Capitolo XXI, p.3 (1 •)

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Il cuore del sottomesso iniziò a battere velocemente non appena si fermò davanti alla porta bianca dell'ufficio di Tomlinson e i suoi occhi si soffermarono sulla maniglia d'ottone, non sapendo precisamente cosa fare. Insomma... Harry sapeva che adesso avrebbe dovuto bussare e aspettare il permesso dal suo padrone, ma qualcosa dentro di lui gli impediva di farlo, costringendolo a rimanere fermo come un soldatino.
Tuttavia, quando iniziò a sentire i tendini scricchiolare, il riccio si decise a racimolare un po' di coraggio e a scartare le preoccupazioni, sapendo che ormai quel che era stato fatto non poteva essere cambiato.

"Spero solo di non sbagliarmi a fidarmi di Zayn.." pensò occhi verdi, bussando alla porta dell'ufficio. Il cuore di Harry sembrò bloccarsi nel suo petto per colpa dell'attesa ma riprese a battere con lentezza non appena sentì un acuto ma sensuale "avanti" provenire dall'interno dell'ufficio. "Ormai non posso più tirarmi indietro" pensò il riccio, aprendo lentamente la porta della stanza per entrarci dietro.

Gli occhi verdi di Harry volarono subito al suo padrone, che era seduto dietro ad un'imponente e nera scrivania. Lo sguardo di Tomlinson era così tanto concentrato su un computer dall'aspetto più che costoso che nemmeno sembrò accorgersi della presenza di Harry che, d'altro canto, non faceva niente per farsi notare da lui.

"D-dovrei dire qualcosa?" pensò intimorito il riccio, esplorando la stanza con sguardo attento perché, durante i giorni d'assenza del padrone, a Harry non era mai stato permesso di esplorare né quella stanza né quelle dell'ala ovest. "Dovrei.. Avvicinarmi a lui?"

«Harry.» disse improvvisamente il suo dominatore, facendo sussultare Harry dalla paura.

«S-sì, D-daddy?» mormorò Harry, rosso in viso per colpa dell'imbarazzo e della paura. "D-devo comportarmi n-normalmente" pensò il riccio, nascondendo le mani tremanti dietro la schiena.

«Vieni qui, piccolo.» Tomlinson si batté più volte la mano sulla gamba, continuando a mantenere il suo sguardo verde sullo schermo del computer.

Harry annuì velocemente e con un altro "Sì, Daddy." si diresse verso Tomlinson, andando a sedersi subito sulle gambe del suo dominatore. Harry si morse il labbro inferiore con forza non appena si sedette, cercando di soffocare i gemiti di dolore. Le gambe di Tomlinson erano troppo dure per il soffice culo del riccio.

"P-perché non parla?" pensò Harry, giocando nervosamente con le pellicine sulle sue dita mentre altri interminabili secondi di completo silenzio regnarono nella stanza. Il sottomesso non riusciva davvero a capire come mai Tomlinson si stesse comportando in quel modo con lui: il liscio gli aveva sempre dato un'infinità di attenzioni, quindi perche adesso si stava comportando così? "Forse dov-"

«Tutto bene, Harry?» chiese improvvisamente Tomlinson, appuntando qualcosa su un foglio bianco. La mano libera dell'uomo andò ad accarezzare la piccola schiena tesa del sottomesso, facendolo tremare leggermente. «Ti sento molto teso, piccolo, e la cosa non mi piace affatto.»

Il sottomesso tremò leggermente nel sentirsi toccare e, senza volerlo, si strappò una delle pellicine, gemendo di dolore. «S-sì, Daddy.» mentì Harry, abbassando lo sguardo sul dito dolorante e sanguinante. «S-sono.. Sono solo un po' spossato.»

«Sarà..» mormorò il dominatore, continuando a fissa lo schermo del computer che mostrava alcuni grafici impossibili da decifrare per il sottomesso. «Vuoi un cerotto?»

«N-non importa, Daddy.» rispose il riccio, leccando via il sangue dal dito.

«Sai, sono davvero rimasto stupito di te.» disse Tomlinson, facendo scendere la sua mano verso i piccoli fianchi del sottomesso, che accarezzò. «Mi ero aspettato di ricevere delle chiamate dalla servitù per lamentarsi del tuo comportamento e invece..» Tomlinson sospirò e annotò altre cose con una calligrafia minuta e graziosa sul foglio. «assolutamente niente. Ti sei proprio comportato da bambino bravo, Harry.»

I'll Save You - Larry Stylinson || SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora