Era stato attento a non ferirla, si era fatto strada in lei lentamente, assicurandosi che non soffrisse troppo. Sembrava così fragile sotto il suo corpo possente, suscettibile di doversi quasi spezzare nell'accoglierlo dentro di sé, di doversi sciogliere avvolta nel suo calore intenso e lasciarlo a stringere delle lenzuola bagnate.

Invece no. L'aveva sentita ansimare, rabbrividire, cercargli le spalle per artigliarle con le piccole dita, gemendo e sussultando, aderendo a lui e assecondando ogni suo movimento. Arrendevole ma non fino in fondo, disposta a lasciarsi guidare ma pronta a restituirgli ogni tocco, appena l'aveva imparato.

Era stato lui a sciogliersi infine. Ancora, e ancora. Tanto che era rimasta subito incinta, ed Enji era stato a guardare quella pancia crescere ogni giorno un po' di più, speranzoso, gustando finalmente la dolcezza del riposo, sapendo che adesso avrebbe avuto il figlio che tanto aspettava, il suo premio.

Ed era nato Touya. Si era dato pazienza finché non aveva compiuto quattro anni, manifestando un quirk solo di fuoco, esattamente come il suo. E aveva ricominciato a provare, sperare, senza darsi per vinto.

Quindi era arrivata Fuyumi.

Natsuo era stato il terzo.

Endeavor a quel punto era deluso. Tre figli, e non uno che rispecchiasse il suo ideale.

Era sempre più affamato, lungi dall'essere stanco aveva continuato a cercarla, ancora, e ancora. Ogni notte, aveva bisogno di ottenere il coronamento dei suoi sforzi, non poteva fermarsi adesso.

Alla quarta gravidanza manco gliel'aveva detto, Rei. Tardava sempre un po' di più, da un mese a due e poi all'ultima ha aspettato che si cominciasse a vedere la pancia incurvarsi dolcemente, prima di sbattergli in faccia che sì, era di nuovo incinta.

Questa volta sarebbe stata quella giusta. Se lo sentiva.

Appena venuto al mondo Shouto aveva capito di avere ragione. Il suo aspetto parlava già chiaro: metà e metà. Gli fremevano le mani quando lo aveva preso in braccio, non vedeva l'ora che manifestasse il suo potere per cominciare ad allenarlo, istruirlo, mettere in pratica i progetti e i sogni di tutta una vita.

Poi era andato tutto a puttane.

Ricorda ancora. Un momento di apparente pace, in cui aveva sentito la necessità di dimostrarle un minimo di riconoscenza, perché l'aveva seguito in quella via e l'aveva accontentato, aveva accettato di sottoporre ogni volta quel corpo snello e delicato al dolore del travaglio e del parto, continuando ad allevare gli altri figli già nati, ad occuparsi delle faccende di casa.

Stava lavando i piatti dopo la cena. Enji osservava i suoi gesti, ammirava il fisico ancora perfetto dopo quattro figli e improvvisamente aveva sentito qualcosa nel profondo, che prima non si era mai soffermato a guardare più da vicino come quella sera stava facendo con lei.

Un pizzico di gratitudine, forse.

Allora si era alzato e le era andato accanto, posandole la mano sul fianco esile e morbido, senza nessuna intenzione secondaria, non al momento.

Da mesi non faceva l'amore con lei, perché da dopo che era nato Shouto avevano iniziato a farlo sempre più sporadicamente, fino a ridursi quasi a zero. Nemmeno lui stesso sapeva perché; forse provava un'inconscia remora a renderla di nuovo incinta, ormai quel discorso era chiuso, non aveva più senso continuare a tentare.

Però ultimamente la sentiva troppo distante, Endeavor. Temeva che sua moglie iniziasse a pensare che avendo concluso il suo compito non avesse più voglia di sprecare energie in quel modo, che per allenare Shouto ne occorrevano già tante. O che trovasse il suo sollazzo fuori casa.

Heart's in right sideWhere stories live. Discover now