ABIGAIL

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ABIGAIL

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ABIGAIL

Lucas mi guarda e dallo sguardo speranzoso che mi riservano i due credo di essere costretta a rispondere di sì. Allora afferro il mio drink e seguo Lucas, insieme alla mia amica, al loro tavolo. Solo adesso ricordo di avere i lividi in bella mostra e il labbro ancora leggermente rovinato. E se cominciassero a farmi domande? "Scott, loro sono Abigail e Carol. Ragazze, lui è Scott – indica il ragazzo piuttosto inquietante – e lui è Heath." Heath mi sta già guardando e questo mi mette ancora una volta in imbarazzo. Prendo posto al suo fianco mentre Carol siede di fronte a me vicino a Lucas e Scott che si trova al centro. Da quel poco che ho capito Scott deve essere il fratello di Heath, forse sono gemelli perché ci sono parecchi tratti in comune che me lo fanno pensare.
"Sei evasa?" mi osserva al ragazzo. "Diciamo che... le porte rimarranno chiuse per la settimana e non ci saranno rischi." Alludo ad Arthur e questo sembra bastargli. Il moro accenna un sorriso e poi si porta la bottiglia di birra alle labbra. Quando capisco di stare ancora fissando mi affretto a distogliere le sguardo e prendere un sorso del mio drink alla frutta. C'è della ciliegia, della vodka e poi non so cos'altro. È ottimo. Mi guardo intorno beccando lo sguardo fisso di Scott sulla mia faccia e se prima pensavo non l'avesse notato adesso capisco che mi sbagliavo. Il suo volto non si fa tradire da nessuna emozione ma conosco già i suoi pensieri e... non c'è molto che io possa fare a riguardo. Le persone non sono stupide e lui di certo non è il primo a fissare le macchie colorate presenti sulla mia faccia, è solo questione di abitudine, credo. Aggiusto i capelli, portandoli sopra il livido e ritorno a fissare il mio bicchiere. "Prendiamo una boccata d'aria. Ti va?" la domanda di Heath mi coglie alla sprovvista, poi, per non so quale assurdo motivo, annuisco e lo seguo fuori dal locale.
"Allora, domani non verrai?" domanda prima di accendersi una sigaretta. "Perché?" ribatto. "Visto che hai la settimana libera pensavo volessi stare sola." Si poggia al muro. "Sto sempre sola." Ancora una volta la mia bocca maledetta va per i fatti suoi. "Ti aspetto un po' prima allora." Adesso mi guarda. "Ahm, certo. Hai un'ora specifica?" "No. Vieni pure quando vuoi." Annuisco e prendo posto al suo fianco. Indossa una camicia di flanella a quadri e un paio di jeans, nulla di particolare, eppure c'è qualcosa di lui che... non lo so, non saprei nemmeno spiegarlo. Non lo conosco da tanto, abbiamo parlato un paio di volte e qualche ora fa sono persino stata a casa sua. Cosa mi prende? Perché sono mossa dall'irrazionalità quando si tratta di lui? Decido di non pensarci per il momento. Non troverei comunque una risposta. "Scott è il tuo gemello?" chiedo in maniera cauta. "No, però abbiamo parecchi tratti simili." Sono d'accordo con la sua affermazione. "È per questo che pensavo foste gemelli." "In realtà è più grande di due anni." "Tu quanti ne hai?" domando. "Ventisei." Oh, ci sono quattro anni di differenza tra di noi. Non molti. "Credevo fossi più grande." Ammetto. "Quindi mi stai dando del vecchio." Alza un sopracciglio guardandomi. "Beh, tu mi hai chiesto se avessi l'età per bere." Ribatto rossa in viso. "Ah, quindi questa è una piccola rivincita..." annuisce. "Interessante." "Non volevo... offenderti. Ti sei offeso?" chiedo preoccupata. "Certo che no – sbuffa una risata – so che stavi scherzando. Giusto?" ritorna serio. "Certo!" squittisco. "Guarda, continuo a prenderti in giro e tu non te ne rendi nemmeno conto." Adesso gli esce una vera e proprio risata. Le mie labbra si schiudono e poi, poi faccio qualcosa che non mi sarei mai permessa di fare a nessuno: premo la mia mano sul suo braccio spingendo. Quando realizzo quello che ho appena fatto sussulto. "Oddio, scusami. Non volevo. Ti ho fatto male?" "Primo: non scusarti. E secondo: tu farmi male? Sei un moscerino, te ne rendi conto?" solleva un angolo delle labbra. "Non sono mai andata in palestra. Tu ci vivi." Gli faccio notare questo piccolo dettaglio. "Non riusciresti a mettermi ko nemmeno con l'allenamento in palestra." Mi sta chiaramente prendendo in giro. Ovviamente non sono arrabbiata perché so che nelle sue parole non c'è un briciolo di cattiveria. In realtà sono piuttosto... divertita e non mi capitava da anni. "Scommettiamo?" stringo le braccia al petto. Non so cosa io stia facendo ma va bene così. Heath si scosta dal muro, getta il resto della sigaretta da qualche parte e mi si avvicina. Trovo assurdo non tremare davanti alla sua stazza eppure è così. Non tremo. Non davanti a lui. Non più. "Scommettiamo. Decideremo i termini dopo che avrò vinto." Avvicina la mano al mio viso ma questa volta sono abbastanza temeraria da non strizzare gli occhi. Tiene lo sguardo puntato sul mio per tutto il tempo mentre sposta la ciocca di capelli dietro il mio orecchio. "Non nasconderti." Bisbiglia. "Sono orrendi." Abbasso lo sguardo. "Non hai scelto tu di portarli, non è colpa tua e non hai motivo di provare vergogna." Le sue parole mi colpiscono dritta al cuore. Rimango immobile per i seguenti cinque minuti, credo, a fissarlo poi riesco a distogliere lo sguardo e avanzare fino alla porta.

"Abby, stavo giusto venendo a recuperarti. Andiamo?" Carol sbuca fuori facendomi prendere uno spavento. "Sì, certo. C'è lezione." Ricordo. "Ciao, Heath, è stato un piacere conoscerti." La mia amica non mi lascia il tempo materiale di salutare il ragazzo ché mi trascina in macchina. "Non ho salutato nessuno!" sbuffo. "Se ne faranno una ragione. Esco con Lucas sabato!" strilla una volta aver acceso la macchina. Io ho la patente ma è come se non l'avessi visto che Arthur non mi fa mai usare la sua auto o... un'auto in generale. "Dopodomani e... quel Lucas?" la guardo sorpresa. Okay, forse non tanto visto come si fissavano. "Sì e sì." Mi sorride. "Beh, ovviamente dovrai raccontarmi tutto." Le punto un dito contro. Sebbene io abbia avuto un solo un ragazzo, non poi così tanta esperienza e non mi interessi molto di questi argomenti cerco di esserci sempre per Carol. Per quanto a me possa importare poco dei vestiti da indossare, il luogo in cui andare o il bacio-non bacio a fine serata voglio essere presente per lei ed è per questo che le chiedo di raccontarmi i dettagli o se vuole una mano con gli outfit. Queste piccole cose mi fanno sentire normale e soprattutto più vicino a lei quindi sono contenta di sentirla lamentare, gioire e tutto quello che comporta il pacchetto 'ragazzo'. "Certo che ti racconterò tutto! Non sono mica una dilettante!" 

𝑊𝘩𝑎𝑡 𝐼𝑓 [𝐵𝑟𝑜𝑘𝑒𝑛 𝐺𝑖𝑟𝑙𝑠 𝐷𝑢𝑜𝑙𝑜𝑔𝑦 𝑉𝑜𝑙.𝟣]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora