Facce della stessa medaglia✔

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Non riesco a fare a meno di restarmene lì imbambolata a fissarlo. Non riesco ad elaborare del tutto il fatto che sia davanti a me dopo tutto ciò che è successo. Sono ancora in balia di ciò che lui fa a me quando mi è vicino. Alla reazione del mio corpo alla sua presenza.

-Mi hai spaventata- faccio un passo indietro fino a toccare il bordo del letto con le gambe.

Lui alza gli occhi al cielo -So che sei tu la ragazza del bosco- va dritto al punto e questa volta si alza dalla poltrona ma non si avvicina.

E' inutile cercare di mentire non posso inventarmi niente per giustificare quello che è successo -Tu mi avevi minacciata e io mi sono solo difesa- prima che apra bocca aggiungo -Non so come ho fatto quindi risparmia il fiato-

Jonathan mi osserva con quello sguardo enigmatico che mi manda in bestia. Non riuscire a decifrare le espressioni del volto è frustrate, soprattutto con lui.

-Non guardarmi in quel modo-

-E' l'unico modo che ho per guardarti-

Queste due frasi mi oscurano per qualche secondo lamente. Sembrano un ricordo eppure sono certa di non averlo mai vissuto. Rabbrividisco passandomi una mano sul braccio. Devo ritornare in me o finirò per impazzire.

-Fammi vedere il tuo marchio- lo dice con tono grave e autoritario quasi minaccioso.

Ma perché questo è sempre così scontroso?

Magari perché gli hai simulato la morte dentro la sua testa mi suggerisce la mia coscienza.

Sospiro facendogli vedere il marchio azzurro sul polso -Dimmi cosa vuoi esattamente da me-

Lui assottiglia gli occhi -Non puoi essere una dominatrice dell'acqua- sentenzia scuotendo la testa come se la questione fosse più che ovvia.

Scrollo le spalle cercando di mantenere un'espressione del viso calma -Si, posso-

-No, non puoi- ribatte

-Si invece- stringo i pugni.

-No Lyssa non puoi- sentenzia nuovamente senza ammettere repliche.

Lyssa. Quel nome mi rimbomba nelle pareti della cassa toracica e in quelle del cranio. Sento l'effetto di quelle cinque lettere, lo sento ovunque come un cuore palpitante. Mi sfugge qualcosa, perché nessuno mi ha mai chiamata così ma percepisco il nome in un modo terribilmente familiare.

-Dai, Lyssa non fare così-

-Non mi piace quando scherzi in quel modo-

Ma che diamine mi sta succedendo?

-Perché mi hai chiamata così?- sussurro la domanda a fatica dato che la mia lingua sembra essersi anestetizzata.

Lui sembra essersene accorto e dopo un attimo di esitazione ritorna sui propri passi -Quello che mi hai fatto nel bosco non appartiene ad una dominatrice e non provare a mentirmi perché lo sai tu come lo so io che quello che è successo è tutto fuorché normale-

Apro la bocca per ribattere ma la chiudo subito. Mi ha messa con le spalle al muro e io non ho una scusa pronta.

-A cosa ti serve sapere cosa sono? Vuoi spifferare tutto al governo?- di solito non si dovrebbe far vedere le proprie paure al nemico ma è ciò che sento in questo momento.

Lui mi rivolge un ghigno che non mi piace per niente -E' quello che dovrei fare, si- parla lentamente mentre picchietta le dita sul braccio.

Mi siedo sul letto in preda allo sconforto -E allora cosa aspetti?-

I triangoli di Inagaust ~Marked Soul series~Where stories live. Discover now