ABIGAIL

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ABIGAIL

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ABIGAIL

Torno a casa mezz'ora prima del solito e se solo avessi saputo cosa sarebbe successo dopo di sicuro non l'avrei fatto.
Metto piede sul primo scalino quando sento la mano di Arthur afferrare i miei capelli in una salda presa. Lancio un urlo, presa alla sprovvista dall'attacco irruento e mi accascio sul secondo scalino. "Io pago quella fottuta palestra e tu devi stare lì tutto il tempo necessario." Non urla. Mi trascina sul pavimento come fossi un pupazzo di pezza e io mi lascio andare. Chiudo tutto il dolore e le lacrime in un cassetto lasciando aperto solo quello della rassegnazione. Perché è questo che sono: rassegnata. Morirò qui, sotto alle suole delle sue scarpe, con i marchi del suo possesso e del suo odio sul mio corpo quando mi troveranno. E lo so già che non otterrò giustizia nemmeno quando sarò sottoterra perché lui infangherà tutto. Corromperà giudici e poliziotti, dirà a tutti che la mia morte è stata inaspettata, che non me lo meritavo proprio come suo fratello e sua cognata e che soffre per la mia perdita. Poi tutti andranno avanti, lui continuerà la sua vita piena di lusso e donne di una notte e di me non rimarrà che polvere.
Sono rannicchiata sul pavimento, credo di aver sbattuto la fronte da qualche parte in cucina perché sento il sangue colarmi sul naso e credo di avere persino un trauma cranico. Ho ricevuto ventotto calci, uno per ogni minuto di anticipo. E forse, forse è adesso che vorrei morire davvero. Il mio corpo tenta di reggere il più possibile con tutti i cerotti, creme e trucchi che ci metto su ma non so per quanto durerà. È come se fosse un piatto, rotto in passato e adesso incollato nel peggiore dei modi. Può essere usato ma quando finirà di nuovo per terrà sarà impossibile ricomporlo. Sarà da buttare.
Arthur ha lasciato la stanza da tempo, è uscito andando chissà dove e a me poco importa. Mi faccio coraggio e arranco fino allo zaino dove recupero il cellulare.

A Carol: Ho bisogno di una mano e tu hai poco tempo a disposizione. Vieni?

La sua risposta arriva entro pochi secondi.

Da Carol: Arrivo. X

Cinque minuti dopo Carol è alla mia porta. Quando mi vede si porta una mano sulle labbra, i suoi occhi si fanno lucidi e, facendo attenzione, mi stringe in un abbraccio. "Poco tempo." Le ricordo. Lei annuisce e mi trascina nel bagno della mia camera. "Ho parcheggiato nella seconda traversa così non c'è rischio che quel bastardo riconosca la mia auto." Dice mentre apre lo sportello sotto allo specchio e recupera l'occorrente per aiutarmi. "Grazie." Mormoro. Carol tira su col naso, non mi risponde. Mi aiuta con la ferita sulla fronte applicandoci un cerotto alla fine, poi mi solleva la maglia e passa la crema su tutto il mio addome. "Costole? Riesci a muoverti?" "Niente di rotto. Ce la faccio." La rassicuro. "Adesso devi andartene, Care. Non so quando tornerà ma non voglio prenderle di nuovo per non averlo avvisato sulla tua presenza." Sospiro e mi sento peggio. Non voglio che se ne vada, vorrei rimanesse con me tutta la notte ma deve o sarà la fine per me. "Vado." Annuisce allontanandosi di poco. Mi lancia un altro sguardo e le scappa un singhiozzo. Presto comincia a piangere e lo fa per entrambe. Il mio cuore scalpita, si rompe e ricompone all'incirca un miliardo di volte alla vista della mia migliore amica in lacrime. "Mi sento malissimo." Singhiozza. "Mi sento proprio male." Si porta una mano sul petto. I miei occhi si inumidiscono e una singola lacrima sfugge dal sinistro. Vederla in queste condizioni a causa mia è straziante, quasi umiliante. Non posso far nulla per placare il suo dolore. "Vai, Carol. Ti supplico." Mormoro. "Okay – annuisce – vado. Ti mando un messaggio quando arrivo a casa." Dice. "Ferirti non è mai stato nei miei piani, Carol." Le mie parole arrestano i suoi passi. "Non sei tu a ferirmi, è la tua mente. Sei convinta che questa sia la cosa giusta da fare quando in realtà dovresti solo correre alla polizia e toglierti la maglia per far vedere quello che ti ha fatto. Sei carne da macello, prima o poi finirai sui ferri e... cascasse il mondo tu non finirai dentro una sacca per cadaveri. Io non lo permetterò." Non si volta nemmeno. Le sue parole frantumano il mio cuore per la miliardesima volta ma sta dicendo la pura verità. Sono solo un sacco di carne ambulante e prima o poi ci finirò davvero dentro un sacco. È solo questione di tempo. 

𝑊𝘩𝑎𝑡 𝐼𝑓 [𝐵𝑟𝑜𝑘𝑒𝑛 𝐺𝑖𝑟𝑙𝑠 𝐷𝑢𝑜𝑙𝑜𝑔𝑦 𝑉𝑜𝑙.𝟣]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora