Capitolo Quarto

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Per essere la seconda settimana di Settembre, a Hogwarts faceva già piuttosto freddo. Il cielo era costantemente ricoperto da una coltre spessa e grigia, ogni tanto una pioggerellina sottile inumidiva il parco e tutti gli studenti che si trovavano ad attraversarlo, e una nebbia azzurrognola ricopriva il terreno quasi ogni mattina.

Ginny non era affatto dispiaciuta per quel prematuro autunno, passare le ore di studio e quelle libere accanto al caminetto già acceso oppure guardando fuori dalle finestre sotto ad una coperta in compagnia delle sue amiche (e non più di Fleur Delacour) era una benedizione, finalmente aveva ritrovato la pace che le mancava da tutta l’estate e anche la libertà di organizzare il suo tempo in maniera autonoma che solo Hogwarts le dava. Certo, il quinto anno si era rivelato fin da subito il più impegnativo che si fosse mai trovata ad affrontare per cui l’organizzazione del suo tempo non era stata esattamente libera, ma quantomeno non doveva più passare metà delle sue giornate a piegare tovaglie e l’altra metà ad ascoltare le sciocchezze di Fleur.

Era sera, fuori dalle finestre della sala comune piovigginava, e le sue amiche attorno a lei stavano commentando le novità trovate tornando a scuola, argomento che non si era evidentemente ancora esaurito. Ritrovarsi Piton a Difesa contro le Arti Oscure era stata di certo quella più chiacchierata, e nessuno di loro poteva dirsi felice del cambiamento anche se, come Shirley insisteva ad affermare, quantomeno stavano seguendo un programma sensato a differenza di quando ad insegnare c'era la Umbridge. Al momento il discorso era traslato dalle lezioni di Difesa, alle misure di sicurezza che il Ministero aveva consigliato di adottare da quando gli attacchi dei Mangiamorte erano diventati più frequenti. Ognuno di loro, ormai, direttamente o meno conosceva qualcuno che era stato trovato morto oppure che da un giorno all’altro era sparito, come Florian Fortebraccio proprietario dell'omonima gelateria di Diagon Alley, o Ollivander il fabbricante di bacchette; ovviamente il morale nel mondo magico si stava abbattendo sempre più di giorno in giorno, e anche loro chiusi a Hogwarts non potevano evitare di vivere con un senso costante e latente di paura per chi avevano lasciato a casa.

“Quel fascicolo del Ministero per la sicurezza domestica” commentò Jill, “è ridicolo. Avete visto cosa consiglia? ‘Non uscite da soli, se vedete il Marchio Nero sulla vostra casa NON ENTRATE', ma va?! Da sola non ci sarei mai arrivata” sbuffò.

“L'unico consiglio sensato è quello di concordare delle parole d’ordine con i familiari” rincarò la dose Ginny. “I miei genitori si sono studiati delle domande di sicurezza di cui solo loro conoscono la risposta”.

“Anche i miei" annuì Gwen. “È una situazione talmente orribile... e stare lontani da casa è pure peggio” concluse.

Nessuno osò ribattere nulla, e per qualche lungo secondo l'unico suono fu lo scoppiettare del fuoco poco distante. “Ok, ora basta con questi argomenti” decretò Shirley battendosi le mani sulle gambe. “Le nostre famiglie se la cavano bene, e noi non possiamo stare sempre preoccupate. Dobbiamo concentrarci sullo studio, sulle lezioni, e su tutto ciò che potrà prepararci a dovere ad affrontare il mondo, soprattutto ora che ne abbiamo la possibilità pratica".

“Oh, Shirley, dillo una buona volta che hai una cotta per Piton!” esclamò Ginny facendo ridere tutte le altre e sciogliendo definitivamente la tensione che si era venuta a creare attorno al camino.

“Ma piantala!” rise Shirley scuotendo la lunga chioma bionda. “Parliamo di Brian Scott piuttosto” sogghignò. “È tornato a scuola cambiato, eh?”

“Deve essersi allenato quest’estate, voleva entrare nella squadra di Quidditch di Tassorosso già l'anno scorso”.

“Dev’essersi allenato, e si vede!” rise Jill. “Ha un fisico... ”

Dear you, Forget me - (completa)Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt