Per un soffio di vento tra i campi di grano.

18 3 0
                                    


Era una di quelle domeniche tranquille, quelle che ancora si passavano con la famiglia al completo, prima della guerra, prima degli stermini, quelle dove si facevano le gite fuori porta.

Ero seduto sul lato destro, dietro al posto di mia madre, e mi godevo l'aria fresca che entrava dal finestrino aperto che mi scompigliava i capelli; dinanzi a me solo i campi di grano che riflettevano i raggi solari delle 10 del mattino.

Seduto alla mia sinistra vi era mio fratello maggiore, Jin.

Eravamo in viaggio per quella scampagnata che attendavamo da due settimane, visto che mio padre aveva riposo a domeniche alternate, e per quella giornata ci aveva raggiunto anche un vecchio amico dei nostri genitori con la sua famiglia.

Il signor Herrmann e mio padre erano amici d'infanzia, si erano conosciuti infatti all'asilo.
Erano cresciuti insieme e, seppur le loro strade non fossero le stesse, non avevano mai perso i contatti.

Quando furono abbastanza grandi, il signor Herrmann prese le redini dell'azienda di famiglia, mentre mio padre scelse di seguire le orme del nonno e partire per il servizio militare. All'epoca, papà era diventato un importante generale ed ero molto fiero del suo lavoro.

Ludwiga, diventata poi la signora Herrmann, aveva fatto sì che mamma e papà si conoscessero, essendo amica di mia madre.

La signora Herrman proveniva da una importante famiglia ebrea di banchieri.

A quel tempo, non capivo perché mio padre ci tenesse tanto a fare una distinzione tra gli ebrei e "noi", ma imponeva a me e mio fratello di farlo.

Era una donna molto ricca, ma allo stesso tempo dal cuore nobile e gentile. Non aveva mai mostrato un tono arrogante, tanto meno un comportamento altezzoso, nonostante provenisse da una famiglia importante e altolocata, anzi, quando vedeva arrivarsi i suoi figli sporchi di fango perché reduci da una gara con noi, rideva a crepapelle, con la gioia a increspargli il volto.

Erano una bella famiglia, quelle come le si vedono nelle pubblicità, quelle piene d'armonia; a differenza della nostra, dove si respirava quella rigida aria dell'accademia militare.

I figli degli Herrmann, di conseguenza, erano cresciuti con noi. Jin era il più grande del nostro quartetto, a seguire c'era Namjoon, più piccolo di mio fratello di due anni e più grande di me di uno, io e poi Sibylle.

Ludwiga per noi era come una seconda madre come la nostra lo era per loro. Era una donna che nonostante i suoi quasi quarant'anni mostrava ancora il suo fascino da ragazzina, sempre vestita per bene, con la sua collana di perle abbinata agli orecchini e il rossetto rosso fuoco ad abbellire le labbra, i suoi occhi azzurri truccati da quel filo leggero di mascara e i capelli castano chiaro raccolti in morbide onde.

Una donna di grande fascino e grande cultura. Lei amava la letteratura straniera, tanto da aver affidato al suo primo figlio il nome di un protagonista di un romanzo coreano, letteratura che aveva conosciuto grazie alle origini orientali di mio padre.

Noi, infatti, eravamo di origini coreane, seppur papà fosse nato e cresciuto in Germania, era pur sempre legato alla sua terra madre.

Crescendo, il nostro quartetto si era diviso.
Jin e Namjoon passavano molto tempo insieme, discutendo di libri e della scuola, dell'università che avrebbe da poco iniziato mio fratello e di quella avrebbe voluto iniziare Namjoon dopo il diploma.

Col tempo, il rapporto che si era creato tra me e Sibylle era cambiato. Da piccoli, quando i nostri fratelli parlavano ancora del liceo che stavano frequentando, continuavamo a sporcarci di fango e correre per i campi di grano; bastò non vederci per un anno a far diventare lei una donna e me un uomo.

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Mar 29, 2020 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

Per un soffio di vento tra i campi di grano
 Where stories live. Discover now