35.Ballerina

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Non era una granata, ma un colpo di fucile. Un fucile sicuramente di una nuova tecnologia secondo i fori riportati sulle pareti dell'edificio. Tutti e tre cercarono riparo, tornando dietro al muretto. "E ora che succede?" chiese Cassian, ormai sfinito. Serafina cercò di individuare da dove venissero gli spari. John si mise poco distante da loro, impugnando una pistola rubata ad un altro killer morto. Cassian caricò un fucile, pronto a sparare mentre Serafina cercava di individuare il punto di provenienza di quegli spari che ogni tanto tornavano a disturbarli. Si sporse appena dal muretto ed ecco che altri spari partirono ed era evidente che fosse a est dalla loro posizione. "Quanti killer ci potranno ancora essere?" chiese Cassian con tono scazzato.

 Serafina non sapeva che cosa pensare. La situazione la stava mettendo a dura prova, ma doveva porvi fine. Prese il fucile dalle mani di Cassian e si alzò all'improvviso sparando all'impazzata, poi si abbassò attendendo la risposta che non tardò ad arrivare. Il rumore dei proiettili era più assordante di quello che avevano provocato i sei killer assieme. Serafina sbuffò in modo nevrotico e quando guardò al suo fianco e non vide John, per poco non impallidì. Lo cercò ovunque e lo vide scappare verso un incrocio. Si voltò verso Cassian. "Appena apro il fuoco, insegui John. Bloccalo, non farlo scappare". Cassian la guardò frustrato. Quella storia lo stava divorando dentro, ma ormai era in ballo e così, non appena Serafina aprì il fuoco, lui scattò verso l'incrocio, evitando con grande abilità i colpi che provenivano dall'edificio a est. Serafina tornò a ripararsi dietro al muretto. Chi diavolo era quel killer? Aveva la sensazione che non fosse qualcuno della lista. C'era qualcosa che non le tornava. Tese il fucile verso l'edificio, dove a parer suo il presunto killer era appostato e guardò dal mirino. Per poco non le venne un colpo. 

Sbuffò incredula. "...non può essere..." disse tra sé e sé. Fece tre lunghi respiri, poi si preparò a sparare, ma in quel momento partirono svariati colpi che la buttarono a terra, rendendola visibile e vulnerabile. In un lampo riuscì a ripararsi dietro ad una panchina, trascinandosi all'indietro e fermandosi sotto ad un tavolo. Perché quella persona era lì? Perché le stava sparando contro? Non era parte della lista. Si guardò attorno e per sua fortuna vide una pistola. La prese in mano e si sollevò sparando tutti i colpi verso una scura vetrata, ma dovette abbassarsi di nuovo, perché l'ennesima pioggia di proiettili la costrinse a rannicchiarsi e ripararsi la testa cercando di non farsi colpire. Oramai il muretto era quasi del tutto distrutto e Serafina non aveva più armi a disposizione. Non aveva più pazienza e iniziò ad urlare istericamente proprio quando gli spari terminarono. "Basta! Basta! Smettila! Ballerina, hai rotto il cazzo!".

 Improvvisamente piombò il silenzio. Serafina non aveva più colpi e la persona nascosta nell'edificio l'aveva presa di mira e con un solo colpo l'avrebbe uccisa. Tese la mano, appoggiò il dito sul grilletto, pronta a sparare, poi il colpo di scena. Una serie di spari partirono dal lato opposto dell'edificio e dopo pochi secondi calò nuovamente il silenzio. Serafina aveva visto dei colpi partire da un'altra parte. Che fosse stato Cassian? Non le importava, appena si alzò, corse verso l'incrocio. Doveva trovare John e sperava che Cassian lo avesse preso. Lo sperava davvero.

Ray mise rapidamente via il fucile nella custodia. Doveva sparire all'istante per non farsi beccare. Non poteva permettere che Serafina venisse uccisa. Non lo trovava giusto o forse era l'affetto profondo nei suoi confronti ad averlo fatto intervenire. In ogni caso, saperla viva ora lo faceva sentire meno incolpa per averla tratta in trappola. L'interno chiamato da Sal aveva fallito e, nonostante fosse intervenuto lui, gli ordini erano ben precisi. Se non la uccideva, doveva abbandonare. E infatti fu proprio così. L'interno, messo in difficoltà, rimise via il fucile e prese in mano il cellulare. "Il bersaglio è ancora vivo" disse rivolgendosi ad una Sal silenziosa. "Abbandono ma devi sapere una cosa" disse la ragazza con tono seccato, senza smettere di camminare. "Sono stata intercettata e colpita. Qualcuno sapeva della mia presenza" e interruppe la telefonata bruscamente. Sal mise sul tavolino di vetro il telefono, bevendo un bicchiere d'acqua con una fetta di limone e molto ghiaccio. Si alzò dalla sedia di pelle marrone e si affacciò alla finestra guardando verso il basso. Davanti a lei, Oak Drive.



John Wick - In Omnia ParatusWhere stories live. Discover now