Capitolo 5

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Il giorno dopo mi dovetti svegliare presto per andare a lezione, Bea mi mostrò la classe di psicologia e insieme entrammo, tutti mi guardarono e la professoressa vedendomi esclamò <Oh! Qui abbiamo una nuova allieva, sono la professoressa Longo ed insegno psicologia e filosofia in questa classe tu sei?>

<Bianca, .>E detto questo mi girai per cercare un posto, erano tutti occupati infatti Beasi sedette vicino ad una ragazza con i capelli lunghi e neri e gli occhi azzurri,Alex vicino ad un ragazzo alto e magro e Gio non frequentava quel corso cosìoptai per l'unico posto ancora libero, mi sedetti vicino alla stessa ragazzaarrogante e presuntuosa che mi aveva mostrato i corridoi, siccome era la miaprima lezione di psicologia per la prima mezz'ora provai ad ascoltare ma noncapendo nulla mi guardai un po' in giro e notai che la classe era moltodiversa da quella della vecchia scuola, le pareti erano tappezzate di cartellonifatti dai ragazzi con titoli enormi e tutti colorati, ciò faceva contrasto con lepareti che erano dipinte d un giallino pallido probabilmente schiarito neltempo, su due lati erano presenti due grandi finestre che faceva entrareabbastanza luce da non dover accendere quelle artificiali neanche al mattinopresto, nella vecchia scuola al contrario le finestre erano talmente ridotteche anche a mezzogiorno bisognava accendere le luci e ancora sembrava facesse buio...insomma la classe era fantastica.

 Guardai la mia vicina, era più truccata di unbambino a carnevale e sul diario aveva un'etichetta glitterata sulla quale c'erascritto "Amato Linda" così era quello il suo nome, abbassai la testa e mibloccai vedendo le sue scarpe, in pratica erano alte quanto me e, anche se iosono considerata una nana da giardino, quei tacchi erano esagerati che poi michiedo come faccia a camminare, io inciampo con le scarpe da ginnastica... < Vuoi smettere di fissare le mie scarpe? Sonun'edizione limitata tu non riusciresti a permettertele nemmeno lavorassi> avevadetto quelle parole con un tono che se non mi fossi trattenuta l'avrei potutastrangolare a mani nude quindi ribattei <peccato perché se avessi abbastanzasoldi ne comprerei dieci per poi regalarle alle povere ragazze che si credonole più fighe solo perché hanno dei trampoli sotto ai piedi... potresti andare alcirco a fare il clown sai> 

Il sarcasmo era la mia specialità anche quellavolta funzionò e lei stette zitta per tutta la giornata guardandomi ogni tanto conaria di sfida ma io non cedetti e feci finta di ascoltare pensando invece adaltro.

ECCO NUOVI CAPITOLI! SPERO VI PIACCIANO, XOXO!

Una chiave, mille segretiWhere stories live. Discover now