Everything Works Out In The End [Starker - Tony Stark X Peter Parker - Raccolta]

Whatever It Takes

Vormir.

Quando Nebula aveva sillabato quel nome, la schiena di Tony aveva avuto un brivido incontrollato. Non sapeva nemmeno perché, ma la prima cosa che aveva fatto era stato guardare Peter e reprimere l'istinto di stringergli la mano. Aveva detto che si trattava di un pianeta, dove l'unico abitante era il suo custode e che, da quel posto, sua sorella Gamora non era mai più tornata. Thanos l'aveva portata con sé, ed era tornato da solo. Nessuno conosceva cosa accidenti fosse accaduto davvero, ma quel mistero era peggio che conoscere la verità, in qualche modo. Non avevano più indagato e Nebula non aveva detto altro, a riguardo, oltre che si trattava di un dominio di morte. Solo... che c'era bisogno di andare in due e in due soltanto.

Quando Tony si era offerto volontario, siccome nessun altro si era fatto avanti, Steve aveva subito proposto di essere lui, il suo accompagnatore. Poi Peter si era messo nel mezzo e, con voce tremante – cercando di camuffarla con un tono più sicuro che non gli era riuscito, aveva detto di voler essere lui, il suo compagno di viaggio. L'oscuro alone che aleggiava intorno a quella missione era pesante e velenoso; Tony era certo che portare Peter significava metterlo in pericolo ma, come sempre, dimenticava la cosa più importante. Quel ragazzo era lì perché aveva uno sconfinato potere racchiuso in quel corpo così giovane, che amava, che aveva sfiorato e avuto più volte, che aveva morso, baciato, bramato con disperazione. Peter era la sua luce, la sua nuova vita, il suo nuovo obiettivo. Peter era qualcosa che mai e poi mai avrebbe messo in pericolo, ma che non poteva chiudere in una torre, perché essenziale; per tutti, per il mondo e per lui. Tony aveva sospirato e aveva accettato, così erano partiti tutti per la missione assurda di recuperare le Gemme dell'Infinito e porre così fine a quella sofferenza; riportare così indietro tutti e portare equilibrio nel mondo. Quello stesso che Thanos – il maledetto Titano – aveva disseminato per un folle proposito di salvezza, che di tutto sapeva tranne che di quello.

Vormir era un posto arido, vuoto; un pianeta che pareva giunto alla sua inesorabile fine; pronto ad esplodere da un momento all'altro, siccome non vi era più niente che lo facesse sembrare saturo di un nucleo pulsante. Peter gli strinse la mano, mentre salivano su per un sentiero scosceso, roccioso, mentre i tuoni erano la loro musica e una lieve pioggia bagnava ogni cosa. Il cielo era oscurato da una nebulosa rossastra; Tony pensò inesorabilmente di aver appena raggiunto l'inferno.

Si fermò. Lo prese per le spalle e trasse un lungo respiro. "Non è necessario che tu venga fin lassù."

"È necessario. Nebula ha detto che dobbiamo essere in due; io, poi, non ti lascio da solo, lo sai. Lo abbiamo stabilito. Lo hai accettato. Non si torna indietro, Tony."

Un ragazzo di diciassette anni, cresciuto troppo. Peter era quel tipo di persona che per le troppe responsabilità aveva bruciato le tappe ma che, per un processo di equità, aveva mantenuto quella sua genuina e dolcissima parte giovane. Quella che, dopotutto, Tony reputava responsabile di quel sentimento doloroso che provava per lui, che non era né protezione né uno stupido senso paterno. Era amore. Un amore che non avrebbe ammesso mai, siccome era quello che era, e non era capace di esporsi nemmeno con chi lo meritava.

Gli baciò le labbra, con una disperata voglia di tornare indietro e portarlo via da lì. Non era un posto adatto, ad un'anima pura e bella come quella. Vormir era per chiunque avesse colpe da espiare, siccome continuava a ricordargli l'inferno e Peter... lui, che colpe avrebbe mai dovuto farsi perdonare?

Sentì le mani di Spider-Man stringersi contro la sua tuta, in un disperato bisogno di sentirlo più vicino. Si sbilanciò contro di lui, e Tony si sentì morire. Gli fece male il cuore, e avrebbe solo voluto accantonare tutto e rimanere lì ad assaggiare le labbra di Peter Parker per sempre.