CAPITOLO TERZO - YOU BRAT

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1 ottobre 2016

"Grazie a tutti per l'attenzione, ci vediamo domani"

Un grande brusio mi ridestò dai pensieri che affollavano la mia mente, segno che la lezione era finita. Raccolsi la mia roba e mi diressi verso l'uscita, quando mi trovai il polso bloccato e mi voltai, trovandomi di fronte una ragazza bionda e snella, con dei bellissimi occhi verdi e un sorriso invidiabile.

"Ciao, scusami se ti ho spaventata" mi si rivolse raggiante "sono Francesca, piacere"

Allungai a mia volta la mano, stringendo la sua, bianca e affusolata.

"Ludovica" risposi semplicemente.

"Senti, io ed i miei amici stiamo andando al bar qui davanti per prendere un caffè prima di andare in aula studio, quindi mi chiedevo se volessi venire con noi visto che sei sola"

Inizialmente la sua proposta mi spiazzò, però accettai volentieri e la seguii, fino a trovarmi davanti ad un gruppo di persone che parlavano tra loro.

"Ragazzi, lei è Ludovica" esordì la bionda, facendo volgere l'attenzione di tutti su di me.

"Loro sono Giorgia, Samantha, Marco, Edoardo e Andrea"

*Ahahaha, non me li ricorderò mai* pensai in quel momento.

Strinsi loro le mani presentandomi, cogliendo l'occasione per analizzarli uno ad uno come era mio solito fare.

Giorgia era una ragazza minuta e ben proporzionata, mora con gli occhi azzurri e un sorriso leggermente sbilenco. 

Samantha era, tra le tre, quella che saltava più all'occhio, per via dei suoi capelli rosso fuoco in contrasto con gli occhi chiari e le curve abbondanti messe decisamente in bella mostra. 

Marco, il più basso tra i ragazzi, era biondo con gli occhi nocciola e delle carinissime fossette che ispiravano simpatia. 

Edoardo invece era molto alto, bellissimi capelli ricci castano chiaro e occhi di un verde intenso, tatuaggi che ricoprivano entrambe le braccia, sprigionava sicurezza e socievolezza. Bello da mozzare il fiato. 

Infine si presentò Andrea, abbastanza alto, capelli neri e occhi marroni, sguardo accattivante ed ego spropositato.

Insieme ai ragazzi andammo al bar davanti all'università, ridendo e scherzando come fossimo amici da sempre, in seguito ci dirigemmo verso l'aula studio, dove ci aspettava una sessione di studio intenso.

***

"Basta rega, ve prego me stanno a uscì li occhi dalla faccia" sbottò Marco sbuffando e accasciandosi malamente sulla sedia.

Tutti noi ci girammo verso di lui iniziando a ridere.

"Sei un caso perso" lo rimproverò Giorgia scuotendo la testa.

"È sabato, basta studiare, facciamo qualcosa di divertente" parlò il biondo sbattendo il pugno sul tavolo.

Ci mettemmo a discutere sul da farsi, quando mi venne in mente un'idea.

"Ragazzi, perché non compriamo da bere e facciamo una festa a casa mia? È un po' piccolina ma non penso vi crei problemi, no?"

I ragazzi si guardarono tra loro, per poi voltarsi verso di me, dandomi delle pacche sulla spalla e ringraziandomi.

Dopo esserci messi d'accordo sull'orario ci dividemmo e io tornai a casa per lavarmi e ordinare le pizze.

In un momento morto mi misi a pensare alla mia giornata, una cosa che facevo spesso in realtà. Le lezioni erano iniziate da quasi una settimana e già avevo fatto amicizia con questi ragazzi, con i quali avevo molto in comune. Ad esempio la vena festaiola. Io amavo andare alle feste e darne, non sono mai stata una ragazza da divano e film il weekend(eccetto durante quel periodo del mese chiaramente). Certo, ormai sono passati i miei anni d'oro, ovvero quando avevo 17-18 anni, ma sapevo ancora divertirmi.

AD MAIORA || Paulo DybalaWhere stories live. Discover now