15.

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Il ruggito del vento sembra essersi placato.

Non sbatte più contro i vetri delle finestre come volesse romperli, portando con sé sfilature di neve e ghiaccio ma l'aria sa d'acqua, d'umido e verde.

Tra poco pioverà. Shouto ne è sicuro.

Lo sente dentro le ossa. Tutti i traumi, i colpi, le contusioni che hanno attraversato il suo corpo nel corso degli anni sono oramai un barometro personale: gli dolgono quando si avvicina la pioggia.

E' ben lungi dall'essere intero.

Seduto per terra in un angolo della sua camera, un ginocchio sollevato e il gomito appoggiato sopra, il braccio ricade morbidamente. Le dita hanno smesso di tremare, adesso.

Ha la nuca contro la parete, gli occhi rivolti al soffitto.

Si è rifiutato di recarsi in infermeria. Shinsou si è fatto carico di accompagnarlo nella sala dei monitor, l'ha messo giù e ha insistito perché andasse a chiamare Recovery Girl perché venisse a controllarlo.

Ma si è opposto con tutte le sue forze.

Bakugō ne aveva molto più bisogno di lui.

<< Avanti, non fare tante storie. Un bacetto, e passa la bua >>, l'ha sfottuto allegramente Hitoshi, ancora impolverato come appena riemerso da degli scavi archeologi. Ma gli occhi viola lo fissavano seri: c'era impresso un vago, muto rimprovero in quelle iridi, nell'angolo delle labbra teso.

E non era perché stava facendo le bizze.

Anche lui aveva sentito quelle parole.

Le hanno sentite tutti.

Vorrebbe credere che non le abbia dette davvero, Bakugō.

Ma le sue orecchie le hanno captate. Hanno attraversato il timpano e gli si sono conficcate nel cervello, nel cuore esattamente come il suo ginocchio gli si è inchiodato nello stomaco.

E non sono più andate via.

Le dita ora si richiudono, il palmo si scalda contro di esse.

Perché? Perché nonostante tutto deve sempre sapere cosa dire? Come se gli spiasse nella testa?

E riuscisse lui solo a vedere chiaramente nel casino che vi regna sovrano, quando nemmeno Shouto stesso è in grado di farlo?

Ogni volta che ha cercato di imboccare una via, di scegliere il proprio cammino si è ritrovato fuori rotta, smarrito nel buio o nella nebbia, nel fumo o nel vapore. E provando a tornare sui propri passi ha trovato la strada sbarrata.

Anche con Bakugō è andata così.

Quei sentimenti che credeva di poter lasciar scorrere tranquillamente l'hanno travolto ancora una volta.

Come la rabbia che l'ha investito nell'incrociare lo sguardo Aizawa-sensei tornato dopo essere stato ad accertarsi personalmente delle condizioni di Bakugō.

Si sentiva sfinito e zoppicava. Eppure aveva riguadagnato tanta forza da trainare lui Shinsou, che provava a trattenerlo senza riuscirci. << Vi ha dato di volta il cervello, a tutti voi della Yuuei?! Avete forse deciso che vi siete stancati di addestrarci e contate di farci fuori prima che lo facciano i Villan? >>, lo aveva affrontato subito a muso duro, esattamente come aveva fatto con il commissario dopo lo scontro con Stein.

<< Todoroki-kun ... >>, ha tentato di placarlo Hitoshi ponendosi davanti; ma lui l'ha scansato via con un gesto brutale, continuando a puntare lo sguardo in quello di Aizawa.

Heart's in right sideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora