-Prologo-

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Non c'era voce.

Non c'era melodia generata da quelle corde che riuscisse ad udire.

La creatura si sforzava caparbiamente di emettere un suono distinguibile, almeno uno, sollecitata ancora e ancora sotto la furente pressione delle dita del suo padrone.

Ma era silente, muta, taceva.

Eppure le vibrazioni della cassa di risonanza si diffondevano nei polpastrelli, diramandosi mano a mano nei polsi fino ad estendersi come lacci alla gabbia toracica, lì dove tentavano di avvolgere il muscolo cardiaco in una morsa stretta e resistente.

Ma ecco che i nodi cedevano, deboli e sfilacciati, strappandosi fino a diventare parte di quella ruggine che gli incrostava lo spirito.

Un'anima sorda di fronte alla sua creazione.

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