Capitolo 2 - Careless confessions?

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Il profilo della chiesa sul cielo azzurro era quasi tangibile. Per qualche ragione, il largo tronco dell'abete accanto all'edificio scolastico e l'alto campanile in lontananza parevano più consistenti del previsto, a Susie pareva quasi potesse staccarli con le mani dall'orizzonte come ritagli di carta. Effettivamente, l'aria si era fatta carica della primavera, un effluvio febbricitante si alzava dalle piante ancora mezze spoglie, come tante signore che si preparano per un ballo importante, indossando i loro abiti migliori.

Era da un'ora che Susie guardava il telefono. Gli occhi le bruciavano, arrossati per il troppo fissare la luce azzurrina dello schermo. Era sabato pomeriggio, c'era il sole, le ragazze cominciavano ad indossare vestiti allampanati e colorati, fare sport cominciava a secernere sempre più sudore e contentezza.

Eppure non si capacitava di fare nulla. Tornare a casa era fuori discussione. Susie picchiettò le unghie sulla vernice scrostata della sua bicicletta, lanciando un'occhiata alla porta d'ingresso della scuola. Deglutì, rendendosi conto di stare aspettando l'uscita di Kris. Digrignò i denti nervosamente, non sapeva di essere più arrabbiata per il fatto di essersi sentita così strana un secondo prima o per il fatto che quel beone non venisse più fuori.

Forse sta parlando con sua madre...pensò. Effettivamente, l'utilitaria rossa era ancora parcheggiata lì davanti, la carrozzeria lustra e pulita di recente. Un vago effluvio di Arbe Magique al sentore di Frescura d'oceano fuoriusciva dai finestrini appena aperti. Susie si avvicinò alla macchina, appoggiandosi alla portiera davanti al posto dietro l'autista. Era sempre lì che Kris si sedeva quando sua madre lo accompagnava a scuola.

Susie studiò il sedile. Così, vuoto e pulito e senza odore, pareva non ci si fosse mai seduto nessuno. Eppure era uno spazio che lui riempiva quasi ogni giorno...come poteva non averne traccia? Il senso di mancanza che Susie provava si fece più consistente a quel pensiero. Decise di andarsene o sarebbe impazzita, quella sensazione di attesa le riempiva lo stomaco come ovatta impregnata di un liquido denso, che la rendeva insaziabile per quanto potesse mangiare.

Grugnendo infastidita, se ne andò via sentendosi pesantissima, la bicicletta che cigolava al suo fianco. Nessuna traccia di altri studenti per le vie, tutti si erano rintanati da qualche parte a passare il loro bel week-end, oh behh...

Appena voltato l'angolo, come se avesse rilasciato il telefono di una tensione mentale che gli impediva di ricevere alcunché, PLOP, comparve un messaggio. Susie sbloccò lo schermo talmente velocemente che per poco non gli scivolò il cellulare a terra.

"ore 20"
Pigiò l'icona della faccetta di Kris come per picchiarlo, la foto scattata di nascosto mentre dormiva in classe con la bocca semiaperta sul banco.

"Sintetico come al solito." borbottò Susie infilandosi di nuovo il cellulare nella tasca dei jeans. "Non che non si capisca, comunque...ma una spiegazione minima se l'aspetta pure una come me." Che fa un sacco di errori di ortografia, avrebbe dovuto precisare a se stessa, ma non lo fece per orgoglio.

Sbuffò un alitata furente dalle narici, arrossendo leggermente. Chissà poi, magari si presentava a casa sua alle ore 20 e le avrebbe aperto sua mamma con un denigrante "e tu chi sei?" e lei si sarebbe sentita una specie di ladra senza neanche un dolcetto o uno spumante da portare alla signora Dreemur. Se Kris le avesse fatto uno scherzo del genere, giurava che era la volta buona che lo seppelliva vivo, dopo avergli cavato le orbite dagli occhi.

Certo, da quando andavano nel Dark World, non c'era stata una volta che Kris le avesse mancato di parola. Il tipo poteva essere quieto e inintelligibile, ma non era un bugiardo. Era stupido, quello sì, talvolta apatico, -bello da morire -, imprevedibile e incredibilmente lento, ma pareva che il suo cervello non avesse la capacità di manipolare la realtà. Da lui trapelavano emozioni scarne e trasparenti, ma almeno erano sincere.

Valentine's special - pocky gameWhere stories live. Discover now