tredici

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what did I do to deserve this?

you walk around like you run your mouth

talking about me now

they think you’re the perfect

 there gonna see everything so get back

Bussai lentamente alla porta di casa Tomlinson, tremando come una foglia forse per il freddo, o forse per l’ansia che mi stava assalendo in quel preciso momento. E se avesse aperto la porta Louis, che cosa avrei fatto? Sentivo il fiato diventare sempre più corto, mentre le guance mi andavano a fuoco per la vergogna. Mi ero aperta con lui, senza in realtà essere sicura di potermi fidare. In fondo sì, ci conoscevano da tanti anni, ma da quanto potevo affermare di conoscerlo realmente? Forse, in realtà, non lo conoscevo nemmeno un poco. Presi un respiro profondo, stringendo il piccolo pacchetto regalo che tenevo tra le mani, nell’esatto istante in cui la porta venne aperta e le piccole figure di Daisy e Phoebe mi si presentarono davanti. Sorrisi loro, abbassando di poco il busto mentre loro tenevano il loro naso per aria, per guardarmi negli occhi.

«Ciao Zoe!» strillò Phoebe, mentre Daisy prendeva una mano della sorella sorridendomi birichina.

«Ciao - dissi - Stavo cercando vostro fratello?»

«Daisy, Phoebe! - sentimmo una voce proveniente da dietro le spalle delle gemelle - Non fate rimanere Zoe sulla porta, è da maleducate!»

Alzai lo sguardo, incontrando quello di Eleanor, che si avvicinava all’ingresso coperta solamente da un paio di pantaloncini inguinali e una canottiera chiara, che lasciava intravvedere il suo reggiseno nero. Ma non aveva freddo, conciata così? E soprattutto, che cosa ci faceva in casa di Louis vestita in quel modo? Meglio, che cosa ci faceva a casa di Louis e basta?! La sera prima, dopo il fatidico evento, eravamo rientrati nel capannone e nonostante avessi cercato di non perdere di vista Louis, ad un certo punto ci eravamo trovati in mezzo ad un gruppo gremito di persone, che ci avevano divisi. Per tutta la sera non l’avevo più rivisto, ma per mia fortuna mi ero imbattuta in Dana e Niall - e molto probabilmente ero arrivata nel momento meno opportuno, vista l’espressione seccata che avevano assunto entrambi - e mi ero aggregata, fino a quando non avevo trovato mio fratello e non l’avevo più lasciato per il resto della serata.  Quindi ciò che aveva fatto Louis per tutto il resto del tempo mi era oscuro. O meglio, lo era stato fino a quando quella porta non si era aperta.

«Cerchi Louis?» mi chiese Eleanor, quasi con tono strafottente. Corrugai la fronte, sorpresa. La dolce ragazza dai modi gentili e dal sorriso solare era sparita. Sembrava che mia cugina Evleen si fosse impossessata del corpo di quella povera ragazza. Phoebe si voltò verso la mora, lanciandole un’occhiata infuocata, di cui Eleanor si preoccupò meno che niente.

«Sì.» dissi, sorridendole e mostrandole il pacchetto, alzandolo di fianco al viso. Lei annuì, riavviandosi i capelli con una mano e allungando il dito indice dell’altra mano verso il piano superiore.

«Credo abbia finito di farsi la doccia…» mi spiegò con tono malizioso. Daisy annuì, mentre Phoebe prendeva una mia mano, costringendomi ad entrare. Sorrisi loro nuovamente, chiudendomi la porta alle spalle, lasciando la giacca e la scarpe nell’ingresso, esattamente accanto alle cose costose di Eleanor. Salii le scale, con tre paia d’occhio fissi su di me. Tirai un sospiro di sollievo non appena fui davanti alla camera di Louis, consapevole del fatto che nessuna delle tre mi poteva vedere in quell’istante. Bussai, ma non ricevendo risposta abbassai lentamente la maniglia, per accettarmi che non ci fosse nessun all’interno. Non appena intrufolai la testa nella camera di Louis, lo vidi davanti all’armadio solamente in boxer, le cuffiette infilate nell’orecchie e la musica a tutto volume, tanto alto che riuscii persino a capire che canzone era: Heartbeat dei The Fray. Tossii, per far notare la mia presenza, ma Louis non si voltò, prese una maglia a righe e un paio di jeans, infilandoseli frettolosamente, per poi girarsi con un passo di danza ridicolo. Spalancò gli occhi, per poi fare qualche passetto indietro, evidentemente sorpreso di vedermi. Fossi stata in lui avrei cominciato a gridare e sarei saltata sul letto, cercando di aggrapparmi al muro, soltanto per lo spavento.

69 cose che odio di teWhere stories live. Discover now