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Si erano da poco ripuliti dal sesso nel bagno dello studio e si stavano ancora finendo di rivestire, quando Daniele fece irruzione nello studio del suo compagno: spalancò la porta furioso e si precipitò dentro per poi fermarsi di colpo.

Davanti a lui si palesò una scena inequivocabile: il suo compagno indossava solo i jeans, petto e piedi erano nudi, il volto divenne immediatamente teso non appena i loro occhi si incontrarono.

Era stato beccato, il bastardo che si vantava tanto di essere un santo, e la rabbia infiammò il sangue nelle vene di Daniele: si volse verso la puttana che aveva fatto sesso con il suo compagno:

-E tu, ci hai traditi con questo?- disse con un tono di voce talmente sprezzante che fece rabbrividire Guido:

-Non è come pensi- si sentì dire il tatuatore mentre gli occhi del ragazzo del bar si facevano tristi e confusi e tentavano di avere un contatto con quelli dell'altro nella speranza di leggervi una spiegazione di quanto stava accadendo:

-E com'è, allora?- domandò Daniele incrociando le braccia sul petto: -Il nostro compagno è finito in ospedale per colpa tua e tu, cerchi di espiare i tuoi peccati scopandoti uno conosciuto?!-
-Tra noi è finita!- tuonò Guido. Daniele impallidì.

Guido si sentì spaesato: sapeva di aver commesso un errore, il peggiore di tutti. E non era aver fatto sesso con uno sconosciuto: avrebbe dovuto liberarsi prima dei suoi due compagni, prima di permettere loro di rovinargli completamente la vita.

-Ed a lui...- sussurrò Daniele con voce sempre più tagliente indicando il ragazzo con un dito: -... a lui, hai detto di aver dimenticato di informare i tuoi due compagni di aver deciso di lasciarli?-

-Due?- sussurrò il ragazzo aggrottando la fronte: -Tu hai una relazione con... due... con qualcun altro?- gli domandò sorpreso:

-Oh! Questa è bella!- esclamò Daniele: -Non gli avevi detto di essere impegnato?- Guido vide il volto del ragazzo tingersi di un rosso vivo e tutta la dolcezza e l'incertezza che l'avevano mosso sino a quel momento, sparire di colpo:

-Mi hai soltanto usato!- urlò il ragazzo e Guido sentì un dolore improvviso scuoterlo sin nel profondo:

-Non è come pensi...- disse con un fil di voce, ma Daniele lo interruppe con una risata sarcastica:

-Non sai dire altro a tua discolpa?-
-Se mi lasciaste il tempo di spiegare!- urlò il tatuatore mentre il ragazzo del bar finiva di afferrare le sue cose dirigendosi verso la porta:

-Aspetta...!- urlò Guido nel tentativo di fermarlo, ma la sua frase rimase a metà mentre, la consapevolezza del perché, si faceva spazio nelle menti degli altri due. Daniele scoppiò a ridere mentre sul volto dell'altro iniziavano a scendere roventi lacrime di delusione:

-Non ti ricordi neanche il suo nome!- esclamò Daniele rivolgendo al ragazzo uno sguardo trionfale. Il giovane si sentì mortificato, umiliato, aveva seguito quell'uomo spinto da un impulso viscerale, aveva chiaramente sentito dentro di sé quel sentimento farsi strada, dentro il suo cuore, prepotentemente sin dal primo scambio di sguardi con lui al bar.

Si era fidato di lui, nonostante la sua evidente confusione, nonostante fosse ubriaco, nonostante non lo conoscesse, perché il suo cuore gli aveva suggerito di farlo, perché pensava di aver letto negli occhi dell'altro di poterlo fare.

Ma era stata solo un'illusione romantica e profondamente stupida: si era fatto sedurre da un idiota casinista che, evidentemente, non aveva neanche idea di ciò che voleva dalla sua vita.

Aveva già una relazione, con ben due persone!, e si era tenuto tutto per sé coinvolgendolo nel suo tradimento nei confronti dei suoi compagni, facendo di lui un amante da una botta e via.

Era furioso con se stesso: doveva smetterla di vivere in un mondo romantico, come se si trovasse all'interno di chissà quale struggente fiaba. La vita reale era qualcosa di diverso ed era arrivata a presentargli il conto sbattendogli in faccia tutta la sua crudeltà.

Uscì dalla stanza senza aggiungere altro: un po' perché il nodo che gli serrava la gola gli impediva di parlare, un po' perché non vedeva che altro aggiungere a sua discolpa, un po' perché la situazione che si era creata dava, agli altri testimoni, un'immagine di lui che lo mortificava profondamente.

Guido sentì le mani iniziare a tremare, continuò a fissare per un po' il punto dove, sino a qualche secondo prima, stava il ragazzo del bar, sentendo dentro di sé una voglia spasmodica di picchiare Daniele. Ma non avrebbe commesso un altro errore.

-Sei contento, adesso?- gli domandò furioso e Daniele si limitò a stringersi nelle spalle. Gli rivolse uno sguardo disgustato prima di dire:

-Il mostro, qui, sei tu. Sei tu che hai tradito noi, sei tu che ti sei scopato un ragazzino dopo averlo sedotto facendogli credere chissà che... e non ti ricordi neanche il suo nome!-
-Tu non hai idea di quello che ho passato io nelle ultime ore...-
-E questo ti autorizza a spezzare cuori a destra ed a manca perché... hai sofferto? Quindi, sei autorizzato a far soffrire il resto del mondo a tuo piacimento?- lo interruppe Daniele.

Guido strinse i denti cercando di non ribattere alle parole dell'altro, di non cadere nella sua trappola.

-È finita tra di noi, Daniele, lo è da tempo. Ho fatto di tutto per tenerci uniti, ma sono... stanco di lottare per fare reagire Alessio, ed altrettanto stanco di tenere a bada te e le tue continue stronzate da prima donna. È vero, non ricordo il nome di quel ragazzo ma, in poche ore, è riuscito a dimostrarmi più tenerezza e... sì, amore, rispetto quanto me ne abbiate dimostrati tu ed Alessio in questi anni. Vi siete sempre approfittati di questo mio stupido carattere, sono sempre stato il pacere, quello su cui scaricavate le vostre incertezze e le vostre cazzate e, facendolo, avete presto dimenticato che ciò poteva farmi male, avete incominciato a non domandarvi più come mi sentissi io- Guido terminò la frase con un fil di voce: erano pensieri, le sue parole, profondi e radicati dentro di lui da chissà quanto tempo.

Pensieri che avevano minato il suo rapporto con gli altri giorno per giorno, sbriciolandolo un po' per volta, sino a lasciarlo completamente vuoto.

Per questo era stato facile con il ragazzo del bar: aveva trovato terreno fertile, un posto da riempire e l'aveva fatto con la medicina più giusta per Guido... tanta tenerezza.

Il giovane sospirò scuotendo la testa, sembrava che Daniele avesse esaurito le parole, rimaneva immobile con gli occhi bassi. Guido gli si avvicinò:

-Se tu ed Alessio dovreste avere bisogno di qualcosa, io, per voi ci sarò sempre ma... come amico, Dani. Tra noi è finita...- ma non è ebbe modo di concludere la frase perché Daniele sollevò di colpo gli occhi su di lui e, furente, si avventò sulle sue labbra infilandogli la lingua in bocca.

Guido rimase pietrificato, sgranò gli occhi ed il suo pensiero corse immediatamente al ragazzo del bar: immaginò i suoi occhi così blu, come quello delle opere di Yves Klein, le sue labbra dal sapore dolcissimo, la sua voce pacata ed incerta... era tutto perfetto, anche il fatto che fosse tanto basso e mingherlino, persino più di Alessio, non gli erano mai piaciuti i ragazzi troppo bassi, ma... Mattia era perfetto per lui.

Lo stupore lo fece riscuotere dal suo torpore: aveva ricordato il suo nome! Si scostò bruscamente da Daniele interrompendo il bacio, aveva ricordato tutto del suo incontro con Mattia... voleva correre a dirglielo, era l'unica cosa di cui gli importava davvero.

-Mi dispiace ma, io adesso amo un altro-
-Il ragazzo del bar?- domandò scettico Daniele: -Ma se non ti ricordi nulla di lui, non ricordi neanche come si chiama!-
-Ricordavo solo con quanta tenerezza ed ingenuità si fosse fidato e donato a me. Ma, paradossalmente grazie a te, adesso ricordo tutto di lui...-
-Non ti basterà- Guido sorrise dolcemente al tentativo subdolo dell'altro di costringerlo a rimanere al suo fianco.

Lo capiva, lo aveva amato, si avvicinò a lui e lo strinse forte al suo petto. Daniele si aggrappò alle sue braccia nascondendo la testa nell'incavo del suo collo nascondendogli le sue lacrime:

-Non mi lasciare...- mormorò contro la sua pelle e Guido, fosse stato il giorno prima, avrebbe ceduto, come sempre.

Ma le cose non sarebbero cambiate e dopo qualche giorno di pace, la loro relazione sarebbe tornata ad essere il solito inferno. Si sciolse dal loro abbraccio:

-Mi dispiace- disse ancora: -Ma non vi amo più-

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