u n o: "come cristallo"

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Avete bisogno di un riassunto dei capitoli precedenti?
Lo trovate nella descrizione di questo libro :D buona lettura!
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Connor's pov

04:57:40 AM, 21 Aprile 2040

ERRORE DI SISTEMA:
SOFTWARE DANNEGGIATO
RIVOLGERSI ALLA CYBERLIFE

«Buongiorno, amore.»
Una voce soave mi sveglia dal sonno profondo, apro esiguamente gli occhi. Scorgo un'esile sagoma, poco vivida, illuminata da un bagliore di luce quasi accecante.
Lei è di fronte a me, iridescente, con i suoi lunghi capelli color miele che le incorniciano il viso pallido, le labbra lievemente inarcate in un sorriso amichevole e rassicurante, i movimenti del capo aggraziati e leggeri. Mi è impossibile vedere i suoi occhi, per via della luce brillante di cui è circondata.
Ma non importa, li conosco fin troppo bene.
La osservo immobile, con un sorriso accennato, senza proferire parola. Qualunque gesto o qualunque suono avrebbe profanato la purezza di quella figura angelica, seduta davanti a me, sul morbido letto dalle lenzuola bianco latte su cui sono steso.
Un piacevole venticello soffia nella stanza, smuove le sue ciocche dorate. Un vago profumo di ciliegie inebria lo spazio circostante, sposto il mio sguardo sulle pareti luminose, come i raggi del sole che irrompono dalla finestra aperta per metà, alla mia sinistra. I miei occhi tornano su di lei. Un clima di pace e serenità.
Calma piatta, tutto è in ordine, ogni cosa è come dovrebbe stare.
Io, lei, insieme, come prima.
«Hai dormito bene?» domanda, sporgendosi verso di me.
«Sì, amore.» rispondo, ammaliato.
Il suo spettacolare visino, il sorriso, la voce. Mi mancava tutto di lei.
E ora, è qui. Qui con me. Come doveva essere fin dal principio.
Mi tiro su con il busto, avvicinandomi a lei con movimenti pacati.
Ha in dosso un vestitino color panna a fiori rosa, le sta d'incanto.
Osservandola più da vicino, noto qualcosa brillare intensamente sulla sua mano destra, posata sulla coscia nuda.
L'anello con la gemma azzurra, che le regalai il 17 Dicembre di due anni fa, per il suo ventiduesimo compleanno.
È ancora lì, all'anulare destro, come allora ancora oggi.
Non mi ha dimenticato.
«Lo hai tenuto?» domando, sorridente.
Il nostro amore arde ancora, vivo e indelebile. Indomabile, come il primo giorno. Eterno e senza fine come l'universo più profondo.
Impossibile da ignorare, da obliare.
«Lo porto sempre con me.» mormora.
Riesco a sentire il suo respiro sul mio volto, è caldo, flebile come una fogliolina di primavera sulla fronda di una quercia secolare.
«Non potrei mai separarmene.» abbassa la testa verso il gioiello.
«Perché mi ricorda di te.»

ERR0RE DI SIST3MA:
S0FTW4RE DANN3GG1ATO
R1VOLGERS1 ALL4 CYB3RLIF3

Una tempesta impetuosa travolge d'improvviso la camera, la finestra sbatte bruscamente in un rumore sordo. Il profumo di ciliegie sembra essersi dissolto.
Il sole, oltre il vetro, ha smesso di irradiare calore. La figura celestiale non splende più.
La stanza adombrata, il cielo annerito. Si odono tuoni urlanti, i singhiozzi soffocati di chi piange un morto.
Le pareti gridano. Tormento, terrore, paura. Paura.
Devo avere paura.
Il gelo siderale attraversa furiosamente i miei circuiti, brividi di freddo ghiacciano la mia mente. Persino i pensieri, sembrano congelati.
«Non posso separarmene.»
Ella alza di colpo lo sguardo, fissandomi con occhi incavati, completamente vuoti.
La pelle, non più candida, è decomposta. Cerea, scheletrica, putrescente. I capelli miele ora grigi, senza riflessi, macerati.
L'abito strappato e putrido, le ossa sporgenti sulla superficie rugosa.
La sua voce armoniosa, tramutata in un verso disumano.
Viscidi vermi strisciano come sanguisughe lungo la faccia deformata, fino a entrare nella sua bocca, spalancata in modo innaturale.
È la rappresentazione umana della Morte.
Divora ogni cosa, nulla sopravvive al suo passaggio.
Nemmeno la speranza.
«È tutto ciò che ho...» guaisce l'essere raccapricciante.
Resto pietrificato, la pompa battiti incontrollabile nel petto.
I suoi bulbi oculari sono piantati su di me, come se volessero divorarmi l'anima. Totalmente neri, come le ali color pece di un corvo.
La tormenta nella stanza aumenta la sua veemenza, la finestra sbatte violentemente contro la parete per l'ultima volta, fino ad esplodere in una burrasca di vetri, che precipitano sul pavimento breccioso.
«È tutto ciò che mi resta di te.»
La guancia scarna del diavolo è rigata da una lacrima scarlatta.
«Da quando sei morto.»
La figura infernale si frantuma, come cristallo, in milioni di piccoli pezzi, che si dissolvono repentini nell'aria.
L'eco di un grido straziante, è tutto ciò che ne rimane, assieme all'oblio da cui sono inghiottito.

My Light 2 || Detroit: Become HumanΌπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα