Capitolo uno.

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Nuovo affidamento.

“Per ordinanza del giudice la minore passerà in affidamento al padre, data la sfortunata morte della zia Anna.”

Precisamente 10 mesi fa mia mamma era scomparsa, non nel senso di morta eh, se l’ è data a gambe.

Non farò finta di essere una di quelle ragazze che amano la madre fino a suicidarsi per la sua scomparsa.

Io la odiavo mia mamma.

Mamma e io litigavamo in continuazione, odio reciproco insomma.

Non è mai stata una donna presente, mio padre è scappato prima che nascessi, ci ho parlato solo qualche volta per telefono.

E come regalo di compleanno mi aveva lasciato al suo avvocato, corrotto.

Mi avevano affidato a mia zia, finchè, pace all’ anima sua, era crepata pure lei.

E così a chi andava la piccola Jane a solo due mesi dall’ “età della libertà” ? Da suo padre, che più che un padre era un tizio sconosciuto.

Mi venne a prendere dal tribunale, in macchina provò ad attaccare discorso.

“Allora Jane, come va la vita?” chiese con disinvoltura.

“ Lo sai.” al contrario di lui non avevo troppa voglia di parlare.

“Quei… cosi hanno fatto male?” disse riferendomi ai miei due piercing, i cheeks.

“Un po’.” bugia, avevano fatto un male assurdo ma non volevo dargli soddisfazione.

“Con i ragazzi?”

“Sono lesbica.” Vero, quasi del tutto.

Diciamo che nella mia vita miravo a ragazzi troppo belli, così ero passata alla parte facile della vita.

Insomma, detta in poche parole se con un bel tipo ci provava con me non è che lo schifavo, ma con le ragazze era molto più facile e a soddisfazione sessuale vincevano di parecchio.

E la mia ragazza, oh lei si che era sexy. In oltre la nostra relazione aperta era immensamente comoda.

“Ah.” rispose sorpreso.

“Dove abiti?” ci avvicinavamo a un quartiere residenziale, carino, nulla di che.

Era distante circa un’ ora dalla mia vecchie città.

“Ci siamo quasi, preparati a conoscere la nuova famiglia.” Di cosa stava parlando?

“Chi?!”

“Ho una moglie, siamo sposati da pochi anni, ti troverai bene con i suoi figli.”

“Non sono miei fratelli- fratelli vero?” sperai.

“Non di sangue.” sbuffò.

Bene, così non sono obbligata a sopportarli.

Scesa dalla macchina presi il borsone dal baule, e, rifiutando l’aiuto di mio padre, anche la borsa del pc.

Mi accompagnò alla porta e la aprì.

Mi affacciai su un salotto spazioso, con tanto di console e televisore enorme.

Una donna venne verso di me, doveva avere più o meno l’ età di mio padre.

Capelli scuri, così come gli occhi. Una bella donna complessivamente.

“Ciao! Tu devi essere Jane! Piacere Trisha!” disse prendendomi il borsone.

“Ciao, piacere. Grazie!” sorrisi, non volevo iniziare male.

Dalle scale scesero due ragazzine, una poco più piccola di me e l’ altra ancora più piccola.

Si presentarono, erano due delle sue figlie, Waliyha e Safaa.

“Mia figlia più grande, Doniya, è all ‘estero per lavoro. Di solito lei dorme nella stanza di Zayn, l’altro mio figlio, perciò ti ha lasciato il posto.” mi spiegò Trisha.

L’idea di condividere la stanza con un ragazzo non mi spaventava molto, comunque non avremmo avuto un buon rapporto.

Salii le scale con Trisha che mi aprì la porta della stanza vuota.

Era grande, con due letti francesi ai lati della stanza.

Le pareti azzurro confetto creavano il giusto contrasto con il parquet di legno, mi piaceva.

“E’ fuori?” chiesi.

“Si, rientrerà fra meno di un’ora. Se intanto vuoi sistemare le tue cose.” indicò il letto e il mobile lì accanto.

“Grazie.” sorrisi e appoggiai le borse sul letto.

Mi sentivo stanca per il viaggio, così presi un cambio di vestiti e lo tirai fuori.

Andai nel bagno della stanza, a quanto pare ce ne era uno con la doccia.

Perfetto.

Trovai due asciugamani sul lavandino, sperai fossero puliti e mi infilai sotto la doccia con i capelli legati.

L’ acqua calda scorreva sul mio corpo lavandomi dal sudore e dalla stanchezza.

Uscii avvolgendomi nel telo più grande e sciogliendo i capelli.

Quando aprii la porta del bagno, trovai un ragazzo seduto sull ‘altro letto.

Uno dei ragazzi per cui rimpiango di avere una ragazza.

Occhi scuri, quasi neri e capelli di quest’ ultimo colore.

Labbra da mozzare il fiato e un accenno di barba.

“Ei!” disse sorridente avvicinandosi e guardandomi le gambe.

“Ciao.” sbottai avvicinandomi al letto per prendere il cambio.

Una volta preso mi rigirai e me lo trovai a pochi centimetri.

“Jane immagino.” in quello sguardo c’ era un non so che di sesso.

“Si, ciao. Ora scusami ma vorrei vestirmi.” dissi indicando il bagno.

“Fai pure, ti preferisco così però.” disse facendomi l’occhiolino e spostandosi.

Ridendo entrai in bagno, che ingenuo.

Uscendo lo vidi al computer, così presi il telefono e seduta sul letto chiamai Lara.

Dopo l’ennesima litigata riattaccai al telefono.

Zayn aveva sentito tutta la conversazione.

 “Da quanto sei lesbica?” mi chiese diretto.

“Da un po’. Se ti dico un segreto te lo tieni per te?”

“Dimmi.”

“Sono lesbica solo a metà.” sollevai le sopracciglia e mi leccai il labbro.

Ero curiosissima della sua reazione.

 “Ah si?” si morse il labbro inferiore. Dio se era sexy quel ragazzo.

 Holaa, che ne pensate? mi farebbe piacere un vostro commento o voto, grazie mille ♥

Sex battle || Zayn MalikHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin