ABIGAIL

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ABIGAIL

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ABIGAIL

Mettere piede in casa dopo quasi due settimane è... tremendo. Ho lasciato gli Eastwood proprio questa mattina per cercare di abituarmi all'ambiente, sistemare la casa e rimettermi in pari con lo studio. Tutto tace mentre rinfresco la cucina, non ho la voglia di ascoltare musica e canticchiare. È già abbastanza angosciante aver dovuto lasciare Heath. Lavo anche i pavimenti e cambio le lenzuola nelle stanze. Ho appena posato lo straccio sul comodino quando lo noto semiaperto, con il cuore in gola tiro la piccola maniglia e quello che i miei occhi vedono – oltre alla sfilza di preservativi e lubrificanti – mi fa sbiancare. Chiudo immediatamente il comodino e la porta della stanza alle mie spalle, percorro le scale e mi fiondo davanti al lavandino. Afferro con mani tremanti un bicchiere, lo riempio e mando giù l'acqua. Una pistola. Ha una dannata pistola dentro il comodino. E se volesse uccidermi? E se l'avesse comprata apposta per me? Sudo freddo, il cuore va a mille e il mio respiro è più corto. Mi ordino di riprendere un certo contegno e pian piano ci riesco. Lui non è qui. Hai ancora tre giorni per far sì che la casa sia perfetta. Mi azzardo anche a mandargli un messaggio chiedendogli se per cena ci sarà e poi ritorno alle mie faccende.
Più tardi il mio telefono squilla, con un sorriso accetto la chiamata quando vedo lampeggiare il nome di Heath. "Ehi." Lo saluto. "Ehi. Ti disturbo?" chiede. "No, ho appena finito di studiare in realtà." "Quindi potrei passare?" "Ma non dovresti essere in palestra?" "Ho finito prima." Risponde. "In questo caso... passa dal retro. Trovi la porta aperta." Sorrido. "Dieci minuti." Dice e poi attacca. Do una sistemata alla mia camera in attesa che arrivi e scendo a sbloccare la porta, poi ritorno in stanza e mi guardo attorno accertandomi che sia tutto in ordine. Pochi minuti dopo sento dei passi per le scale e la sua voce chiamarmi. Apro la porta della mia stanza e lo faccio accomodare. "Hai cenato?" gli chiedo. "Sì, in palestra. Tu?" "Prima di studiare." Sorrido. "Mi sei mancata." Sospira allacciando le braccia attorno alla mia vita. "Anche tu." Lo guardo negli occhi e poi li chiudo al contatto delle sue labbra sulle mie. Accarezzo i suoi capelli corti e sospiro quando la sua lingua trova la mia. Siamo stati insieme quasi ogni giorno dalla prima volta e sarei una bugiarda se dicessi che non mi è piaciuto. Chissà come farò a dormire stanotte senza la sua presenza vicino... "Devo parlarti ma se continuiamo così finirò per rimandare ancora." Ansima allontanandosi dalle mie labbra. "Devo preoccuparmi?" domando nelle sue stesse condizioni. "No, non credo." Accenna un sorriso. "Allora dimmi." "Pensavo di darti ulteriori pesi e pensieri con quello che è successo tra di noi nell'ultimo mese e mezzo ma io... io mi rendo conto di voler essere la tua certezza in mezzo a questo caos che ti circonda, Abigail. Voglio essere il tuo punto d'appoggio e non una persona qualsiasi." "Non lo sei mai stato. Qualsiasi, intendo. Mai." Lo interrompo. Un sorriso gli incornicia il volto mentre prende ad accarezzare il mio viso. "Credevo che darci un'etichetta ti avrebbe spaventata ma forse... forse è questo di cui abbiamo bisogno entrambi. Io di essere tuo e tu di essere mia. Di sostenerci a vicenda." "Io credo di appartenerti dal momento in cui ti ho visto per la prima volta. Non lo dico per suonare cliché ma perché è la verità. Ho sentito qualcosa nello stomaco e credimi, non era fame." Heath sbuffa una risata e si riappropria della mia bocca. "Letto." Biascico tra un bacio e l'altro mentre arretro. Il moro non perde tempo, mi sveste in pochi secondi ed io copio le sue azioni. Cadiamo sul mio materasso con solo il mio reggiseno a separarci ma presto anche lui finisce sul pavimento. Heath si sporge proprio sul pavimento avvicinando i suoi pantaloni per poter recuperare il portafogli. "Ah, allora sei tu quello cliché fra i due." Mi arriva un'altra risata alle orecchie fino a quando non torna a sovrastarmi. Porta una mano sulla mia schiena e un'altra sul mio fianco attirandomi a sé, in una semplice mossa mi ritrovo a cavalcioni sulle sue gambe. "Amo essere viziato, lo sai." Mormora sul mio collo. Rabbrividisco sentendo le sue mani muoversi ovunque sul mio corpo. Prendo un bel respiro e scivolo sulla sua lunghezza appoggiandomi alle sue spalle. "Non ti ci abituare." Ansimo cercando la sua bocca. "Mmh." Geme. I nostri fianchi si sfiorano, le nostre pelli cominciano ad inumidirsi visto il calore che si respira nella stanza. Comincio a muovermi su di lui, ascoltando e facendo mio ogni ansimo che mi bacia la pelle. Il ritmo aumenta così come i miei gemiti, le sue mani mi guidano e la sua bocca trova la mia. Mi bacia avidamente, mi marchia facendomi sua in ogni modo possibile. Il mio corpo si tende, capisco di essere vicina e anche Heath perché in un attimo sono con le spalle sul materasso e il suo corpo sopra di me. Spinge sempre più in fretta mentre io prendo a tremare tra un gemito e l'altro. "Heath." bisbiglio. E poi mi lascio andare, mi faccio travolgere da un piacere bruciante, profondo e intenso. Il mio ragazzo – suona anche strano pensarlo – mi segue subito dopo crollando stremato sul mio corpo. Alza il capo con un sorriso pigro sul volto e mi guarda, non riuscendo a resistere mi sporgo in avanti per rubargli un bacio. Il gesto fa ampliare il suo sorriso mentre si sposta più in su così da riuscire ad essere alla mia stessa altezza. "Bellissima." accarezza il mio fianco. "La prima volta che lo hai toccato è stato mentre dormivi. La sera in cui ci siamo baciati, appunto, per la primissima volta." Lo osservo. "In un primo momento avrei voluto urlare perché pensavo che quando te ne saresti reso conto ti avrebbe fatto schifo ma poi mi sono calmata visto che quando ti sei svegliato non sei scappato. Mi fidavo di te. Adesso, invece, non mi passa più nemmeno il pensiero." Sorrido contenta di avergli svelato anche questo particolare. "Non c'è niente di te che io non adori, Abigail. I segni sul tuo corpo esistono non per tua volontà ma ci sono e io li ho accettati." Sfiora il mio labbro inferiore prima di rubarmi un bacio. "Non smetterò mai di ringraziarti." "Se lo farai nello stesso modo di prima potrei anche lasciarti passare questa tua fissazione." Ghigna divertito. Alzo gli occhi al cielo con un sorriso e mi accoccolo nell'incavo del suo collo. 

𝑊𝘩𝑎𝑡 𝐼𝑓 [𝐵𝑟𝑜𝑘𝑒𝑛 𝐺𝑖𝑟𝑙𝑠 𝐷𝑢𝑜𝑙𝑜𝑔𝑦 𝑉𝑜𝑙.𝟣]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora