Liv fece uscire tutti dalla stanza, tranne Nathan. Lei voleva capire, e lui sicuramente l'avrebbe aiutata. Voleva sapere quali erano i suoi hobby, le sue passioni, tutto in generale. Aveva bisogno di ricordare, di sboccare la sua povera mente. Non sarebbe stato un compito facile. Cominciò a fargli una raffica di domande, a cui il giovane cercò di rispondere in modo esaustivo. Certo che avere a che fare con lei in quelle condizioni era veramente dura.

<<Band preferita?>>

<<Franz Ferdinand, ma adori anche i Queen, i Beatles e i Rolling Stones.>>

<<Cantante preferito?>>

<<Oh, tu ne hai tanti Liv. Penso però di poter dire che è...Paul McCartney.>>

<<Canzone preferita?>>

<<Saturday Night di Elton John.>>

<<Film e serie tv preferite.>>

<<Cominci a fare domande difficili a quanto vedo. Sei proprio una birichina. Allora, come film "Altrimenti ci arrabbiamo" con Terence Hill e Bud Spencer, per le serie tv direi "A discovery of witches" con Matthew Goode e Teresa Palmer. Ogni volta che vedevi quella serie sbavavi davanti alla televisione. E adori i film italiani degli anni 50'.>>

<<Dimmi qualcosa su di me.>> gli chiese. Almeno qualcosa lo voleva sapere, in modo da sbloccare i suoi ricordi. Questo però poteva ferire Nathan nel suo essere. Il ragazzo però fece uno sforzo e le racconto tutto quello che voleva sapere.

Sei nata in una giornata piuttosto fredda, o almeno è questo che dice sempre tua madre. La tua nascita è stata come una benedizione per la tua famiglia, appena ti hanno portato a casa hanno fatto una grande festa. Tuo fratello, come maggiore, decise subito di prendersi cura di te quando i vostri genitori non c'erano. Diventaste inseparabili, l'uno completava l'altro, avevate sempre bisogno di stare insieme. Non avete mai fatto da soli qualcosa. A scuola eri la migliore e tutti ti amavano. Durante i compiti in classe facevi copiare quello che avevi stritto tu. Non volevi che gli altri prendessero brutti voti...

<<Potresti parlarmi di quando ci siamo conosciuti? Il resto puoi raccontarmelo un'altra volta.>> lo interruppe un attimo. Poi gli fece proseguire il suo discorso.

Ci siamo conosciuti appena cominciato il liceo. Non mi sopportavi, ero il tipico ragazzo popolare, capitano della squadra di football. Secondo te ero un per di tempo, in realtà il più delle volte mi chiamavi scansafatiche. Per conquistarti cercai di impegnarmi il più possibile a scuola. Non uscivo quasi mai con gli amici, la maggior parte del mio tempo la impiegavo a leggere e a studiare. Avrei fatto di tutto per conquistarti. Tu però facevi in tutte le maniere per schernirmi davanti agli altri. Eri sprezzante nei miei confronti, quando io volevo solo il tuo amore. 

Un giorno, durante un importante partita del campionato scolastico, ti vidi tra gli spalti. Era come se attorno a te ci fosse una luce celestiale. Questo mi diede la forza di dare il meglio di me stesso e vincere la partita. Io vinsi quella partita per te. Da quel momento cominciasti ad essere più gentile, e a gradire la mia compagnia.

Dopo qualche mese ti chiesi di uscire. Mi facesti aspettare un'intera settimana per una risposta, fino a che non dicesti di sì. Ero euforico, non riuscivo più a stare fermo. I miei genitori mi chiedevano continuamente il motivo per cui fossi così felice. "Per l'amore", gli risposi, da quel momento capirono cosa mi stava accadendo.

Al primo appuntamento portavi un vestitino lungo color petrolio, i capelli avvolti in uno chignon e una collana d'argento e smeraldi. Avevi anche un profumo, il n.5 di Chanel. Eri così bella. Non riuscivo a credere che sarei uscito con te, eppure era successo. Ci demmo il nostro primo bacio a fine serata.

Da quel momento cominciammo ad uscire molte volte a settimana assieme. Per lo più stavamo a casa tua a studiare.

La nostra prima notte assieme l'abbiamo passata in gita scolastica a Parigi, l'anno successivo. Secondo te era stupido passare un momento così speciale durante una gita scolastica, ma io ti persuasi. Alla fine dicesti che avevo ragione.

Da quel momento cominciammo ad essere sempre più uniti. Eravamo diventati una coppia. Ad ogni compleanno ti regalavo una catenina d'oro con una croce. Mi dicevi sempre che ti ricordava tuo nonno. Per San Valentino invece ordinavo dall'Italia una scatoletta di cioccolatini di Ernst Knam.

Abbiamo passato molti momenti belli insieme. Mi è mancato dopo l'incidente tutto questo. Il tuo sorriso, la tua risata, queste cose mi venivano in mente prima di andare a dormire. Non voglio più perderti Liv, io ti amo.

Povero Nathan, che cosa gli aveva fatto passare in sua assenza. Non si meritava quell'amore. Le aveva dato tanto, e lei con quell'incidente lo aveva distrutto. Ora riusciva a capire il motivo per cui si era innamorata di lui. Doveva però continuare a scavare, alcun flashback le era ancora venuto.

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