11

79 26 17
                                    

«DRIIIIIIIIN.» sento la sveglia suonare, esco dal bagno e la vado a spegnere.
Sta mattina mi sono svegliata davvero presto, così ho pensato di andarmi a fare una doccia prima di andare a scuola. Non ho dormito niente stanotte, continuavo a rigirarmi nel letto pensando ad Andrew e al nostro bacio.
Non posso ancora crederci, mi sembra che si sia trattato solo di un sogno.
Scosto le tende di camera mia e la luce illumina la stanza. Apro l'armadio scelgo un paio di jeans scuri, un maglione leggero con scollatura a V beige e una giacca di pelle nera. Ritorno in bagno e mi trucco. Mi ravvivo i capelli guardandomi allo specchio, sono riuscita a creare dei boccoli molto naturali e il risultato finale non è affatto male, li sposto su una spalla.

Oh no.

«E questo?» avvicino il collo allo specchio. Sì, è quello che sembra: un bel succhiotto, proprio sotto l'orecchio. Non posso andare in giro con questo coso...
Prendo il correttore dal beauty e ne spalmo un po' sulla pelle arrossata. Fortunatamente riesco a nasconderlo. Ritorno in camera mia, mi infilo un paio di stivaletti marroni. Appesa alla maniglia c'è la sua giacca, ieri sera mi sono dimenticata di averla addosso e non gliel'ho restituita. La prendo, odora ancora di lui, ha un profumo così buono.

No. Smettila Mya.

Scuoto il capo e la infilo dentro la mia borsa. Esco dalla stanza e mi dirigo in cucina. «Buongiorno tesoro.» mi saluta mia mamma uscendo da camera sua. «Dormito bene?» chiede avvicinandosi, sembra allegra. No... «Sì.» mento. «Ti sei svegliata presto.» si appoggia al bancone in cucina «Com'è andata ieri sera con Abby?» mi verso del succo d'arancia in un bicchiere, evitando il suo sguardo «Bene, abbiamo studiato per il compito di matematica di oggi.» mento.
«Oggi vai a casa degli Evans.» per poco non mi va di traverso il succo che sto bevendo. Cosa? «Tyler vuole vederti, per parlare.» continua uscendo dalla stanza. «Non ci vediamo a scuola?» chiedo posando il bicchiere sul tavolo. «No, dovrebbe tornare prossima settimana.» Ah, credevo che la sospensione finisse oggi. Aggrotto le sopracciglia e la raggiungo «Quindi vado da lui dopo scuola?» chiedo «Sì ma ti ricordo che sei ancora in punizione e quindi mi assicurerò che tu sia davvero dove dici di essere.». Alzo gli occhi al cielo.

Fantastico.

Avrò mia madre con il fiato sul collo per ben due settimane. «Mamma, io vado.» dico dirigendomi all'ascensore. «Ci vediamo stasera tesoro.» mi saluta. Scendo al piano terra e vado verso l'uscita. «Buona giornata.» sorride Brett, aprendomi la porta «Anche a te.» sorrido a mia volta. Un leggero vento fresco mi scompiglia i capelli, mi sporgo dal marciapiede per chiamare un taxi.

Le lezioni iniziano tra venti minuti, oggi sono incredibilmente in anticipo. Entro in cortile e vedo gli altri davanti alla scalinata, così mi avvicino. «Buongiorno.» dico con un sorriso. «Come mai sta mattina ci hai degnati della tua presenza così presto?» Abby sembra sorpresa «Hai visto che brava?» sposto i capelli con una mano in un gesto vanitoso, Hanna si mette a ridere. «Lo sai che io ti dovrei uccidere.» Thomas mi fulmina con un'occhiata. Lo guardo confusa, di che parla?
«Per colpa tua, i miei mi hanno messo in punizione per una settimana. Mi permettono solo di andare a scuola e a calcio.» sbuffa passandosi una mano tra i capelli. Ora ho capito. Quell'impicciona di mia madre avrà chiamato sicuramente i suoi genitori, subito dopo avermi fatta confessare, così da informarli sulla festa di sabato. Comunque si dovrebbe ritenere fortunato, la sua punizione non è nulla in confronto a quello che devo sopportare io.
«A te è andata addirittura bene! Io non posso uscire per due settimane e sono senza telefono!» Hanna rimane scioccata dalle nostre rivelazioni, poi scoppia a ridere «Così imparate a mettervi nei guai senza di me.» la spingo: «Ma finiscila.» scoppiamo a ridere.
Thomas sospira poi sposta lo sguardo alle mie spalle. Alza una mano in cenno di saluto «Miller.» dice.

No, no, no.

Sento dei passi avvicinarsi, non voglio voltarmi. «Ragazzi. Sabato vi voglio alla mia festa. Dite anche a quel coglione di Tyler di venire.» La sua voce. «Sì, sì tranquillo ci saremo.» Thomas fa una risata poi si allontana seguito dagli altri. Faccio per raggiungerli ma qualcuno mi posa le mani sulle spalle.
«Ehi bellissima.» dice Andrew facendomi girare verso di lui. Mi guarda negli occhi, i suoi sono di un azzurro brillante. Ha i capelli scompigliati che gli ricadono sulla fronte. E' molto bello stamattina. Indossa una maglietta bianca a maniche corte da cui gli si intravedono i muscoli.
Lo fisso da troppo tempo. Cerco di dire qualcosa «Beh... Ieri sera, poi hai... Sì...» balbetto.

Mya svegliati!

Mi guarda confuso, con un sorriso sulle labbra. Le stesse labbra che la sera prima ha posato sulle mie, facendomi impazzire. Mi immagino mentre gli cingo le gambe in vita, lui che mi attira sempre di più a se. La sua lingua che si fa strada nella mia bocca, i suoi capelli tra le mie dita. Un brivido mi percorre lungo la schiena e il cuore comincia a battermi più forte. «Mya?!» torno alla realtà, gli sto fissando le labbra. Oddio. Che imbarazzo. Arrossisco immediatamente. Distolgo lo sguardo «Ehm...» non ricordo cosa stavo per dire. Lui sembra divertito. Mya calmati!

E' solo quell'idiota di Andrew!

Ragiona e pensa a quello che vuoi dire. «Ti ho riportato la giacca.» le parole mi escono dalla bocca molto velocemente, abbasso lo sguardo sulla mia borsa. Lo sento ridere «Potevi tenerla.» sospiro e la tiro fuori «No, no che non potevo» gliela porgo «In ricordo della serata.» si stringe nelle spalle sorridendo «No» sbotto. «Non c'è niente da ricordare, infatti devi dimenticare tutto quello che è successo.» «Non ci credo. C'è tutta una fila di ragazze che si vanterebbe per essere uscita con Andrew Miller.» com'è arrogante, non lo sopporto «Mi dispiace deluderti, ma io non sono come tutte le altre ragazze.» Mi volto dall'altra parte e mi allontano, non voglio ascoltare una parola di più. «Questo lo vedremo.» sussurra.
Mi blocco, cosa intende dire?

Vado in mensa, Hanna e Caleb sono già seduti al nostro solito tavolo. Prendo un vassoio e qualcosa da mangiare. «Oggi dopo scuola passo da Ty.» dico sedendomi. «Io ho gli allenamenti.» risponde Caleb «Io magari faccio un salto.» Hanna si stringe nelle spalle. «Va bene.» inizio a mangiare la mia insalata. «Ragazzi.» Thomas si siede. «Ehi, oggi vieni da Tyler?» gli chiede Hanna «Voi ci andate?» annuisco «Non so se riesco, ho gli allenamenti.» sospira «Comunque lunedì dovrebbe tornare. La sospensione è terminata oggi, prima ho visto Logan per i corridoi.» Ma allora perché Tyler non è tornato?

Le ultime lezioni sembrano non finire mai e io continuo a guardare l'orologio. Non vedo l'ora di incontrare Tyler, ho bisogno di parlargli. Suona l'ultima campanella. Finalmente. Esco di corsa dall'aula e poso i libri nell'armadietto. Vado verso l'uscita «Mya.» Riconosco la voce proveniente da dietro di me. Mi giro: «Logan.» Ci mancava solo lui.
Indossa una semplice maglietta nera a maniche corte da cui escono le sue muscolose braccia tatuate. «Ma allora è vero.» Dice guardandomi il collo. Ma che? «Cosa?» chiedo confusa «Quello stronzo di Andrew dice la verità.». Non capisco e continua a fissarmi. «Di-di che cosa stai parlando?» balbetto «Non so cosa ti abbia raccontato, ma so solo che per colpa tua ora gli devo duecento dollari.» si passa una mano tra i capelli, sembra divertito «Speravo mi avesse raccontato una balla, ma è evidente.» Ma questo è fuori di testa, sta parlando letteralmente da solo. «Hai intenzione di spiegarti meglio?» mi sto irritando. Gli si forma un sorriso in volto «Andrew ha vinto la scommessa. Ti ha fregata, ti sei pure fatta fare un succhiotto.»

Aspetta cosa?

La vita non ha le istruzioniWhere stories live. Discover now