Capitolo XXII

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Louis sospirò dalla stanchezza e lanciò uno sguardo all'orologio digitale appeso al muro, alzando un sopracciglio quando vide l'ora che si era fatta. "Le due e quaranta.." pensò quasi stupito, prima di alzarsi dalla poltrona di pelle nera. "Come vola il tempo." Le gambe del liscio si mossero quasi automaticamente e attraversarono il suo ufficio, fermandosi davanti al carrellino degli alcolici.

«Dannato tempo..» mormorò stanco, versandosi un po' di whisky in un bicchiere di vetro. "Non mi ero accorto dell'ora." Louis portò subito il bicchiere alle labbra per berne un sorso, con la speranza di rilassare i nervi.

"E pensare che solo quattro ore fa ho dato il bacio della buona notte a Harry." si ritrovò a pensare mentre il suo sguardo correva al quel che stava fuori dalla sua finestra, lasciando che si perdesse contro la luce della luna. "Mi sembra di essere diventato suo padre ultimamente."

In quei giorni, i rapporti tra Tomlinson e Harry stavano lentamente migliorando, e nessuno dei due aveva capito il perché. Louis cercava di non dare a vedere che sapeva esattamente quel che era successo tra suo sottomesso e quel bastardo di Zayn; Harry, invece, non ne aveva nemmeno accennato e si era fatto più amorevole nei suoi confronti, quasi da sembrargli Freddie.

Tuttavia, Louis era abbastanza sveglio da ricordare la differenza e sapeva che prima o poi avrebbe dovuto discuterne con lui dell'avvenimento... Più prima che poi. Non poteva lasciargliela passare, come se non fosse mai successo.
Non l'aveva pagato a quel prezzo sproporzionato per niente.

"Già, Zayn... Dovrei proprio scambiare due parole con lui." pensò prima di uscire velocemente dal suo ufficio per dirigersi verso il giardino, sapendo che solo lì avrebbe potuto parlare senza che orecchie indiscrete lo sentissero. "Che bastardo figlio di puttana!" Louis tirò fuori il cellulare dalla tasca posteriore e velocemente compose il numero del moro, portando subito il cellulare all'orecchio. "Crede davvero di potermi fottere."

Tomlinson scosse la testa al pensiero e aprì il portone, uscendo fuori all'aria aperta e fresca della notte. Il liscio aveva pensato molto a quel momento, a come avrebbe potuto dirlo, a come Zayn ci sarebbe potuto rimanere ma in quel momento, mentre l'aria fredda lo abbracciava, si era accorto che non gliene fregava assolutamente un cazzo. Doveva mettere una serie di punti con Zayn e adesso gli avrebbe messi. Uno ad uno.

"Andiamo, bastardo." pensò Tomlinson, dando un altro sorso al bicchiere che si era portato dietro. I suoi piedi fasciati da un paio di vans nere si mossero da soli, facendolo arrivare al centro del giardino in pochi passi. "So che sei sveglio, brutto seg-"

«H-y, be-o!» rispose improvvisamente la voce di Zayn, distorta e attutita dalla musica della festa alla quale era stato invitato. «A-pet-a!» Louis non ebbe il tempo di chiedergli di ripete che la musica sembrò allontanarsi insieme a tutto quel casino. «Ecco! Ora mi senti?»

«Sì.» tagliò corto Louis, continuando a camminare a vanvera. «Chiaramente.»

«È strano ricevere una tua chiamata a quest'ora.» osservò Zayn, che si era rifugiato fuori dal locale per poter parlare liberamente con il collega. Louis non era mai stato un tipo da telefonate notturne. «È tutto okay lì? Va tutto bene?»

«Assolutamente, grandissimo stronzo.» disse allora Tomlinson, allontanando il cellulare dall'orecchio per selezionare l'opzione "Registra Chiamata". "Crede davvero di potermi fottere." si ripete mentalmente, prima di portarsi nuovamente il cellulare all'orecchio. «E tu?»

«Come, scusa?» chiese confuso Zayn, sperando di non aver capito bene. "Mi ha... Mi ha appena chiamato grandissimo stronzo?"

«Hai capito benissimo.» tagliò corto il liscio, contraendo la mascella.

I'll Save You - Larry Stylinson || SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora