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Non è affatto Andrew.

Ha i capelli castani, corti ai lati e più lunghi sul davanti. Porta un piercing al labbro, il suo petto scolpito è ricoperto di tatuaggi. Le braccia invece sono bianche, tranne un piccolo tatuaggio sul polso sinistro. «Tu sei?» Sembra abbastanza divertito dalla situazione.
Sposto lo sguardo dal suo corpo al suo viso. Ha gli occhi chiari, sembrano grigi. Si schiarisce la voce, attirando la mia attenzione.
«Ehm...Sì, c'è Andrew in casa?» chiedo evitando il suo sguardo. «Sei una delle sue amichette?» mi squadra da capo a piede.

Amichette?

«Sì... Cioè volevo dire no.» scuoto la testa «Ehm... ho solo dimenticato il telefono a casa sua, posso entrare?» balbetto. Perché sono così nervosa? Si sposta e mi lascia passare. Richiude la porta mentre mi dirigo in salotto. Inizio a cercare il telefono, non ricordo dove l'ho lasciato.
La stanza ha un aspetto decisamente migliore rispetto a stamattina, ci sono ancora un paio di bottiglie e bicchierini in giro, però sembra quasi normale. Spero solo che qualcuno non abbia già trovato il mio telefono e se lo sia preso. Mi sento osservata, mi giro e vedo il ragazzo di prima, è appoggiato al muro con le braccia incrociate sul petto. Cos'ha da guardare? «Che c'è?» chiedo abbastanza infastidita. Non risponde, continua a fissarmi in silenzio.

Di compagnia mi dicono.

Sbuffo e continuo la mia ricerca. Sento dei passi scendere le scale: è Andrew. Mi nota subito: «Bellissima, eri tu alla porta? Che ci fai qui?» chiede. «Non trovo il mio cellulare, l'hai mica visto? Sono di fretta.» «Sì, era lì sul tavolino stamattina.» mi avvicino al tavolo davanti al divano. Alzo un cartone di pizza e lo trovo. Finalmente. Ormai non ci credevo più. «Eccolo, grazie mille. Vado, ci vediamo.» mi avvio alla porta. «Aspetta, prossimo week-end organizzo una festa, vieni, vero?» chiede Andrew avvicinandosi «Sarà qualcosa di epico.» mi fa l'occhiolino. «Sì, credo di sì, sento i miei amici e ti faccio sapere.» lo saluto ed esco. Sono abbastanza di fretta, non ho tempo per fermarmi a chiacchierare.

«Trovato?» mi chiede Tyler mentre salgo sul sedile anteriore dell'auto. «Sì, possiamo andare.» dico mentre aziona il motore. Senza incontrare traffico riusciamo ad arrivare al Palace abbastanza velocemente. «Grazie ancora per il passaggio Ty, ci vediamo a scuola.» dico baciandolo sulla guancia. «A domani, Mya.» mi guarda mentre mi avvio verso il palazzo. Spero proprio che mia madre non si sia accorta della mia sparizione. Ci sono sette chiamate perse tutte da parte sua: per fortuna risalgono a stamattina. Quando entro vedo Hanna e Thomas chiacchierare vicino alla pista da ballo. Gli vado incontro «Mya dov'eri finita?» «Tyler mi ha accompagnata a recuperare il telefono a casa di Andrew.» dico «Trovato?» chiede Hanna, lo tiro fuori dalla tasca e glielo mostro: «Sì.». Fortunatamente solo loro si sono accorti della mia assenza.

Il rinfresco durò all'incirca per un'altra ora. «Arrivederci signor e signora Anderson, è stata una splendida festa.» li saluto. «Ciao Thomas, ci vediamo domani.» lo bacio sulla guancia ed entro in ascensore con mia mamma. Siamo state quasi le ultime ad andarcene. Hanna se n'era già andata da un po' e io non vedevo l'ora di tornare a casa. Scendiamo al piano terra. Davanti all'hotel c'è un taxi che ci aspetta. Usciamo dal palazzo e ci infiliamo sui sedili posteriori dell'auto. «Ci porti al Plaza.» dice mia mamma «Subito.» l'autista aziona il motore. Mia madre non dice una parola per l'intero viaggio e io mi limito a guardare fuori dal finestrino. Sono davvero esausta.

Dopo pochi minuti il taxi si ferma davanti all'hotel. «Grazie, arrivederla.» mamma paga l'autista. Scendiamo entrambe dall'auto e ci dirigiamo verso l'ingresso del palazzo. «Buonasera signorina Peterson.» mi saluta Brett, il portiere, facendomi entrare. Gli mostro un sorriso. «Signora Baker.» fa un cenno del capo a mia madre.
Entriamo in ascensore e saliamo al nostro piano. «Vuoi mangiare qualcosa tesoro?» mi chiede posando la borsa sul tavolo in soggiorno. «No, sono a posto, vado in camera mia.» mi limito a dire. Ho già mangiato abbastanza alla festa e in questo momento sto pensando solo a infilarmi sotto le calde coperte del mio letto. Vado in camera e mi chiudo la porta alle spalle. Ripongo la giacca nell'armadio e mi spoglio. Questo vestito è stretto e troppo scomodo. Entro in bagno e apro il rubinetto della doccia. Aspetto che l'acqua sia calda e poi mi infilo sotto il getto bollente. Esco dal bagno pochi minuti dopo in accappatoio e ciabatte. Mi sdraio sul letto e socchiudo gli occhi, sono davvero esausta.

La vita non ha le istruzioniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora