Capitolo 6

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«Tieni. E sbrigatevi, siete in ritardo.»

La proposta di Lyra venne stroncata sul nascere. La causa rispondeva al nome di Aquila, che aveva appena fatto ingresso nella stanza.

Pronunciando quelle parole aveva poggiato un vestito, piegato accuratamente, sul letto della rossa; proprio quest'ultima la fissò con fare interrogativo.

«Grazie...? Perché l'hai preso tu?»

Aquila, accenando un movimento della mano come per tacere Lyra, si spiegò in poche parole.

«Corona. Le ho chiesto di aprire per me la tua sezione, immaginavo non avessi ritirato i tuoi vestiti oggi. E avevo ragione.»

Senza lasciar loro tempo per rispondere, la castana uscì dalla stanza con passo spedito.

«In ritardo... per cosa?»

La domanda di Cassiopea non si fece attendere, e non la si può biasimare: chi, al posto suo, avrebbe capito lo scambio di frasi avvenuto negli ultimi secondi?

«É la riunione... Solitamente non succede nulla di interessante, ma penso sia buona educazione far finta che te ne importi qualcosa. Se aspetti qualche minuto...» si interruppe, sfilando gli abiti indossati fino a quel momento «... ci sono quasi...» e ancora un attimo di pausa, dettato da intervalli tra silenzio e zip che si chiudono «... ecco fatto! Possiamo andare, sì.»

Cassiopea si incamminò verso la porta, e così per qualche passo al di fuori di essa, prima di ricordarsi di non avere la benché minima idea di dove andare.

«Lyra? Dove...?»

"Dove dobbiamo andare?", "Dove é andata Aquila?" o "Dove é il bagno?" sarebbero state possibili prosecuzioni della domanda, ma a quando pare Lyra recepì il messaggio prima ancora che la bionda terminasse di articolarlo.

«Destra, dritta, sinistra, sinistra, apri la porta e poi tutta a destra.»
Lo sguardo basito di Cassiopea fu sufficiente per causare in lei una sonora risata.
«Scherzo, scherzo. Vieni con me, andiamo.»

La rossa si avviò in direzione della "riunione" mentre l'altra la seguiva, iniziando ad inquadrare, anche se molto sommariamente, la struttura della base.

Man mano che si facevano strada tra gli androni, ci si poteva rendere conto che rumori si alzavano proporzionalmente; schiocchi di scarpe che percorrevano i pavimenti, fruscii di fogli tenuti disordinatamente sottobraccio, tintinnii di penne e cianfrusaglie nelle tasche.

«Siamo quasi arrivate, spero non abbiano aspettato solo noi per iniziare...»

E come iniziare in modo migliore se non con la previsione di Lyra avverata?
Appena spinsero il maniglione, aprendo la doppia porta dalle vetrate opache, questo causò un fastidioso scricchiolio che destò l'attenzione di un cospicuo numero di persone.

«Buongiorno!»
Lyra salutò il resto della stanza con una naturalezza disarmante, nonostante fosse evidentemente in ritardo, mimetizzandosi poi nei precisi schieramenti già organizzati nella stanza.
A Cassiopea non rimase che fare lo stesso: scrutò gli arrangiamenti di fronte a lei fino a trovare uno spazio tra due figure che la sovrastavano di almeno una quindicina di centimetri.

Se fino a quel momento un mormorio ininterrotto aveva fatto da sottofondo ai suoi movimenti, in un attimo tutti tacquero.

Il rumore secco dei tacchi degli stivali sul pavimento interrompeva il silenzio ad intervalli regolari. Uno, due. Uno, due. La vista di Cassiopea era oscurata dalle massicce figure davanti a lei, rendendole impossibile vedere chiunque stesse camminando.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 15, 2020 ⏰

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