Da un lato è stata felice di sapere ch'era entrato alla Yuuei, a respirare aria pulita, che non fosse quella della loro casa. Dall'altra, però, non era riuscita a non pensare che così sarebbe stato da solo, in mezzo ad estranei, che forse non l'avrebbero accettato, o magari l'avrebbero fatto solo perché era figlio dell'Eroe numero 2, sperando di ricevere qualcosa in ricambio da quell'amicizia così prestigiosa.

Certo, non era andata proprio così. Già durante il primo anno aveva riscontrato un cambiamento notevole in lui. Quello che era accaduto al festival scolastico, e la decisione improvvisa di andare a trovare Rei dopo quasi dieci anni che non la vedeva parevano avergli restituito nuova forza, nuova fiducia. Era maturato anche a livello emotivo, o meglio dire si era scaldato, che le pareva gli fosse diventato di ghiaccio anche il cuore nel petto, a furia di utilizzare sempre e solo quella parte del suo quirk.

Ma adesso durante l'ultima visita l'ha visto più cupo e taciturno, quasi com'era una volta. Forse era solo stanco, ma Fuyumi aveva intravisto in quegli occhi bicolore l'ombra di qualcosa che non le era piaciuto.

E ora quella chiamata. Quella voce sempre calma, immota come un lago gelato, che le spezzava le parole in bocca tutto d'un tratto.

Cos'è successo, ancora, Shouto?

Non riesce a trattenersi. Una lacrima le sfugge sotto la lente, rotola sui calzoni di suo padre che stava piegando.

Neppure lei ha perdonato. Solo che a differenza di Natsuo le cose non riesce a dirle in faccia, preferisce tenersele nello stomaco pur di non ferire, di non portare altri casini in quella famiglia più che disfunzionale.

Vorrebbe soltanto un po' di pace. Chiede forse troppo, a quella vita già tanto mortificata?

<< Fuyumi-chan ... >>. Natsuo si alza, abbandona la partita che seguiva con tanto interesse e si avvicina alla sorella, le posa la mano sulla spalla.

Lei si asciuga lo zigomo. << Mi dispiace. Scusa >>.

<< Non è colpa tua. Lo sai >>. E fissa ostentatamente la pila dei panni appartenente ad Enji.

<< Però ... si sta sforzando di cambiare. Dobbiamo almeno cercare di apprezzarlo, questo >>.

<< E' troppo tardi. Almeno per me >>. E con questo Natsuo chiude il discorso.

Fuyumi sa ch'è meglio non insistere. In fondo non è del tutto vero: anche Natsuo ci tiene a Enji, nonostante si rifiuti di ammetterlo. Le basta ricordare con quanta angoscia ha seguito il notiziario quando il padre è stato ferito abbastanza seriamente durante uno scontro coi Villan, qualche tempo addietro.

Ma lui è fatto così. Sono caparbi, cocciuti gli uomini Todoroki: tutti, senza eccezione alcuna. Reprimono le emozioni fin quasi a scoppiare, non per riguardo agli altri, ma perché le considerano un segnale di debolezza, di cui poi gli altri possono approfittarsi impunemente.

Non è stato forse per questo, che la relazione di Natsuo con quella ragazza era finita? Perché Natsuo non è capace di esternare ciò che prova, anche se è vero, profondo. Persino quando le ha detto che Mizue l'aveva lasciato si è comportato come se non avesse una grande importanza, anche se lei sapeva che ci stava male.

Non era quella giusta. A lui occorre qualcuna che possa comprendere la sete di affetto, di attenzioni che hanno, tutti loro. Tutto ciò che è mancato da quando Rei ha cominciato ad ammalarsi, lo cercano fuori; e se coloro che incontrano non sono in grado di darglielo, ecco che i rapporti si rompono.

Certo non è facile. A diciotto anni, cosa mai si può sperare da una ragazza, per matura che possa essere? Una che ha i suoi sogni, i suoi progetti per il futuro, che vuole vivere la sua vita prima di divenire moglie e madre e accollarsi i problemi di una famiglia.

Heart's in right sideWhere stories live. Discover now