c a p i t o l o 6❁

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Poggio una mano sulla maniglia ramata e apro la porta.

Lo scampanellio colorato avvisa il mio ingresso incentrando l'attenzione del signor Achille sul mio esile corpo.

"Carissima, come va la vita?" domanda il proprietario sorridente sporgendosi dal bancone.

"Va avanti." alzo le spalle e mi avvicino all'anziano.

Abbasso lo sguardo sul casco che tengo stretto appoggiato al ventre.

Le fiamme rosse sgargianti mettono in risalto il pallore delle mie dita sottili.

"A cosa devo la tua visita oggi? Ti interessa qualche nuovo romanzo?"
La voce di Achille fa saettare il mio sguardo verso di lui.

"A dire il vero, uhm, ha presente il ragazzo che è venuto qualche settimana fa, quando c'ero anche io?" chiedo incrociando le dita mentalmente, riponendo la mia fiducia nella buona memoria dell'anziano signore.

"Ricordo ricordo, c'eravate solo voi due qui." annuisce l'uomo sorridente.

"Beh ecco, potrebbe dargli questo quando passa?" sollevo il casco e lo poggio sullo scuro bancone di legno.

"Devo dire che il ragazzo ha stile!" ridacchia l'uomo sotto i baffi ingrigiti osservando le fiamme scarlatte che risaltano sul casco nero "Comunque non preoccuparti, glielo darò il prima possibile."

Annuisco e mi dirigo verso l'uscita.
"Grazie tante, buona serata."

"Arrivederci cara."

***

Mi tuffo tra le morbide e calde coperte arancioni del mio letto.

Scosto i capelli ancora umidi ricaduti davanti al mio viso e afferro il libro poggiato sul mio comodino.

Piccole gocce di pioggia picchiettano sul vetro della finestra e accompagnano ritmicamente la lettura.

Leggo fin quando le mie palpebre non si fanno pesanti, finché la realtà squarcia il mondo ottocentesco nel quale ero cimentata fino a un minuto prima e la camera buia entra nuovamente nella mia visuale.

Chiudo gli occhi e, accompagnata dal tamburellare della pioggia, la stanchezza prende il sopravvento sul mio corpo minuto.

***

"Secondo te sono andata bene all'interrogazione di chimica?" domanda Isa mangiucchiandosi nervosamente le unghie.

"Si Isa, hai ripetuto in maniera eccellente!" ripeto le parole del prof scimmiottando la sua voce.

"Ma potrebbe averlo detto solo per consolarmi! E se si dovesse pentire della valutazione che mi ha assegnato?! Alla fine non ho ripetuto così bene, dai ho avuto un sacco di momenti di incertezza!" blatera agitata la mia amica.

"Isa, calmati. Il prof non si pentirà di nulla e sei stata eccezionale. Ora respira e mangia qualcosa." la interrompo mettendole una mano sulla spalla.

"Hai ragione, e poi...non sono mica i voti la cosa fondamentale nella vita! Dico bene, no?! I-i voti non contano nulla alla fine, s-sono solamente dei numeri. I-io non sono un numero, io sono una persona. N-non sono un numero, dico bene?! Non-sono-un-numero." ripete lei ad alta voce più a se stessa che a me gesticolando nervosamente.

"Credo proprio che tu abbia bisogno di una boccata d'aria amica mia. Ora fai dei profondi respiri ed usciamo in cortile. Non puoi sicuramente reagire così ad ogni interrogazione altrimenti a fine quadrimestre non ci arrivi nè tu che ti riempi di complessi nè io che devo ascoltarli. Quindi ora ci rilassiamo all'aria aperta e ci godiamo gli ultimi raggi di sole dei primi di ottobre. D'accordo?" la incito poggiando le mani sulle sue spalle.

L'arcobaleno dopo la tempesta Where stories live. Discover now