Lettere di un anno fa

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Ma le stelle quante sono? In questa danattissima notte sono soltanto due, incastonate nei suoi occhi ch'io guardo brillare sotto la luce di questa luna piena. Sono seduto sulla spiaggia, ho i palmi delle mani che racchiudono manciate di granelli di sabbia e sogni. Gli occhi fissi al mare. Sono un codardo e scappo da ciò che amo. Fuggo la felicità per paura della fine. Impianto i miei vuoti cosmici nelle sue stelle condannate e glielo dico.
"Basta. Tra noi due deve finire, è giusto così." Ora le stelle sono milioni, nei suoi occhi, viste dai miei che vibrano di pianto e sconfitte. Si alza, non dice nulla, anzi sorride con quella sua forza sorprendente che ha. Mi carezza il viso e dice "va bene così." Mentre si allontana. Allora lo faccio, lo dico, essendo io sempre il primo dei perdenti e sempre l'ultimo ad arrendersi.
"Prendi, M., sono lettere, le ho scritte tutte per te. Perdonami, se non sono ciò che può renderti felice."
E la vedo irrigidirsi, non dire nulla. Qualcosa cade velocemente verso il basso e brilla nel buio. Una lacrima? Una stella? Il nostro amore mai vissuto che muore per sempre?
La sua figura, che intravedo appena nell'oscurità della notte, sembra vibrare, oscillare. Intermittenza del cuore che non riesce a prendere bene il segnale.
Ti giri, io sono accucciato a terra con il mento sopra le ginocchia e sembro una medusa abbondanata e morta sulla spiaggia. Ti ho appena distrutto, perché piango io? Vedo la tua bocca aprirsi, istintivamente mi stringi in me stesso, sento che stai per distruggermi. Tu, che distruggi me, che mi sono autodistrutto per non finire col distruggere te. E invece no. Dici parole a cui non so credere.
"Anch'io, anch'io ti ho scritto delle lettere. Doveva andare così. Ora vado, E."
Ti giri di nuovo, uno, due, tre passi. Poi non mi so trattenere. Ti affero per un polso e ti dico piano:
"Potresti rimanere?"

Potresti rimanere?Où les histoires vivent. Découvrez maintenant