Epilogo

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Sbuffa, la mano destra incastrata nei capelli, la sinistra invece è stretta attorno al trolley.

Sono passati tre mesi da quando ha visto per l’ultima volta Ermal, e ancora gli capita di pensarci. Non ha neanche avuto modo di salutarlo a causa di quella chiamata che l’ha fatto catapultare fuori dal locale, e forse è meglio così.

«Fabrizio.»

Emìlia gli posa una mano sulla spalla, riportandolo alla realtà e lui glien’è grato. Non sa come, ma quella donna è capace di capire il suo umore anche solo da un impercettibile movimento delle ciglia, e sa sempre come tirarlo fuori da quei ricordi che sanno di impaccio.

«Andiamo.» le dice, sminuendo i suoi pensieri, ma lei non abbocca, infatti gli stringe la mano.

Quello è il primo viaggio che fa, da quando si é trasferito in Portogallo, ed è il primo viaggio che fanno insieme. Ha dovuto insistere parecchio con la donna, prima di convincerla. Era rimasta in patria per troppo tempo, un po’ a causa dei genitori malati, un po’ a causa del bar che ama, per poter accettare così a cuor leggero.

Ma il suo romano preferito sa sempre come farle cambiare idea, e così si é messo d'impegno, giorno dopo giorno, per persuaderla a usare in quel modo le ferie che non si prende mai. E lei, alla fine, più per farlo contento che per altro, ha accettato.

Così eccoli lì, appena sbarcati dall’aereo, che si accingono verso l’uscita, dove li aspetta la macchina che hanno noleggiato.

Nonostante sia a nome di Emìlia è lui a prendere le chiavi e iniziare a guidare.

Nonostante tutto, ricorda quelle strade come se non le avesse mai lasciate e questo gli fa capire che il suo cuore è sempre rimasto lì, tra le luci di Roma.

«Cerca di non farci ammazzare.» lo riprende Emìlia, la mano ferma su quella che tiene sul cambio, quando frena bruscamente per il troppo traffico e lui trattiene un ghigno.

«Non ho mai fatto un incidente e ho sempre guidato così, tranquilla.» le dice. Lei allora rotea gli occhi, guardando fuori dal finestrino.

«Perfetto, ce l’hai appena tirata.» dice sbuffando, ma in realtà è divertita.

«Ma essere scaramantici non è prerogativa italiana?» chiede allora lui, sinceramente curioso. Lei sbuffa di nuovo.

«Significa che mi stai rovinando.» risponde e decide di chiudere lì la questione. Anche perché non possono fare molto altro: sono appena arrivati al bed and breakfast che hanno prenotato per la notte. Il piano di Fabrizio in realtà è diverso, ma non ha idea di cosa possa succedere.

Non ha avvertito nessuno, del resto non ha mai ricomprato il cellulare che ha abbandonato prima di lasciare l’Italia e dunque non sa se Giada ha conservato le chiavi di casa sua, se le ha date ai suoi fratelli, se l’ha venduta. Ed è per questo che sta per andare lì. Saluta Emìlia con un bacio sulla guancia, poi rimette in moto.

Dieci minuti e si ritrova davanti la porta della sua ex compagna, solo adesso si rende conto della grande cazzata che sta per fare. Spera che i bambini non ci siano, perché non vuole farsi vedere senza il permesso della loro madre e questo lo blocca. Poi, dopo cinque minuti in cui rimane fermo, la porta si apre.

Giada è di fronte a lui, lo guarda con un'espressione indecifrabile.

«Scusa, mi sono scocciata di aspettare la tua mossa.» gli dice, appoggiandosi allo stipite della porta.

Lui si gratta la testa imbarazzato.

«Come lo sapevi?» chiede, mordendosi il labbro e lei scoppia a ridere.

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