One

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I raggi del sole penetrano la mia stanza fino ad arrivare al mio letto. Mi sveglio a causa della troppa luce e mi siedo sul letto con gli occhi ancora socchiusi. Non ce la faccio proprio ad alzarmi ed iniziare un'altra delle mie monotone e noiose giornate.

Dopo cinque minuti passati a fissare il vuoto decido di alzarmi, pur essendo contro voglia. Rifaccio il letto, come ogni mattina.

<<toc-toc>> qualcuno bussa alla porta. Subito dopo mia madre si piazza davanti a me con il suo solito sguardo pieno di odio e con i suoi occhi vuoti. La guardo con aria interrogativa come per dire "che vuoi? Perché sei entrata nella mia stanza?". Penso abbia afferrato il concetto e subito mi dice <<sbrigati, fra poco devi prendere il treno. Ed io non vedo l'ora di vederti fuori da questa casa.>> "oh cielo, è vero" penso tra me e me. <<buongiorno anche a te>> ironizzo. Come risposta fa roteare gli occhi e chiude la porta dietro di sé. Sbuffo e inizio a fare le cose più velocemente.

Dopo aver finito di sistemare un po' la mia stanza e di mettere le ultime cose che non ho messo ieri in valigia, vado in bagno e mi faccio una doccia veloce con acqua ovviamente calda. Adoro starmene sotto il getto d'acqua calda... È come se qualcuno mi dasse l'affetto che non ho mai ricevuto. È come se qualcuno mi avvolgesse e mi dicesse "puoi startene qui tutto il tempo che vuoi, nessuno ti fa fretta". Ma poi ritorno alla vita reale con mia madre che si lamenta che io abbia finito tutta l'acqua dello scaldabagno e che adesso debba aspettare per farsi la doccia. Che odio!

Mentre mi insapono sono immersa nei miei pensieri, penso a come sarà la mia nuova vita una volta uscita da questa casa, se farò conoscenze lì a Brooklyn, o se il mio nuovo lavoro in una caffetteria mi piacerà, visto e considerato che non ho mai lavorato come barista, ma ho solo fatto dei lavoretti con delle signore anziane. Sono contenta di lasciare questo posto, però il fatto di lasciare la signora Mildred mi dispiace un po', devo dire di essermi affezionata molto a lei.

Scuoto la testa come per ritornare alla vita reale e chiudo il getto d'acqua. Esco dalla doccia, mi asciugo e inizio a vestirmi. Oggi ho deciso di indossare una maglietta rossa a maniche corte che arriva per poco sotto l'ombelico e una gonna bianca a vita alta e lunga fin sotto le ginocchia, ovviamente stretta. Lavo i denti e metto un filo di eyeliner, il mascara e un rossetto color carne che tende di più sul rosa. Decido di lasciare i capelli sciolti e torno in camera mia.

"bene, ho finito" penso mentre mi guardo allo specchio. Sai, un'ultima occhiata non fa male a nessuno. Mi assicuro di essere almeno presentabile e prendo le valigie. Devo ammettere che mi mancherà questa casa, di più la mia stanza.

Scendo al piano di sotto e arrivo alla porta d'entrata. Mi volto e vedo mia madre seduta con il telefono in una mano e una sigaretta nell'altra, non fa neanche caso a me. Non so se salutarla o no, tanto a lei non fa nessuna differenza tanto è l'odio che prova nei miei confronti. Ormai questa cosa non mi turba nemmeno... È da quando se n'è andò mio padre che mi tratta in questo modo, come se fossi nient'altro che una persona di poco valore, pur essendo sua figlia. Mi sono sempre chiesta perché ce l'avesse tanto con me, ma dopo poco tempo ho smesso di chiedermelo. Ho iniziato ad odiarla e la cosa era diventata reciproca, ovviamente.

Alla fine decido di salutarla ma senza alcun contatto fisico. <<ciao mamma, io vado>> dico con la speranza che mi degni almeno di uno sguardo. Lei si volta nella mia direzione di scatto e a malapena gli esce un <<ciao.>> con la fronte corrugata, per poi tornare a fare quello che stava facendo prima. "meglio di niente" penso tra me e me. Mi volto per uscire e afferro la maniglia. Appena apro la porta mi sento dire <<stai attenta a non farti ammazzare, che non ho abbastanza soldi per pagare il tuo funerale>> dice ironicamente mia madre, quasi ridendo. Subito mi cresce un sorriso spontaneo sul viso. <<certo, e grazie>> dico ridendo. Mia madre continua ancora a ridacchiare... Chissà se le mancherò...

Guardo la strada davanti a me, e devo ammettere che le valigie iniziano a farsi pesanti, perciò le poso un attimo per terra e controllo l'orario. "Oh cielo! Sono le 11:42 am, e fra meno di venti minuti parte il treno! È meglio che mia dia una mossa." penso e affretto il passo. Dopo più di quindici minuti arrivo alla stazione. Menomale che essa si trova non molto lontana da casa mia, o come meglio dire, si trova non molto lontana dalla mia vecchia casa. Adesso mi aspetta un appartamento tutto mio con nessun rompi scatole che mi gironzola intorno.

Seguo le indicazioni date dai cartelli e finalmente mi ritrovo davanti a quello che dovrebbe essere il mio treno. Vedo che davanti all'entrata ci sta un signore con una divisa, mi avvicino a lui e gli chiedo <<salve, questo treno porta a Brooklyn?>>. Egli si volta nella mia direzione e prima di rispondere mi guarda dalla testa ai piedi. <<sì, ma deve affrettarsi a salire, perché fra meno di cinque minuti parte>> dice tutto sorridente. Lo ringrazio ed entro nel treno. Scelgo il primo posto libero che mi capita e posiziono le valigie nel portabagagli. Finalmente mi siedo, ho le gambe distrutte. Dopo circa due minuti si sente una voce che annuncia la partenza e subito dopo arriva il controllore a chiedermi il biglietto. Glielo do e se ne va. Adesso sì che posso finalmente rilassarmi e godermi il viaggio. Metto le cuffiette e mi addormento sulle note di "change" della mia cantate preferita, ossia "Lana Del Rey".

Ed ecco il primo capito di questa mia prima storia. Spero che quello che avete letto sia stato di vostro gradimento. 😘

I think I'll miss you forever Where stories live. Discover now