L'Allieva e... puoi contare su di me

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Sentirmi chiamare per cognome mi ha letteralmente portato via quel briciolo di buon umore che stavo riacquistando, sono diventata taciturna e credo scura. Davide si è ammutolito, forse - anzi, sicuramente - ha capito di aver detto qualcosa di sbagliato: siamo sotto casa mia da quasi un quarto d'ora, non riesco a proferire parola né a muovere un muscolo.
Mi sento come se improvvisamente tutte le forze mi avessero abbandonato. E' Davide a parlarmi, a prendere improvvisamente la mia mano e a mettermi un dito sotto il mento costringendomi a guardarlo negli occhi "Ti prego di perdonarmi, non avrei mai dovuto chiamarti a quel modo. Anche lui lo faceva? Ti guardava negli occhi e ti chiamava così?" gli occhi mi si riempiono di lacrime, mi mordo la guancia per impedire alle lacrime di rigarmi le guance, non dico nulla, ma lui sa "Ti parlo sempre per esperienza, il dente è meglio toglierselo subito. Affrontare i propri demoni è decisamente più utile che tenerli chiusi in un cassetto e sperare che se ne vadano così."
"Non so se posso farcela." gli confesso esanime "Io a Claudio mi ci ero quasi... aggrappata, era... lascia stare, sono patetica."
"Un po'." afferma senza peli sulla lingua "Ma, ehi, tutti lo siamo prima o poi, specie se c'è l'amore di mezzo. Con l'amore si perde la dignità, la rotta, il buon senso e tante altre cose. Io ci sono per te. Ora e se vuoi anche dopo." mi dice sempre guardandomi dritto negli occhi "Se vuoi, non ti lascio sola."
Abbasso lo sguardo e poi volto il viso guardando avanti incapace di chiedere il suo aiuto, ma anche di rifiutarlo, sono come bloccata, l'aver visto Claudio già in dolce compagnia è come se mi avesse spezzato qualcosa dentro e la cosa peggiore è che lui dal canto suo crede che anch'io facilmente mi sia rifatta una vita senza di lui, ma la mia vita senza di lui è come un disco rotto, prosegue, gira, ma il suono che emette è stridente e fastidioso.
"Guardami." dice Davide "Guardami." ripete, eseguo e mi ritrovo a fissare le sue iridi verdi "Se vuoi io non ti lascio e non lo dico con lo scopo di... sedurti o ingannarti, se vuoi ti resto accanto."
"Perché faresti questo per me? Cosa ho di tanto speciale da meritare quest'attenzione da parte tua?" gli chiedo con un filo di voce.
"Perché in te riconosco me stesso, quel me stesso spezzato, affranto e che non desiderava e sperava altro di poter incontrare qualcuno che mi aiutasse a ricominciare e a capire chi fossi davvero." le sue parole s'infrangono contro le mie labbra spezzandomi appena il respiro, non posso negare di essere affascinata da lui, ma non provo quel tipo di trasporto, quello che nutrivo per lui.
"Ci vorrà tempo, ma lo supererai." riprende "Innamorarsi è facile, amare e dimenticarsi di un amore sono le cose più difficili che esistano al mondo."
"Dimmi la verità, te sei un filosofo travestito da avvocato." dico prendendolo in giro.
Lui scoppia a ridere "Forse nella mia vita precedente lo ero per davvero, Alice, chi lo sa!"
Resto con lui ancora qualche minuto, poi lo saluto ed entro in casa mia.
Sul tavolino da casa trovo un bigliettino di Yuki "Cinema con Marco, se vuoi raggiungici, ore 22:30 cinema The Space", no, grazie Yuki, sono al momento un po' occupata a leccarmi le ferite e non ho voglia di venire, per di più sono le 23:25 quindi è anche tardi.
Mi infilo sotto le coperte poco dopo, stanca e triste, avrei voluto non aver mai visto Claudio in compagnia di Paola... un momento, ma come è possibile che tra tanti ristoranti esistenti tra Roma e provincia mi sia trovata proprio in quel ristorante e a quell'ora Claudio e Paola?
Chi mi ha sentito parlare con Davide a telefono in cui gli davo appuntamento per la serata?
La risposta mi è subito ovvia, Paola.

Il giorno dopo mi sveglio agguerrita, il dolore non è scomparso, ma solo al momento messo in un angolo della mia testa e del mio cuore, ora sono decisamente arrabbiata e ansiosa di capire che gioco sta facendo la Rossa. Trovo un messaggio di Davide su WhatsApp che mi placa per pochi istanti "Buongiorno, Alice, come stai? Spero tu sia riuscita a dormire. Ho pensato a un modo per far ingelosire il tuo dottore o quantomeno fargli capire che lui non è il centro del mondo..."
"Buongiorno, ah sì? Spara!" gli scrivo, pochi istanti dopo digita l'emoticon rappresentante una pistola, gliene invio un'altra con il sorriso, poi risponde "Più tardi sei a lavoro?"
"Sì." gli rispondo semplicemente.
"Bene, mi raccomando: sii naturale e non t'irrigidire."
"Cosa vuoi fare?"
"Fidati di me, ho un piano." scritte queste parole Davide non aggiunge altro, la rabbia ora è accompagnata dalla curiosità e al tempo stesso dalla perplessità, che avrà in mente?
Esco e arrivo - meraviglia delle meraviglie - puntuale in Istituto.
"Incredibile, l'Allevi a quest'ora a lavoro?" chiede proprio Paola venendomi incontro "La serata è finita presto forse?" insiste, la rabbia monta in me anche se cerco con tutte le forze di arginarla e controllarla.
"Potrei chiederti la stessa cosa, ma io sono una persona educata."
La Rossa smette di sorridere "Mi fa piacere che tu abbia trovato qualcuno dopo Claudio, anche se chiunque dopo Claudio non potrà mai reggere il confronto, giusto?" riprende lei.
"E io sono contenta che tu scelga gli uomini delle altre, questo è avere stile. Infilarsi piano piano nella vita degli altri per poi rubargliela, dovresti avere un premio per questo tuo comportamento!" replico incrociando le braccia.
"Non ho preso nulla a nessuno, tu e Claudio eravate già in crisi e io ho solo colto la palla al balzo."
"Sì, certo." affermo sarcastica "Così come cogli al balzo le telefonate degli altri e vai dove si trovano gli altri! E' vero che il mondo è piccolo, ma così tanto mi sembra inverosimile, non credi?"
La Rossa sorride "E' Claudio che ha prenotato lì, chiediglielo pure se vuoi."
"Non occorre, so chi gli ha suggerito il posto e non è di sicuro stata Beatrice, ma ehi spero che vi siate goduti la cena e che ne abbiate di altre come quelle di ieri sera!" augurato ciò supero Paola e vado subito a indossare il camice e poi... devo andare su da lui.

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