Good Guys

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Si voltò di scatto verso la sorgente di quella voce. Non poteva crederci, non poteva essere lui. Cercò di contenersi ma fu tutto inutile, e «Hemmings!» esclamò, buttando le braccia attorno al collo del ragazzo, che ricambiò accarezzandole la schiena. Tutto l’aereo si era voltato a guardarli, richiamato dall’urlo cacciato da Clary, che arrossì concludendo l’abbraccio.

«Che ci fai tu su un volo Sydney-Londra?» domandò bisbigliando. Il ragazzo sorrise compiaciuto.

«Eravamo in vacanza lì, in Austrialia, a trovare dei vecchi amici di famiglia. I famosi Calum e Ashton, ricordi? Te ne parlo sempre.» ripose sicuro. Clary alzò lo sguardo, cercando di associare qualche dettaglio a quei due nomi che le sembravano familiari. Poi qualcosa le venne in mente, così annuì sorridendo. Avrebbe voluto sapere perché non l’aveva informata del suo soggiorno nei pressi di Sydney, ma le tornarono alla mente tutte le volte che aveva raccontato a Luke delle vacanze estive passate e ricordò di aver sempre detto «Quando sono lì, non ne voglio sapere di Londra.», perciò capì che probabilmente il biondo aveva pensato che se si fossero incontrati sarebbe stato come ricordare Londra, che era quello che aveva sempre detto di non voler fare.

«Grazie per non avermi chiamata.» disse senza pensare, tirandosi di nuovo su il cappuccio. Luke le sorrise di rimando. Calò un attimo di silenzio.

«Credo di dovermene andare ora, la signora che era seduta qui non ne potrà più di ascoltare i racconti dei miei genitori.» entrambi i ragazzi scoppiarono a ridere, così il biondo si alzò in piedi. «Oh, questo è tuo. Non mi sono fatto gli affari tuoi, tranquilla. Volevo solo scoprire se avessi scaricato qualche nuova canzone con cui poi mi avresti martellato all’inizio della scuola.» disse porgendole il telefono. Lei l’afferrò e lo infilò in tasca, poi si sporse leggermente in avanti per vedere dove il suo amico stesse andando a sedersi, così salutò i signori Hemmings con un gesto della mano, che ricambiarono allo stesso modo, e si appoggiò nuovamente al finestrino. Mise le mani in tasca e cercando di ricollegare il cavo delle cuffie senza guardare, si ricordò di avere delle sigarette. Tirò fuori dalla tasca il pacchetto bianco e azzurro e lo fissò per qualche secondo, rigirandoselo fra le mani. Per tutta la durata di quel volo non avrebbe potuto fumare: dodici ore erano veramente tante senza poterlo mai fare. La signora seduta al suo fianco, una donna anziana con un forte accento inglese probabilmente andata in Australia a trovare i suoi nipoti, interruppe i suoi pensieri, dicendo «Non dovresti fumare alla tua età ragazza, ti rovini la vita!» Clary si girò verso la donna e sorrise. Rinfilò il pacchetto in tasca e tirò invece fuori il cellulare e le cuffie. Riattaccando il cavo e scegliendo la canzone, con un tono cordiale, rispose «Non credo che siano affari suoi, signora.» Sorrise tra sé e sé e alzò al massimo il volume. Si fece piccola piccola e tornò a dormire, cullata dalle note di I Wanna Be Yours degli Arctic Monkeys. L’anziana la guardò isolarsi e sospirando tirò fuori dalla borsa i ferri e la lana per mettersi a sferruzzare qualche nuovo maglione per il gatto.

Clary fu svegliata da quella stessa signora che continuava a scuoterle la spalla. «Che vuole ancora questa?» pensò. Si voltò e si tolse una cuffia. La signora un po’ spazientita la guardò e le disse di allacciarsi la cintura perché l’atterraggio stava iniziando. La ragazza ubbidì, tanto per non sentirla lamentarsi ancora una volta. Quando l’aereo finalmente fu a terra aspettò che tutti scendessero e rimasero lei e il giovane Hemmings seduti ai loro posti. Si alzarono e presero le loro borse dagli scomparti sopra i sedili. Si guardarono e Luke le chiese se fosse dovuta andare immediatamente a casa o se avesse avuto il tempo per farsi un giro e fumarsi una sigaretta. Clary rispose che di andare a casa non ne aveva proprio voglia, perciò avrebbe lasciato i bagagli pesanti a sua madre e poi sarebbero potuti andare a fare un giro insieme. Scesero perciò insieme dall’aereo e fuori dall’aeroporto trovarono i loro genitori a ridere insieme e a parlare di quanto Sydney fosse bella. I ragazzi aiutarono i rispettivi genitori a caricare i bagagli pesanti e mentre le due famiglie si salutavano Clary interruppe gli schiamazzi dicendo «Io e Luke andiamo a farci un giro, torniamo per cena!» Presero perciò ad allontanarsi e immediatamente la ragazza s’infilò una sigaretta tra le labbra. Sapeva che sua madre non amasse particolarmente il fatto che lei fumasse, ma non le importava affatto, non l’avrebbe mai obbligata a smettere: era una brava ragazza, bei voti, sempre a casa puntuale, leggeva; l’unica cosa non esattamente da brava ragazza che faceva era fumare, per questo sua madre non le diceva nulla. Offrì una sigaretta dal pacchetto a Luke, anche lui era un bravo ragazzo, ma una sigaretta ogni tanto se la fumava pure lui. Si guardarono negli occhi, dritti, fissi, come per leggersi nel pensiero. Si capirono al volo: appena voltato l’angolo avrebbero iniziato a correre fino alla stazione che li avrebbe portati appena fuori Londra, dove si trovava un parco con un lago. Andavano spesso lì, soprattutto dopo le vacanze, quand’era tanto tempo che non si vedevano. O quando volevano stare soli: se non si trovavano a casa, erano sempre là. Arrivati alla stazione, entrambi stremati per la corsa e piegati a metà per riprendere fiato, Clary scoppiò a ridere, così fece anche il giovane Hemmings.

«Luke, ma tu hai il costume?» disse tra le risate, squadrando i suoi jeans decisamente troppo skinny. Il ragazzo indicò la propria borsa.

«Tu, invece? Farai il bagno in biancheria?» chiese con un sorrisetto perverso. Sapevano entrambi che lui non era così, ma gli piaceva fingere di esserlo. Risero di nuovo, la ragazza gli tirò un piccolo schiaffetto sul braccio.

«Non parto mai da Sydney senza il costume indosso, rassegnati Hemmings!» gridò per farsi sentire dall’amico, facendo lo slalom tra le persone che scendevano dal treno, che nel frattempo era arrivato. Il biondo fece finta di sbuffare e poi la raggiunse. Trovarono due posti frontali e si sedettero.

«Allora Cooks, sempre la solita brava ragazza con la sigaretta tra le labbra?» chiese in tono provocatorio il biondo. Clary lo fulminò con lo sguardo, odiava essere chiamata “brava ragazza”, anche se alla fine lo era non sopportava sentirselo dire. Così decise di rispondere al fuoco col fuoco.

«Finiscila Hemmings, per te vale lo stesso.» Appena conclusa quella frase, la ragazza scattò in piedi e scese dal treno: era la loro fermata e avrebbe dovuto avere almeno un piccolo vantaggio su Luke, che correva più veloce di lei. Così il ragazzo si precipitò fuori e iniziò a rincorrerla. Riuscì quasi a raggiungerla, ma ormai erano sulla riva del lago. La ragazza si stava già togliendo i vestiti mentre il biondo doveva ancora infilarsi il costume. Si buttarono entrambi in acqua e iniziarono a schizzarsi. Risero tanto: Luke Hemmings era l’unica cosa bella di Londra, era solo per lui che ogni volta che terminavano le vacanze estive Clary trovava la forza di tornare a casa; e Luke lo sapeva, lo sapeva bene, per questo appena smisero di schizzarsi la guardò dritta negli occhi e corse ad abbracciarla. Rimasero così per un po’, lui le accarezzava i capelli bagnati e lei gli diceva che era tornata solo per rivederlo. Purtroppo un tuono li interruppe e subito iniziò a diluviare. Così i ragazzi si affrettarono a uscire dall’acqua e, entrambi con i cappucci tirati su, si diressero verso la stazione a passo sostenuto. Arrivati sotto la tettoia si accesero un’altra sigaretta e scoppiarono a ridere: quella stessa scena si ripeteva ogni anno al rientro dalle vacanze estive, per questo li faceva ridere. Guardarono l‘orario sui cellulari: erano leggermente in ritardo. Perciò salirono velocemente sul treno e scesero alla stazione di Londra più vicina alle loro case.

«A domani Hemmings.» disse Clary guardandolo un’ultima volta.

«A domani Cooks.» rispose lui. Si allontanarono in direzioni opposte, infilandosi entrambi le cuffie nelle orecchie e tirando su i cappucci.

She Hasn't Been Caught // Michael CliffordWhere stories live. Discover now