Chapter 17

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< Finalmente ti sei decisa eh> mi disse Niccolò appena aprii la porta che ci stava separando.
< Sai com'è, ero impegnata e tu ti presenti senza preavviso> gli risposi alzando un po' il tono della voce.
< Cosa vuoi che sia, sei brava e recuperi facilmente> continuò lui spostandomi ed entrando in casa con sfacciataggine.
< Con comodo Moriconi> dissi con sarcasmo seguendolo.
Era entrato di rado a casa mia, non aveva ancora conosciuto né Giulia e né Lorenzo, il che dopo quel che era successo pensandoci mi agitava un tantino.
Invece fra noi due non c'era nessun imbarazzo, non capivo se era una cosa positiva o negativa e tutto ciò mi preoccupava.
< Rebs mi presti lo smalto blu?> urlò entrando in salotto Giulia.
< Oh ciao Niccolò> continuò scrutando il ragazzo e mantenendosi l'asciugamano che aveva in testa.
< Ciao..> disse il mio amico sorpreso.
< Giulia, mi chiamo Giulia> gli rispose allungandogli la mano con sicurezza.
< Beh vi lascio da soli, devo andarmi a preparare, è stato un piacere> continuò la mia amica guardandomi inizialmente male e poi rivolgendosi a Niccolò.
< Il piacere è mio> rispose il ragazzo mentre Giulia aveva già svoltato l'angolo.
< Ho visto male o per caso alla tua amica non sto simpatico?> continuò Niccolò, gelai sul posto.
< Ma no, inizialmente è così con tutti, è una ragazza molto diffidente> gli risposi guardandolo.
< Cosa volevi fare stasera?> gli domandai cambiando discorso.
< Mh volevo portarti a Trastevere in un piccolo ristorante> mi rispose sorridendo mentre alzava le spalle.
< Oh si va bene ma sono appena le 6 del pomeriggio> dissi guardandolo.
< Ci sarebbero tanti modi per passare il tempo> disse un po' troppo malizioso.
< Cosa vorresti insinuare?> chiesi ingenua.
< Oh io nulla> mi rispose accendendosi una sigaretta.
< Mh okay> dissi incerta osservandolo. Stava proprio bene con la camicia.
< Che ne dici di farmi sentire qualcosa con il violino?> mi domandò spezzando il silenzo che si era creato.
< Altrimenti se stiamo qua potresti sciuparmi> continuò sorridendo e spegnendo la sigaretta quasi finita.
< Oh ma smettila> dissi abbassando lo sguardo imbarazzata.
< Dai seguimi> continuai sistemandomi gli occhiali sul naso ed avviandomi verso la mia camera.
< Stai bene con gli occhiali> parlò Niccolò dietro di me.
< Ora sei tu che mi stai sciupando Moriconi> dissi sorridendo sentendo il suo sguardo addosso.
< Su dai entra> continuai aprendo la porta e facendolo passare.
< Mica male questa stanzetta> disse una volta entrato.
In effetti la mia stanza era molto particolare e in un certo senso mi rispecchiava. C'erano appesi vinili vari, dalla musica classica alla contemporanea, dalla parte opposta, invece, erano visibili tantissime foto una di fianco all'altra, rappresentavano tutte le tappe importanti o no della mia vita. Appena sotto, c'era il posto per il mio amato violino, era un po' come la parte "sacra" della stanza.
< Da quando mi sono trasferita ho cercato di farmela più mia possibile> gli risposi guardandomi intorno ricevendo un sorriso dal ragazzo.
< Oh Oh eccolo qua> disse esaltato Niccolò prendendo in mano la custodia con dentro lo strumento e mettendola sul letto per aprirla.
< Sta attento eh> continuai con faccia preoccupata mentre ridevo.
< Non si sa mai> replicò lui ridendo.
< Dai ora tocca a te> continuò passandomi il violino.

Niccolò's pov.
Le passai il violino, ero molto curioso, aspettavo questo momento da un bel po'. Mi misi seduto sul letto e guardai Rebecca mentre sistemava lo strumento sullo spalla, era stupenda anche nella sua semplicità, aveva i capelli raccolti in una lunga treccia, indossava gli occhiali rotondi da vista e aveva un filo di trucco che gli accentuava il colore azzurro acceso dei suoi occhi. Questa ragazza mi mandava a puttane il cervello. Tutto questo però oltre ad entusiasmarmi mi destabilizzava anche. So benissimo che la realtà è un'altra, so benissimo che ho tradito la mia ragazza e so benissimo che dovrò prepararmi alle conseguenze ma nonostante ciò tutto questo non voglio lasciarlo andare, non ora.
Un suono dolce e nostalgico mi portò alla realtà, Rebecca aveva iniziato a suonare, che dire era bravissima, riuscì a portarmi in un'altra dimensione senza che me ne accorgessi.
< Insomma artista cosa ne pensi?> parlò lei svegliandomi dallo stato di trance in cui ero piombato.
< Da dio, Rebecca sei bravissima> risposi io guardandola negli occhi.
< Perché hai smesso, perché? Hai un talento enorme, hai sprecato un sacco di tempo> continuai convinto di ciò che stavo dicendo.
Lei mi guardò attentamente per un attimo poi senza dire nulla iniziò a posare il violino nella custodia, la osservai; i suoi movimenti erano robotici e insicuri, le mani tremavano e gli occhi erano lucidi.
< Scricciolo che c'è?> mi alzai e andai da lei prendendola per le spalle per attirare l'attenzione.
< Nulla, tranquillo> mi rispose insicura tenendo lo sguardo verso il basso.
< È inutile che menti, mi vuoi dire che cosa succede?> le dissi preoccupandomi.
< È ora di andare, si sta facendo tardi> replicò lei sospirando e andando verso la porta.
< Rebecca dove stai andando? È ancora presto> le dissi prendendolo delicatamente un braccio.
Si girò, i suoi occhi erano velati dalle lacrime, il suo sguardo era triste e cupo. Ad un certo punto mi prese la mano ancora posizionata sul suo braccio e me la strinse con dolcezza, sentii tutto il suo stato d'animo, riuscii a leggerla tutta. Ero sorpreso.
< Mettiti comodo, ti ruberò un po' di tempo> mi rispose sorridendomi amaramente.

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Graziee<3

L'eleganza delle stelle - UltimoWhere stories live. Discover now