prologo (test)

8 1 0
                                    

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Shy si sedette sulla poltroncina bassa vicina alla finestra e tenendo la tazza con la zampa di gatto disegnata con entrambe le mani e avvicinandola al proprio viso mentre chiudeva gli occhi, inspirando l'odore di Tea ai frutti rossi

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Shy si sedette sulla poltroncina bassa vicina alla finestra e tenendo la tazza con la zampa di gatto disegnata con entrambe le mani e avvicinandola al proprio viso mentre chiudeva gli occhi, inspirando l'odore di Tea ai frutti rossi.

Dal momento in cui era entrata in casa sapeva che sarebbe stata l'ultima volta. Era più considerabile come Tana che come Casa, ma a lei bastava potersi sentire bene in un posto caldo e profumato.

Il sangue scivolava lungo le sottili crepe del pavimento, che pendeva leggermente a sinistra quando entrava.

Finì il Tea e diede un breve sguardo ad Abram Sers, l'uomo a terra con il cranio bucato e un occhio ancora aperto che bloccava le ante dell'armadio nell'altra stanza. Si alzò e lo spostò col piede aprendo l'armadio e prendendo qualche cambio da mettere nella borsa insieme ad un libro.
Chiusa la borsa ci legò il manico della tazza, una borraccia d'acqua e si mise un cappello uscendo di casa e salendo la scala a sinistra della porta entrando nei condotti di aerazione e tirandosela dentro. Chiuse il buco dal quale era entrata e cominciò a camminare rapidamente e silenziosamente lungo i condotti alti, fino a raggiungere un bivio in cui i condotti erano troppo piccoli per una persona.
Aveva lasciato lì una valigia con documenti falsi, soldi e altre cose. Prese dalla tasca anteriore una specie di fiamma ossidrica facendo un buco nel condotto ad altezza uomo, lasciò la fiamma lì a terra spostandola da davanti al buco e imbottendo la valigia con i vestiti al suo interno la spinse giù facendola cadere negli abbandonati piani inferiori del palazzo di fronte.
Indietreggiò qualche metro prendendo la rincorsa e saltò attraverso il buco.
Quell'attimo fu infinito. Era in aria, tra due palazzi, saltava dal sessantacinquesimo piano. Non guardava giù, teneva d'occhio la valigia che nell'impatto aveva lasciato a terra alcuni vestiti d'imbottitura. L'aria le sfrecciava tra i capelli e le sfiorava le guance, il berretto si alzava un po' per la forza del vento dal basso.

Armed SquadWhere stories live. Discover now