La porta si aprì. Anche se solo per un breve momento, abbastanza, per chi io speravo entrasse.

Ero sul punto di dire il suo nome, di sospirare di sollievo. Lui era qui. Lui era al sicuro.

Ma mi fermai proprio un secondo prima. Poiché questa persona, dalla sua struttura delineata dalla fioca luce rossa, non era Harry. Il mio stomaco sprofondò. Tutto ciò che riuscii a scorgere fu che questa persona aveva una struttura più lunga, più grande e più robusta. E non c'era nessun segno di ricci arruffati sopra la sua testa.

Trattenni il respiro e ritornai contro la parete, stringendo la pistola che tenevo vicino al petto. L'uomo senza nome entrò dentro e chiuse la porta dietro di lui.

Oh, no. Oh, merda.

Il mio cuore batte così rumorosamente nello spazio silenzioso da essere sicura che lui lo avesse sentito. Era un altro paziente, lo sapevo bene. Qualcuno che era corso qui per sfuggire alle guardie, proprio come me. Non avevo idea da che reparto venisse, e non avevo idea di quanto fosse pericoloso.

L'oscurità ritornò quando chiuse la porta dietro di lui. E questa volta, non ero da sola nel ripostiglio.

Non si era ancora accorto di me. Tutto ciò che stava passando nella mia mente erano un mucchio di parolacce che solitamente solo Harry avrebbe usato, nel panico, preoccupazione e paura. Non riuscii a pensare a niente se non a tenere chiusa la mia bocca e a sperare che se ne sarebbe andato. Lo sentii respirare pesantemente, come se avesse corso. Ero grata per questo poiché sovrastava qualsiasi rumore che sarebbe potuto sfuggire da me. E se avesse sentito o se si fosse guardato in giro e scoperto che ci fosse un'altra ragazza qui, magari non avrebbe voluto farmi del male. Forse voleva soltanto fuggire, forse si stava nascondendo per alcuni minuti e poi sarebbe andato via.

Ma ben presto si calmò, questa persona anonima che si trovava solo ad un metro e mezzo di distanza da me. Il suo respiro rallentò. Il mio cuore stava martellando contro il mio petto e stavo cercando di non entrare in panico, facendo del mio meglio per trattenere il suono del mio respiro pesante. Pregai a Dio che stessi facendo un buon lavoro per passare inosservata.

Ma improvvisamente lo sentii muoversi. Non fisicamente, ma ci fu qualcosa nell'aria. Un cambiamento nella fissa tensione, un guizzo di movimento nell'oscurità. Trattenni il respiro.

Era qualcosa di piccolo, qualcosa che non riuscii a sentire. Qualcosa come una girata di testa o un sollevamento di mano. Il mio corpo iniziò a tremare con scosse nervose mentre chiudevo gli occhi, trattenendo il respiro.

Nel silenzio tombale, udii del tessuto muoversi sulla pelle. Sicuramente si trattava di una girata di testa. E dal cambiamento nell'aria, capii che si fosse girato nella mia direzione. Sapeva che io fossi qui.

Parlò con un profondo e rauco sussurro che mi fece venire i brividi.

"Ti sento respirare."

HARRY'S POV

I miei occhi si aprivano una volta ogni tanto. Ma era tutto sfocato quando lo facevano. Lottai per svegliarmi, qualcosa di importante stava trovando la strada per arrivare nella mia mente offuscata. Dopo si chiusero di nuovo mentre io scivolai ancora una volta in uno stato di incoscienza. Venni trasportato dalla realtà di una piccola, strana stanza d'ufficio a dei sogni su Rose, risate e spiagge assolate. Quando sognai, lei indossava un costume da bagno bianco, uno di questi nuovi indumenti chiamati bikini. Le sue lunghe e nere onde cascavano sulla sua schiena e stava correndo sulla sabbia polverosa, urlando e ridendo mentre io la rincorrevo. Mi sentivo libero, solo noi due insieme a sollevare delle goccioline d'acqua quando entrammo in essa. E dopo ritornai nella strana stanza con le pareti rosse, le mani dietro la mia schiena.

Psychotic [h.s.] (Italian translation) *EDITING*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora