I danni della mascolinità tossica

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Cos'è la mascolinità tossica?

Si tratta di un concetto secondo cui il "vero uomo" è un bruto affamato di sesso, capace d'imporsi solo con la violenza; in tal ideologia la donna è relegata al ruolo di domestica e di trastullo dell'uomo.


Secondo i sostenitori, gli uomini eleganti, sensibili, o anche solo gentili sono visti come donne mancate o falsi uomini.

Queste idee di certo causano danni alla nostra società, passando dall'incapacità di accettare che gli uomini possono essere vittime fino ad arrivare alla discriminazione femminile.

Personalmente vorrei riportare due casi con cui ho avuto a che fare.

Il primo lo chiameremo A: A inizialmente sembrava un ragazzo un po' strambo ma simpatico, poi scoprì che ero timido a parlare di sesso, quindi cominciò ad accusarmi di essere omosessuale.
Non si limitò a un semplice insulto: lo gridava continuamente, era capace di andare avanti per un'ora urlando solo "gays", al quale aggiungeva "gays alla dodicesima" (ossia dodici volte più gay di un "gay normale"), in classe gridò che gli omosessuali dovevano essere sterminati perché aveva paura che lo sodomizzassero, non era in grado di parlare di ragazze senza dar loro delle sgualdrine, provava un profondo piacere nella violenza nei confronti delle donne (quando guardammo un film su Gesù e Maria venne schiaffeggiata da un soldato, A scoppiò a ridere, ricevendo gli sguardi allibiti dell'intera classe). Una volta gli chiesi se questa sia fissa non fosse segno di omosessualità repressa, e lui cominciò a urlare, a bestemmiare, a battere i piedi per terra, darmi del gay e a dire parole incomprensibili. Fece anche gruppo con dei teppisti che andavano a compiere atti vandalici e si credeva figo. Provvedeva a istigarmi gli altri contro, atteggiandosi a dio sceso in terra, ma quando una volta lo stesi con un calcio in mezzo alle gambe lui telefonò a casa piangendo e urlò di venirlo a prendere. Il giorno dopo tornò a scuola vantandosi di quanto male mi avrebbe fatto a ruoli invertiti.
Le provammo tutte, ma i genitori urlarono dietro a professori e collaboratori del preside, ogni richiamo fu vano. Facemmo a pugni in classe, io gli ruppi gli occhiali, lui mi lasciò un livido sul labbro, se ne vantò per tutta la scuola e appena i prof che mi avevano a cuore dovevano uscire dall'aula mi ritrovavo circondato dai suoi sostenitori, che mi ridevano in faccia e mi guardavano come se fossi un animale da zoo.

Alla fine il preside prese in mano la situazione: gli mise a matita un sette in condotta, sinonimo di bocciatura, e minacciò di chiamare i servizi sociali. Dato il comportamento e la testimonianza di preside, corpo professori e tutta l'aula, questi non ci avrebbero messo molto a classificare il bullo come una persona disturbata, e da qui il finire in una clinica per malati di mente ed essere strappato alla famiglia il passo è breve. Possiamo dire che l'istituto avrebbe trascinato la famiglia in tribunale, definendo il bullo come "pericoloso". Il gesto terrorizzò il bullo e i suoi famigliari, e lui cominciò ad adularmi e divenne un lecchino. L'anno dopo tornò alla carica, (sempre con "gay, sei gay, gay!") ma al primo richiamo tacque.

Questo è un esempio di adolescente che vuole essere "un vero uomo".

A lui si affianca B: eravamo amici, poi lui decise che doveva essere un maschio alpha, il dominatore che "becca la figa" e la miglior via era frequentare teppisti (poi divenuti spacciatori) e fare il vandalo. Mi organizzò un pestaggio e mi fece finire in ospedale, per poi venir denunciato. Non si fece niente, ma da quel che ne so smise di frequentare certa gente. Tra le tante cose, per impressionare i coetanei si vantò di aver, a tredici anni, avuto un rapporto sessuale con una diciassettenne, descrivendo nel dettaglio le posizioni e andandosene infuriato perché nessuno gli credeva. Se ne vantò per mesi, cercò di dimostrarlo portando foto della ragazza in questione e telefonandole pubblicamente solo per dimostrare che lei esisteva.

Questi esempi dimostrano profondamente come la mascolinità tossica nuoccia non solo a chiunque decida di seguirla, ma anche a chi sta intorno, compresa la propria famiglia.

Articolo a cura di @fanwriter91 

E a proposito della stessa tematica, molto sentita dal pubblico maschile, era arrivata questa testimonianza da parte di lolloloscrittore

Non puoi piangere. Non puoi vestirti di rosa, sei un uomo. I ragazzi saranno ragazzi. Quante volte, pubblico maschile, vi siete sentiti dire queste frasi? Quante volte vi siete sentiti offesi? Quante volte avete dovuto adeguarvi a ciò che pensa la società sul ruolo maschile e sulla mascolinità? Una volta ero in ascensore. Avevo il braccio rotto. Stavo piangendo. Mio padre mi dice: "Lorenzo, sei un uomo, non piangere". Mi sono sentito uno schifo. Mi sono sentito inadeguato. E quante volte ho sentito le battutine sui gay. Oppure le ragazze che dicevano di potermi far cambiare sponda. Non ho felpe rosa perché mio padre mi fa paura. Perché per i miei compagni di classe è da frocio. La mascolinità tossica è tutto questo: il dover inculcare la virilità a tutti i maschi altrimenti sono delle checche. Sono delle ragazzine. Che poi, ehi, non c'è niente di male se voi siete virili, maschili. C'è qualcosa che non va se volete inculcare la vostra virilità a chiunque vi stia attorno, se prendete in giro, insultate o picchiate le persone perché non sono come voi.Fate imparare ai vostri figli che non c'è niente di male ad essere sensibili, che non c'è niente di male a truccarsi se ti fa sentire più bello. Non c'è niente di male. Fate imparare ai vostri figli che chi è sensibile, chi spezza i gender rules non è necessariamente gay, e che anche quello che sembra più etero può essere gay. E immagino che per le ragazze sia lo stesso. Immagino che anche loro si sono dovute adeguare spesso agli stereotipi femminili perché altrimenti sarebbero state discriminate. Immagino che spesso anche i ragazzi le hanno insultate perché non femminili oppure troppo femminili e sensuali.Io stesso ho subito, subisco e probabilmente continuerò a subire del bullismo perché non ho paura di parlare, di urlare, perché non ho paura di mostrarmi emotivo in pubblico. Perché non ho paura di andare ad un gay pride e di predicare l'uguaglianza. Non tutto deve essere conforme ad un sesso: normalizzate il fatto che i ragazzi si possono truccare e che le ragazze possono capirne di calcio e di videogames. La mascolinità tossica è una delle maggiori cause del bullismo dei maschi verso i maschi. Non abbiate paura a ribellarvi ad esso: avrete sempre un sostenitore. Me.


Noi di WritHer vorremmo ringraziare i componenti di Demoni di EFP, in particolare fanwriter91 ed evgenij_demoni_efp, con cui è nata una collaborazione ricca di contenuti e riscontri. Ringraziamo che ci sia in giro tanta bella gente come loro pronta a sensibilizzare e parlare.



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⏰ Last updated: Mar 26, 2019 ⏰

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