti a lui sbuffando.

Wilm la prese per il braccio tirandola fuori dal binario e mettendosi davanti a lei.

-Ascoltami bene, sono problemi suoi se non riesce a gestire le sue emozioni e non capisce che per me è solo un gioco.-

-Allora sono un gioco anche io?- chiese non riuscendo più a trattenersi.

Era da molto che quel dubbio le aleggiava nella mente, non riuscendo a eliminarlo e aveva bisogno delle risposte.

-Tu?- chiese facendo dei passi indietro lui, come spaventato dalla figura di Ester che lo guardava tra l'infuriato e il ferito dal basso.

-Io...lasciamo stare, è che... mi confondi e non capisco cosa provi per me.- il tono della voce di Ester si abbassò fino a diventare un sussurro, anche il suo sguardo si abbassò non riuscendo più a reggere lo sguardo confuso del biondo.

Quello era un altro degli argomenti che la ragazza non riusciva ad affrontare nella sua mente, uno di quei pensieri che la ferivano e non la lasciavano respirare per l'irruenza con cui i suoi sentimenti abbattevano ogni difesa quando lo guardava negli occhi.

-Ester...- sussurrò Wilm avvicinandosi a lei, quando tutto d'un tratto un treno gli sfrecciò accanto facendoli sobbalzare.

Le loro menti erano così rumorose che non erano riusciti a sentire l'arrivo del treno.

Si girarono vedendolo passare davanti al magazzino poco distante, per poi notare che vicino l'entrata c'era uno dei furgoni delle SS.

-Wilm.- disse in allerta Ester prendendogli istintivamente la mano.

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