Diversity

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(In questa storia non userò nomi così, per chiunque volesse, sarà più facile personificarsi)

Fin dalla sua nascita il suo cuore aveva battuto in un modo diverso rispetto tutti gli altri, con un ritmo differente, in un altro tempo.
Vedeva il mondo come se non ne capisse appieno il significato, lo percepiva come se non ne fosse mai stato completamente parte.
Gli sembrava di poterne sfiorare solamente la superficie, come se riuscisse soltanto ad incresparne lo strato più esterno, senza alcuna possibilità di raggiungere il centro, di immergervisi ed esplorarne le profondità. Ombre confuse, immagini sfocate, visioni offuscate delle quali riusciva a cogliere soltanto i contorni.

Gli sembrava di non farne pienamente parte, come se il destino si fosse preso gioco di lui e che vivere in quel mondo che sentiva estraneo fosse una punizione per estinguere un peccato originario che nemmeno lui era consapevole di aver commesso. Passare la sua esistenza a cercare di comprendere una realtà che non gli era propria e che non gli sarebbe mai appartenuta, cercando invano una soluzione, convivendo per l'eternità con quel dubbio, con l'impossibilità di agire, sembrava ciò che gli era stato riservato. Si chiedeva cosa avesse fatto per meritarsi un tale fardello, ma neanche questa sua domanda sembrava trovare una risposta. Pensò di essere avverso alle stelle, destinato a non comprendere mai ciò che lo circondava, ad essere lasciato con il disperato desiderio di conoscenza che lo perseguitava ovunque andasse.

A volte aveva provato a chiedersi il motivo di questa sua particolarità, della sua estraneità al mondo, ma come per le altre domande non era mai giunto ad una risposta definitiva.
Si limitò a rendersi conto che la sua prospettiva era sconosciuta ed incompresa da tutti gli altri, il suo punto di vista era diverso, ma non per questo sbagliato, semplicemente speciale.

Quando credeva di non avere più speranze di essere felice, convinto di essere condannato a stare solo per il resto della sua esistenza, incontrò un'altra persona, un altro lui, che trovava il suo punto di vista non semplicemente speciale ma straordinariamente perfetto e per lo più sembrava in grado di comprenderlo, sembrava condividerlo con lui.

Per la prima volta in vita sua sembrava che qualcuno fosse in grado di capirlo mentre parlava, non si sentiva giudicato o imbarazzato, ma semplicemente se stesso, nella forma più pura della sua essenza, come non lo era mai stato.
La distanza che sentiva così grande con questo mondo sembrava colmarsi con ogni attimo che passavano assieme. Anche se continuava a non essergli del tutto chiaro, non si sentiva più solo e tutta l'incomprensione che riceveva dalle altre persone veniva dimenticata ad ogni sguardo complice scambiato con lui, da ogni frase non detta che era comunque percepibile nell'aria, aleggiante come un presagio, un leggero formicolio sulla pelle.

Quando i loro respiri si fondevano, un un bagliore di chiarezza illuminava l'oscurità in un esplosione di colori che inondava di speranza entrambi, quasi come se quello fosse un indizio per la soluzione al problema che condividevano assieme, un bagliore che sedava la loro sete di conoscenza per qualche attimo. Era forte come sentimento che li legava, molto più grande di loro, che superava persino l'amore così com'è conosciuto.

Si unirono come mani.

I loro corpi combaciavano perfettamente. Erano storditi ma non confusi, al contrario, nulla gli era mai stato così chiaro. Lentamente, con una dolcezza disarmante, dalla bellezza eterea, sconfinata.
Desiderosi di fare chiarezza, sembravano entrambi persi nell'infinita profondità della notte, presi dell'ebrezza provocata dai loro movimenti, alla disperata ricerca di risposte, certi di poterle trovare l'uno nell'altro.

Sensualmente ed inevitabilmente, caddero sempre più in basso, andando sempre più in profondità, rincorrendo la luce, stanchi di vivere nell'oscurità.
Ed insieme la raggiunsero, in un'esplosione dolce ed improvvisa che li fece dimenticare del resto del mondo, avvolti in un caldo tepore che li travolse con tutta la sua forza e li circondò.

Si sentivano finalmente a casa, l'uno tra le braccia dell'altro e gli sembrava che fosse così da sempre o che almeno avrebbe dovuto esserlo.
Non gli importava più ormai di capire il mondo, non era più una vitale priorità perché quando stavano insieme, tutto il resto scompariva.

Insieme scoprirono l'universo in ogni sua più piccola sfumatura, compresero l'importanza della varietà, la bellezza della diversità e si amarono così intensamente che quasi brillavano da soli, come stelle talmente vicine da essere ancora più luminose grazie alla vicinanza dell'altra.
In ogni loro gesto era celata una dolcezza infinita ma modesta, un amore sconfinato ma che si faceva piccolo, circondando solo loro due, insinuandosi tra i loro abbracci, tenendogli compagnia nelle notti tempestose.
Un sentimento così profondo ed invidiabile, preso come modello da tutti gli altri e che permette a chiunque di sognare di trovare una persona così, infondendo speranza in cuori soli ed anime sconsolate.

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