Number 16

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Mi accorgo che nei sedili più avanti ci stanno fissando, persino i suoi amici, tutti guardano noi anzi me.
-Non mi chiamo Isabella, non più- dico sospirando per poi riprendere.
-E non marinerò la scuola per te Gallagher, se hai qualcosa da dirmi lo puoi fare in qualsiasi momento.
Mi appoggio allo schienale mentre guardo male chi mi fissava
-E voi che avete da guardare?- domando con calma ma mantenendo lo sguardo minaccioso, non c'è niente da fare io ero così e non posso cambiare.
Aidan smette di ridere e mi sussurra all'orecchio:
-Quel che ci dobbiamo dire riguarda solo me e te-
Non lo rispondo facendolo innervosire.
-Se vieni con me magari ti perdono per avermi lasciato solo in hotel quella sera- mi dice continuando a sussurrare.
-Ti avrei fatto solo del male- torno a tacere.
-Si ma ora sei seduta qui al mio fianco e sinceramente vorrei tanto sapere come hai fatto, ho aspettato settimane per vedere quando saresti esplosa in modo da poterti parlare- si mise le mani in tasca.
-Non marinerò la scuola con te Aidan- dico alzandomi mentre l'autobus si ferma.
Prendo lo zaino e inizio a scendere ma lui mi prende per il polso. Siamo rimasti solo noi due alla fermata a guardarci negli occhi.
-Col cazzo che te ne faccio andare di nuovo! Voglio sapere che è successo da un'anno a questa parte! Perché sei qui!? Hai detto che eri troppo poco per me, allora perché sei qui?!- è piegato verso di me e non accenna a lasciarmi.
"Grazie a Dio non c'è nessuno che ci abbia sentiti".
Sospiro mentre mi metto l'altra mano nei capelli.
-Mi hanno adottata, tutto qua-
-E guarda caso hai iniziato a frequentare la mia stessa scuola?- la maschella chiusa, gli occhi verdi puntati su ogni mio piccolo movimento e la mano che mi stringe il polso senza mai cedere.
-Si, chiamalo destino, sorte o come vuoi-
Mi lascia, si sistema lo zaino e si gira.
-Dove vai?-
-Marino la scuola, ho bisogno di aria- attraversa la strada e si fa sempre più piccolo ai miei occhi.
-Cazzo me ne pentirò sicuramente- dico mentre lo raggiungo.

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