2 anni dopo
Tanto tempo era passato da quando Liv se ne stava in quel freddo letto d'ospedale. Era ora di cambiare le cose. I suoi occhi blu cobalto si aprirono di scatto, come se avessero aspettato quel momento da tutta la vita. Essi scrutarono la nuda stanza d'ospedale. Non si ricordava di come ci fosse arrivata. In realtá non si ricordava di nulla di quello che le era accaduto. Non si ricordava più nulla, e questo la spaventava. I suoi bellissimi capelli arruffati castani gli arrivavano solamente alle spalle. Cosa le era successo? Avrebbe proprio voluto saperlo.

Non fece in tempo di portersi questa domanda, che arrivarono più dottori a visitarla, come ogni mattina. Erano visibilmente sorpresi. Ma che avevano da guardarla in quel modo? Manco fosse un mostro. Lazzaro, forse questa era la definizione migliore.

<<E voi chi diavolo siete?>> domandò infastidita la ragazza. L'unica cosa che non sopportava più degli ospedali, erano proprio i medici. Non ce n'era uno in generale, li detestava e basta.

<<Io sono il Dottor Mayer, lei è la dottoressa Lin e questo è il Dottor Relly.>> disse quello più anziano. Secondo lei quell'uomo avrà avuto più o meno 55 anni, con il camice bianco splendente, alto, dagli occhi piccoli e grigio-verdi, lievi rughe di espressione e occhiali rettangolari neri. Forse forse era anche più vecchio, pensò lei. Sinceramente non le importava molto la sua etá. In realta la questione era il fatto del perchè fosse lì da lei. Indicò gli altri dottori a lui accanto, molto giovani, a quanto le pareva.

<<Va bene. Credo di avere una perdita di memoria. Potreste dirmi come mi chiamo? Tanto che siete qui rendetevi utili.>> sbottò la ragazza. Il dottor Relly ebbe un colpo di tosse improvviso. Sará stata la sua schiettezza, per i suoi 22 anni.

<<Il tuo nome è Olivia Wallace, detta anche Liv. Sei nata il 16 Maggio 1997 a Londra. I tuoi genitori si chiamano Lillian e Jeremy Wallace. Hai un fratello maggiore, Blaine, nato nel 1994, ed uno zio, Oliver.>> le rispose il Dottor Mayer, mentre le faceva i prelevi. Nel frattempo la dottoressa Lin aggiornava la sua cartella clinica. I suoi valori erano nella norma, solo una cosa peró non andava bene, l'amnesia. Sicuramente era dovuta al trauma cranico, sentiva ancora un forte dolore alla testa.
Le faceva paura rivedere la sua famiglia, e non riconoscerla, come se fossero dei veri sconosciuti. L'avevano vista nascere, crescere, forse anche vincere dei concorsi. Erano stati sempre con lei, e li aveva dimenticati. La sua mente li aveva chiusi in un cassetto a tenuta stagna.

<<La tua famiglia è qui Liv, vuoi che la facciamo entrare?>> le chiese il Dottor Mayer. Acconsentì. La porta della sua camera si aprì. Da essa entrarono quattro uomini, ed una donna. Quest'ultima presuppose fosse sua madre, dal corpo slanciato, il viso severo e lunghi setosi capelli biondi. Sugli uomini ebbe un po' di difficoltà. Gli adulti dovevano essere suo padre e suo zio. Ma tra i due ragazzi, chi era suo fratello? Non ne aveva la minima idea. Pensò a quanto fosse brutto non ricordare le persone a lei care.
I genitori le vennero incontro e la abbracciarono forte. Questo gesto però non le fece nè caldo nè freddo. Non provò alcuna emozione. Perchè non riusciva a provare un'emozione? Erano i suoi genitori dopotutto.

<<Oh Liv, quanto ci sei mancata.>> disse la madre, appena staccatasi dal petto della giovane.

<<Nathan, vieni qui a salutare Liv.>> disse il padre ad uno dei due ragazzi. Quel nome le ricordava vagamente qualcosa, ma niente di speciale. I suoi genitori si allontanarono per la lasciare posto al giovane. Lui la abbracciò, e le diede un bacio sulle labbra. Ecco chi era, il suo fidanzato.
Quando tutti tornarono a distanza di "sicurezza", la ragazza rivolse loro parola. Sicuramente sapevano quali erano le sue condizioni, ma voleva essere esplicita.

<<Sono contenta che siate venuti tutti qui per me, ma non mi ricordo nulla di voi. So solo di essermi svegliata in questo schifosissimo letto d'ospedale, trovando mi davanti tre dottori che mi dovevano visitare. Lo so che sarà difficile per voi, ma lo è anche per me. Cercherò di applicarmi nel ricordare il prima possibile.>>

Sulle candide guance di Nathan scesero delle lacrime. Lo faceva star male sapere che la sua ragazza, la donna che amava non si ricordava di lui. Si ripromise che l'avrebbe aiutata ad ogni costo. Anche per i genitori fu la stessa reazione. Il fratello invece si contenne, e si sedette accanto a lei. Lui sarebbe stato la sua ancora di salvezza, l'avrebbe protetta su qualsiasi cammino avrebbe intrapreso.
Il suo cammino per il ricordo era appena incominciato.
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Spazio Autrice
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. A differenza delle altre storie cercherò di scrivere capitoli un po' più cortini. Non lo prometto, ma ci proverò. So che i capitoli troppo lunghi stancano abbastanza. Un bacione😘

Remember (In Pausa)Where stories live. Discover now