<< Signorina, sei la nostra benedizione! Questa frutta ci darà un sacco di energie, ne sono certo. >>

<< Shachi ha ragione, compreremo tanti datteri da bilanciare la spesa persa. >>

<< Hoy, voi due! Non fatele promesse che non manterrete. Vi proibisco di spendere tanti soldi per- >>

<< Law! >> Shachi mi mise un braccio sulle spalle, Penguin una mano tra i capelli, sfruttando il fatto che all'epoca fosse più alto di me.
<< Almeno assaggiali prima di rifiutare l'offerta di questa dolce signorina. >>

Sospirai. Erano più grandi di me, eppure ero io quello maturo.
E no, è inutile che protestiate, voi due, è un dato di fatto che siate dei bambinoni sconsiderati. Alla fine, vi ricordo, è stato col vostro piagnucolio insistente che cedetti e mangiai uno di quei datteri.

<< In effetti sono buoni, ma ne compreremo solo una cassetta. >>

Tra gli acclami felici dei miei due nakama umani, feci per prendere il sacchetto con le monete d'oro e fu allora che una mano apparentemente così delicata sbucò velocissima da quella veste bianca, afferrandomi i capelli della nuca e costringendomi, con una forza che mai avrei attribuito alla fine e minuta figura della venditrice, a girarmi e cadere semi sdraiato, di schiena, sul banco della frutta.
Potei vedere solo il riflesso del sole sul pugnale premuto alla mia giugulare.

<< Okay, tesorucci. Se non volete che sgozzi questo bel ragazzo a cui sembrate tanto legati, fareste meglio a darmi tutti i vostri soldi. Compresi quelli che stava per prendere lui. >>

La voce della mia aguzzina si rivelò terribilmente mutata. Ancora bella, sempre limpida, ma la timidezza aveva dato spazio a determinazione, sicurezza e minacciosità.

I miei nakama persero immediatamente ogni voglia di scherzare, mentre Bepo iniziò a ringhiare, estraendo gli artigli delle zampe posteriori.

<< A cuccia, peluche. Non mi pare difficile comprendere la mia richiesta. Fate quel che vi ho detto e tutto si risolverà per il meglio. >>

Dalla mia posizione, così vicino a lei, potei notare come la ragazza non solo aggrottasse le sopracciglia, ma prendesse pure a mordersi il labbro inferiore, facendo ondeggiare il leggero velo che lo copriva. Stava iniziando ad agitarsi, nonostante fosse nettamente in una posizione di vantaggio.
Forse i sorrisi, stavolta complici e crudeli, che fecero bella mostra sui volti di Penguin e Shachi la confusero. Mi bastò quel suo attimo di tentennamento per sferrare, rapido e preciso, un dattero che avevo afferrato nel suo occhio sinistro. I riflessi involontari la costrinsero a proteggere una parte del corpo tanto delicata, facendole perdere la pressione che stava esercitando sul pugnale, anche se di poco. Subito le afferrai il polso, storcendoglielo mentre rotolavo sul tavolo, per poterla ora affrontare frontalmente e strattonandola dal braccio che ancora le stringevo, ribaltai in pochi istanti la situazione.
Il suo coltello, ancora nella sua mano, fu, però, premuto alla sua gola.
Un mio braccio costrinse il suo a minacciare di tagliarle le arterie, mentre con l'altro le cinsi i fianchi con irruenza, facendole sbattere la schiena contro il margine della bancarella sulla quale io ero in ginocchio, portandola a premere il suo corpo contro al mio.

<< Bene, tesoro e adesso cosa vuoi fare? >> Le sibilai all'orecchio, decisamente più intimidatorio di quanto non fosse stata lei.

<< Se ti chiedessi di lasciarmi andare sarebbe una battuta fin troppo stupida e scontata, non è vero? >>

Mi limitai ad annuire alle sue spalle, con un ghigno stampato in viso e mi accorsi con leggero sollievo che i miei compagni avevano estratto le loro armi.

Come Divenne Il &quot;Chirurgo Della Morte&quot;Where stories live. Discover now