scontro

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Inspiration

Jonghyung pov: alzai lo sguardo al cielo provando quasi un senso di tristezza. Ero rannicchiato su quella piccola terrazza ormai da qualche ora...ma non aveva importanza. Sentivo il tempo scorrere, implacabile. Tic tac...

Era proprio un bel tempo. Non faceva né troppo caldo, né troppo freddo. Un leggero venticello mi scompigliava i capelli portando una ventata di primavera. Quella era la stagione che più preferivo. Amavo vedere i fiori riprendere vita e sbocciare. 

Tutto sembrava risplendere la primavera. Avrei davvero voluto che funzionasse così anche per me...sarebbe stato tutto più semplice. Ricominciare tutto da capo, senza pesi, senza fardelli, senza aspettative, senza le malevoci che iniziavano a sparlare non appena voltavo le spalle. Sospirai riprendendo a guardare l'orizzonte. Non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo...era come se tutta la voglia di fare...di lottare...mi stesse lentamente abbandonando. 

Ero stanco...davvero stanco di non provare nulla... "Chissà...se esiste qualcuno in grado di rendermi felice...qualcuno che riesca ad amarmi per quello che sono..." Il mio non era altro che un debole sussurro che si perse nel vento. Non osavo esprimerlo ad alta voce. Non osavo ostentare quella debolezza. Nel mio mondo non era concessa. Non era nemmeno contemplabile.

 Dovevamo ostentare la perfezione. Non ci era consentita tregua. Non ci era consentito provare emozioni. Non ci era consentito innamorarci. E in quel momento...sentivo tutta la solitudine dei miei ventisette anni... "Perché non posso semplicemente essere libero di volare?" Protesi una mano, quasi in trance. In quel momento avrei solo voluto urlare al mondo quanto era ingiusta quella vita. 

Quanto queste catene mi stessero strette. Quanto volessi vivere una vita normale, semplicemente facendo quello che mi appassionava, ossia cantare. Non mi servivano molti soldi, la fama o il successo. Mi sarei accontentato di poter cantare. Chiusi gli occhi. 

Sentivo il mio corpo tremare ma al momento non mi importava. Volevo solo che quella sensazione di inadeguatezza sparisse. Volevo solo poter sorridere un'ultima volta. Volevo solo... sperimentare il calore di un abbraccio. Volevo innamorarmi. Ma sapevo che era impossibile. Non sarei mai andato bene a nessuno. Ero inadatto .Ero imperfetto .Ero rotto.

 Chi avrebbe mai potuto stare al mio fianco in una situazione simile? Nemmeno io stesso l'avrei fatto... 

"A quanto pare...mi toccherà stare qui per un altro po'..." Biascicai affondando il viso contro le ginocchia. Non mi andava di tornare ancora alla vita reale, così ricca di problemi, di stress. Cinque minuti non avrebbero di sicuro ucciso nessuno, giusto? Lasciai che i miei occhi si chiudessero. Mi sdraiai sulla fredda pietra, incurante della posizione poco comoda che avevo fatto prendere al mio corpo. 

Probabilmente dopo me ne sarei pentito ma pazienza. Ora ne avevo bisogno. Avevo bisogno di starmene un po' in pace senza fan scatenate che mi inseguivano ad ogni angolo della strada. 

Senza i giornalisti che non conoscevano la parola "no".senza le grandi aspettative dei produttori. Senza nessuno. Solo io. Io e la mia ispirazione. Solo io e la mia voglia di vivere. Di volare. Di andare lontano. Di diventare un modello per le altre persone. "Non succederà mai... dopotutto... Dopotutto...ho imparato molte cose in questi ultimi anni. In primis...i sogni...che non diventeranno mai realtà. Per quanto duramente una persona ci possa provare a volte sono semplicemente irraggiungibili."

Sussurrai balbettando lievemente a causa del freddo. Volsi lo sguardo al cielo. Senza che me ne rendessi conto era sceso il tramonto. Tutto taceva. Non sentivo nulla,neanche gli uccellini cinguettare. Era una calma quasi surreale...ma dopotutto era quello che desideravo, no?

Ancora non sapevo però che tutta la mia vita stava per essere stravolta. Stravolta da un tornado dagli occhi smeraldini. "Jonghyung-hyung! Vieni dentro, per favore si sta facendo tardi..." La flebile vocina di Taemin mi riporto' con i piedi per terra. Era ora di ritornare alla realtà. "Arrivo..." borbottai imbarazzato, quasi tremando dal freddo.

"Aish ...quante volte ti devo dire di non star fuori in maniche corte? Ti prenderai in dannatissimo raffreddore!" La sue parole erano scontrose ma mi ritrovai comunque a sorridere. Si prendeva cura di me...ci teneva. E questo era tutto ciò che mi serviva per essere felice. Capitolo 1: l'incontro con una leggenda Sospirai, sconsolata. 

Era il mio primo giorno di lavoro e come al solito il tempo e la sorte non erano a mio favore. Stamattina mi ero svegliata piuttosto tardi (essendomi addormentata alle cinque del mattino a causa dell'insonnia) e quindi di conseguenza avevo perso il bus, ritrovandomi a correre sotto la pioggia torrenziale senza ombrello. 

In più non avevo avuto il tempo neanche per la mia solita, veloce fumatina, quindi ero decisamente irritabile e poco presentabile. Insomma, una tipica giornata nella mia povera, inutile vita. Sbuffando e imprecando come uno scaricatore di porto arrivai finalmente di fronte all'edificio circa una ventina di minuti dopo.

 "Dannazione...vaffanculo sono tutta bagnata" Imprecai mentre mi scostavo dagli occhi una ciocca fradicia. In poche parole ero un disastro. 

I capelli erano diventati lunghi spaghetti bagnati e la prima cosa che avevo trovato nell'armadio (una tuta nera) non era messa meglio. Il tessuto di cotone aderiva al mio corpo come una seconda pelle lasciando decisamente poco spazio all'immaginazione. 

"Dannazione...che vita di merda..." Imprecai di nuovo. Beh...che dire, ero abbastanza ripetitiva ma quando una cosa andava detta, andava detta.

 "Ora come diamine faccio a presentarmi in questo modo?!" Esclamai dando un calcio ad un palo. Si, quando ero nervosa tendevo a prendermela con le cose che mi circondavano. Non potevo farci nulla, era nella mia natura. "Hai intenzione di torturare quel palo ancora per molto? Sai, dovrei entrare" Una voce sconosciuta e decisamente troppo vicina mi fece saltare, terrorizzata. Odiavo quando le persone mi arrivavano alle spalle. "VADE RETRO! VAI IN RETRO!" Urlai presa alla sprovvista. Chi poteva essere? Un ladro? Un marpione? Uno stupratore seriale? "No, sono un fottutissimo lavoratore. Gradirei arrivare al mio ufficio senza essere malmenato o ucciso" Eh? Avevo esternato i miei pensieri ad alta voce?!

"E poi non credo di essere un'auto...come diamine faccio ad andare in retro?" Ehm...quella era una bella domanda... "Senti...intanto coso ti calmi" Esclamai pungolandogli il petto con la punta dell'indice. Si, ero proprio una donna forte. Continua così Denise, puoi farcela.

"È tutta colpa tua, se tu non mi avessi fatto infartare questo non sarebbe successo. È una giornata del cazzo. Ho perso l'autobus, sono in ritardo e sono bagnata fradicia. La gente al mattino non mi deve nemmeno parlare" Borbottai incrociando le braccia al petto prima di sollevare lo sguardo, con l'intento di fulminarlo con una delle mie famose occhiate assassine. Quella fu' decisamente una pessima mossa. Perché incontrai uno sguardo cristallino nel quale mi persi come un'allocca. Sveglia Denise, ripigliati, non puoi sbavare. Mi morsi il labbro, inghiottendo un groppo che mi si era formato in gola. 

"No...okay, non può essere vero...si, sto decisamente sognando trallalero trallallà. Questo non può essere reale. Ora schiocchero' le dita e mi sveglierò al caldo nel mio letto. È solo la mia fantasia che mi sta facendo fare i soliti sogni bagnati"

Mi tirai un pizzicotto sul braccio, ma non successe nulla. Signor occhi blu mi stava ancora guardando male. Era decisamente reale. Spalancai gli occhi. avevo detto anche quello ad alta voce? Okay, ero decisamente morta. Si, morta sotto lo sguardo irritato e infastidito dell'uomo più sexy che io avessi mai visto.

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⏰ Last updated: Jun 12, 2019 ⏰

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